"Dovresti ringraziarmi"

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"Signor Malfoy, è sicuro di non sapermi dire cos'è successo?"
Erano le tre del mattino e Draco si trovava nell'ufficio della Umbridge. Come la Granger aveva previsto, Gazza l'aveva trovato in quella situazione ridicola e umiliante, decidendo immediatamente di trotterellare dalla Umbridge, per venirgli in soccorso. A quel ricordo si sentì nuovamente avvampare per la vergogna.

La professoressa dopo strilla di disappunto e indignazione, che avevano svegliato mezzo castello, aveva eseguito gli incantesimi giusti per farlo tornare un essere umano e non, una specie di bestia mutaforma, dall' aspetto strano. L'aveva poi trascinato nel suo ufficio per avere spiegazioni e incastrare il colpevole. Ovviamente aveva fatto chiamare anche Piton, che lo aveva raggiunto quasi subito e guardato con uno sguardo indecifrabile. Adesso, insieme alla Umbridge, aspettava risposte seduto in un angolo buio dell'ufficio.

La professoressa gli aveva riservato un sacco di premure. Probabilmente conoscendo bene suo padre, aveva un certo tornaconto a trattare bene pure il figlio. Questo un po' lo compiaceva.

"Gliel'ho detto professoressa, non ricordo niente." Disse Draco pacato. Questa era davvero la ciliegina sulla torta. Ricordava tutto perfettamente, ovviamente, ma nonostante ciò non aveva fatto il nome della Granger. Nemmeno lui sapeva il perché e si sentì veramente un coglione. L'avrebbe potuta mettere in guai seri, farla punire per un mese di fila, minimo. E invece, le stava tipo parando il culo. Sentiva che quella era una cosa tra loro due, ma cercava di convincersi più del fatto che se avesse fatto il suo nome non gli avrebbe mai creduto nessuno.

La professoressa fece una smorfia scontenta.
"Cerchi di ricordare, anche un piccolo particolare che ci possa indirizzare verso il colpevole." Gli disse, camminando avanti e indietro per il suo orribile ufficio rosa adorno di pizzi, fiocchi, nastri e stupidi piatti con dentro dei dannatissimi gatti miagolanti. Osservò la faccia di Piton e capì che parte della sua espressione era di disgusto allo stato puro. Sapeva quanto bramasse la cattedra di difesa e immaginava che vedere quell'ufficio ridotto a una specie di sala da tè per vecchie, per lui non doveva essere il massimo del piacere. Per un istante gli venne da sogghignare a quella vista.

"No professoressa. Sono stato attaccato alle spalle e schiantato. Anche se avessi visto il colpevole, non ricordo chi sia. Probabilmente mi ha cancellato la memoria subito dopo." Mentì secco. Vide la professoressa accigliarsi, finché con un sorriso lezioso e suadente gli chiese
"È possibile che sia stato Harry Potter, Draco?"

Il ragazzo strabuzzò gli occhi. Potter? Stava scherzando vero.
"Potter?" Chiese infatti, incredulo.
"Esatto, proprio lui" confermò la donna deliziata. Doveva proprio avercela a morte con lui, se cercava d'incastrarlo a quel modo. Per un istante pensò di dirle che era stato lui, per metterlo nei casini e far vivere la Granger nel rimorso. Sarebbe stata la vendetta perfetta, ma lasciò cadere quell'idea, stupendosi ancora una volta di sé stesso. Adesso parava il culo pure a Potter? Continuava a sentire che fosse una cosa tra loro due e per quello non avrebbe messo in mezzo nessun altro, ma c'era una vocina dentro di lui che gli suggeriva che non stava facendo la spia solamente perché non voleva metterla nei guai. Cacciò immediatamente quel pensiero.
"Perché mai dovrebbe essere stato lui?" Chiese, per prendere tempo.

"Andiamo signor Malfoy, Harry Potter è un ragazzo instabile e violento, già alla partita ha dimostrato la sua vera indole e non mi stupirei, se per vendetta, le avesse fatto questo torto." Disse la donna. Draco inarcò un sopracciglio, esattamente come Piton che intervenendo, disse
"Professoressa, Potter riesce a stento a stare dietro alle materie del suo corso. Le ricordo che è stata praticata trasfigurazione umana, che prima del sesto anno non si insegna. Ritengo dunque che sia impossibile che dietro ci sia la sua mano. Inoltre, stupido come si ritrova, non ne sarebbe stato ugualmente capace."

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora