Guai alla porta

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Hermione guardava distrattamente la professoressa di antiche rune, tentando di prendere appunti nonostante il suo cervello fosse da tutt'altra parte. Aveva già studiato quella lezione e non stava sentendo niente di nuovo al momento, ma non voleva rischiare di perdersi qualche nozione importante magari non presente sul libro.

Ma era più facile a dirsi che a farsi...Le immagini di quella mattina a colazione continuavano a rimbalzarle nella mente con prepotenza. L'intervista era sicuramente buona, ed era già circolata di bocca in bocca alla velocità della luce, quindi sicuramente Draco ne era già a conoscenza e quel pensiero la spaventava terribilmente...Sentiva che i guai stavano per bussare alla porta da un minuto all'altro.

Ma cosa ancora più brutta era che aveva messo Harry ancora di più nei guai. La Umbridge l'avrebbe punito nuovamente, togliendogli anche le uscite al villaggio. E nonostante il moro non volesse fargliene una colpa, sapeva benissimo di essere la responsabile di tutto quel casino. Si sentiva davvero una pessima amica, e forse lo era. Cosa stava facendo negli ultimi periodi? Non si era mai sentita così lontana dai suoi migliori amici come in quel momento... Sapere di mentirgli così spudoratamente la faceva sentire in colpa, ma sapeva anche di non avere scelta.

Ci aveva già pensato e ripensato, fatto ipotesi e congetture, ma niente da fare. Sapeva che non l'avrebbero mai accettato Malfoy, e ne avevano le loro buone ragioni. Ma come si era ricreduta lei, avrebbero potuto farlo pure loro. Sbuffò inquieta, muovendosi a disagio sulla sedia...Quella era una faida probabilmente inestinguibile. Né Harry né Ron avrebbero fatto il primo passo per accettare Malfoy e dal canto suo, il biondo, non avrebbe di certo provato a farsi prendere in simpatia dai suoi migliori amici.

Non aveva proprio la più pallida idea di come uscirne. Quella storia se fosse proseguita non sarebbe potuta restare all'oscuro in eterno. Era anche vero che gli unici ad essere un problema non erano Harry e Ron. C'erano pezzi molto più grossi e pericolosi di loro, addirittura disposti ad ucciderli pur di non vederli insieme. Per essere più realisti, pronti ad uccidere lei.

Di certo non avrebbero versato del prezioso sangue puro, sicuramente in qualche modo sarebbe stato punito, ma la colpa maggiore l'avrebbero data a lei, torturandola e poi uccidendola per aver osato intaccare la purezza di un giovane rampollo purosangue anche con la sua sola presenza. Fece una nuova smorfia disgustata. Lei non si sentiva diversa da nessun purosangue con il quale aveva avuto occasione di interagire, Malfoy per primo. Era vero, i suoi genitori erano babbani e di magia non ne sapevano niente, ma non per questo erano persone incapaci o da sottovalutare se messi a confronto con dei maghi.

La magia era sicuramente una marcia in più, che dava maggiori vantaggi a chi era in grado di praticarla, ma se dovevano fare un'osservazione, studiando maghi e babbani come semplici esseri umani, ecco che la storia del sangue puro crollava. Nessuno aveva più o meno diritti rispetto a qualcun'altro, in quanto tutti erano esseri umani e da tali, tutti meritavano di essere trattati allo stesso modo. Niente e nessuno poteva prendersi il diritto di decidere chi meritava di vivere e chi no, giudicando in base a uno stupidissimo stato di sangue. Lei non ci trovava niente di male nel provenire da una famiglia babbana e non si vergognava di essere una mezzosangue in quanto, se era stata scelta per essere una strega, quel ruolo nel mondo magico le era stato assegnato, non l'aveva preteso.

Per quello si sentiva una strega al cento per cento ed era anche per quello che voleva disperatamente vincere la guerra contro Voldemort. Era sicura che se lui fosse scomparso per sempre le cose sarebbero sicuramente diventate più facili. I mangiamorte sarebbero stati incarcerati, l'emblema del male sarebbe crollato e i babbani e i mezzosangue avrebbe potuto iniziare a vivere una vita dignitosa e alla pari di qualsiasi mago purosangue. Ovviamente alcuni pregiudizi sarebbero rimasti, ma con il tempo era certa che si sarebbero sempre più dissipati.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora