Harry Potter Parla chiaro...

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Quella notte Hermione dormì un sonno agitato, più volte interrotto dalla preoccupazione che continuava ad assillarla senza tregua. Draco si sarebbe infuriato tanto con lei? Se sì, gli sarebbe passata? Il loro rapporto aveva iniziato a consolidarsi da poco, le basi non erano ancora forti e un litigio grave in quel momento avrebbe potuto rovinare tutto ciò che erano riusciti a creare in quei mesi.

La prospettiva di un Malfoy che tornava ad insultarla e beffeggiarla nei corridoi e durante le lezioni era agghiacciante, le faceva male il solo pensiero e non voleva nemmeno immaginare dal vivo come si sarebbe sentita se mai fosse risuccesso. Negli anni ci aveva fatto il callo e aveva imparato ad ignorarlo, tanto alla fin fine gli insulti erano sempre gli stessi. Ma adesso che lui era cambiato e lei si era abituata a questa nuova realtà, non avrebbe sopportato di tornare al passato.

Sarebbe stato umiliante dopo tutto ciò che avevano passato insieme. Ma doveva essere realista... Draco non avrebbe reagito bene, su quel giornale avrebbe trovato citato il nome di suo padre e quelli dei suoi compagni con l'accusa di essere non solo dei mangiamorte, ma bensì I mangiamorte presenti la notte del ritorno di Voldemort. Sarebbe stato oltraggioso per lui e la sua famiglia... Nonostante avesse intuito che non nutriva un profondo amore verso suo padre, non avrebbe mai accettato un simile affronto pubblico dove il cognome dei Malfoy veniva infangato. Per colpa sua, di Hermione Granger, l'ideatrice di quell'intervista maledetta.

Voleva che Harry riuscisse a far ricredere le persone aprendogli finalmente gli occhi, facendogli accettare la realtà dei fatti, perché non ne poteva più di vedere uno dei suoi migliori amici soffrire. Ma al tempo stesso si era pentita di aver organizzato quella plateata... Le parole di quel sinistro negoziante non l'avevano ancora abbandonata e da una parte, avrebbe veramente voluto riparlargli per riuscire magari a farsi dare maggiori informazioni.

Sapeva però che non era una buona idea, in quanto molto rischiosa. Inoltre, per parlargli non avrebbe potuto aspettare la prossima visita al villaggio, che chissà quando sarebbe stata. E ciò comportava un ulteriore problema, come se non ne avesse già abbastanza. Non poteva correre quell'ulteriore follia, se non provare ad interpretare da sola ciò che le aveva voluto dire quell'uomo...

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La mattina arrivò troppo presto e la riccia fu davvero tentata di restare a letto e fingersi malata. Sarebbe stato un comportamento codardo, poco adatto a una grifondoro,  ma la prospettiva di rimandare lo scontro con Draco non le dispiaceva affatto. Sperava solamente di riuscire a mantenere la calma... Qualsiasi cosa fosse successa, doveva ricordarsi che Draco avrebbe parlato sotto l'effetto della rabbia, probabilmente si sarebbe sentito umiliato, arrabbiato, preso in giro e il suo unico intento sarebbe stato quello di ferirla a sua volta. Doveva incassare e cercare di tranquillizzarlo, dare di matto a sua volta non l'avrebbe portata a niente, non di buono per lo meno.

Con un sospiro pesante si alzò dal letto, guardandosi intorno disorientata. Le servirono alcuni istanti per ricordarsi che non era più nel dormitorio con Lavanda e Calì ma bensì nel suo nuovo appartamento privato. Si sarebbe goduta meglio quel momento, se solo non fosse stata così preoccupata e di cattivo umore. Lanciando uno sguardo fuori dalla finestra si rese conto che il cielo era di un grigio scuro, un po' come il suo umore. Si arrabbiò nuovamente con sé stessa, perché se solo avesse evitato quella stupida intervista adesso non avrebbe avuto tutti quei problemi e in quel momento, si sarebbe goduta a pieno il suo appartamento, sistemandolo al meglio delle sue capacità e dei suoi gusti. 

Già li vedeva...Una marea di libri ben allineati su mensole e scaffali, drappi rosso ed oro che adornavano le pareti e la sua camera da letto, tutte le sue foto preferite che abbellivano l'ambiente, un posto tutto per Grattastinchi dove non dava noia a nessuno e non se la doveva vedere con l'allergia di Lavanda che, ogni volta che il micione rosso faceva il suo ingresso nel dormitorio, iniziava a starnutire e a lamentarsi. Quindi Hermione era quasi sempre stata costretta a farlo dormire in sala comune. 

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora