Finalmente single!

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"Quindi avete già organizzato tutto?" Sussurrò Blaise a Draco. Erano passati alcuni giorni dalla riunione nella stanza delle necessità e a breve, il biondo avrebbe messo in atto il piano, grazie anche alla collaborazione del suo fidato braccio destro, Blaise. Era sabato e al momento erano in sala comune, pronti per scendere a colazione. Tramite alcune informazioni era riuscito ad individuare la vittima prescelta abbastanza facilmente, non gli bastava che obbligarla a fare ciò che voleva e il gioco sarebbe stato fatto. Avrebbe ceduto facilmente, sia perché le stava per offrire un'opportunità troppo ghiotta per essere rifiutata, sia perché era una tassorosso e da tale, era una debole. Non si sarebbe mai opposta a lui, il re delle serpi.

"Ci puoi giurare Blaise, e la piattola dovrà essermi riconoscente a vita." Rispose il biondo, finendo di annodarsi la cravatta. Il moro alzò gli occhi al cielo esasperato.

"Finirai mai di insultare i Weasley?"Chiese in un sussurro, beccandosi un'occhiata sconvolta da parte di Draco.

"Ma certo, e poi mi chiederai anche di diventare il secondo migliore amico di Potter? Andiamo Blaise... Quella è  plebaglia." Bofonchiò il biondo, disgustato al solo pensiero, facendo alzare gli occhi al soffitto al suo migliore amico.

"Questo non è né il luogo né il momento adatto per parlarne, ma sai che... Se tutto continuerà per questa strada, prima o poi dovrete arrivare a un punto d'incontro, vero?" Mormorò serio il moro, stando attento a mantenere un tono di voce basso in modo che solo Draco potesse sentirlo. Non lontano da loro c'erano Tiger e Goyle, figure isolate e inanimate senza Draco Malfoy al loro fianco a impartirgli ordini. Vicino a loro c'era Nott, che sembrava essere diventato una specie di suo sostituto e poco distante, Pansy e la sua migliore amica, nonché compagna di dormitorio, stavano parlottando tra di loro.

Draco colse il messaggio dell'amico e rilasciò uno sbuffo irritato. Sapeva dove voleva andare a parare Blaise e alla fine sapeva che era un tasto dolente che prima o poi avrebbe dovuto affrontare con la ragazza. Ma cosa doveva rispondere? Avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a quel presuntuoso di Potter e sottostare ai suoi ordini? Conosceva di che pasta era fatto e se avesse saputo che lui, in qualche modo, stava cercando di aiutarli, si sarebbe messo in mezzo e avrebbe voluto fare di testa sua, tentando di schiavizzarlo ai suoi ordini, cosa che non sarebbe mai e poi mai accaduta. Non voleva avere a che fare con Potter e la sua mania di fare l'eroe della situazione. Ma il saggio Blaise, come al solito non aveva torto. Non sapeva come sarebbe andata con Hermione ma se tutto proseguiva per il verso giusto, prima o poi si sarebbero dovuti ritrovare a fare i conti con la sua combriccola e lì, sarebbero stati guai sia per lei che per lui. Anche se la riccia non era mai entrata a dovere nell'argomento, aveva capito perfettamente che era terrorizzata all'idea che i suoi amici scoprissero tutto quanto. Come lo spiegava che aveva una relazione segreta con Draco Malfoy, il loro peggior nemico da sempre? Per non parlare dei segreti che gli stava raccontando... Non che per il momento sapesse granché, ma se stavano collaborando, pian piano avrebbe scoperto sempre più informazioni, o almeno era ciò che si aspettava.

Uno sguardo gli cadde anche su Pansy che, imbronciata, stava bisbigliando fitto fitto con Daphne. Non doveva fare tanti viaggi mentali per immaginarsi di cosa stessero parlando e fu anche per quello che fece un cenno a Blaise per invitarlo ad uscire da lì, dove l'aria si stava facendo opprimente.

"Pansy?" Chiese il moro, non appena furono fuori dalla portata di orecchie indiscrete. Il biondo annuì cupamente, pentendosi ogni giorno di più di essere andato a letto con quella sanguisuga. Da quando frequentava, se così poteva dire, la Granger, non aveva più toccato la ragazza nemmeno con un dito, cosa che quest'ultima non sembrava aver gradito. Il suo unico chiodo fisso, seppur assurdo e inspiegabile, era diventato Hermione Granger. Colei che aveva tiranneggiato, insultato, deriso e umiliato un'infinità di volte per i quattro lunghi anni ormai passati. Proprio lei, inspiegabilmente, era diventata il suo pensiero più costante.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora