"Gli renderò la vita impossibile."

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La partita era terminata da ore, ma la vittoria dei Grifondoro era sciamata via quasi immediatamente, ancor prima che quest'ultimi potessero rendersi davvero conto di esserne usciti vittoriosi.

In sala comune aleggiava un'aria lugubre e depressa, scandita da un silenzio assordante, eccetto per alcuni gruppetti che parlottavano tra di loro a bassa voce, probabilmente di quello che era accaduto in campo, viste le occhiatine timorose che ogni tanto lanciavano ad Harry.

Dopo la lite all'ultimo sangue con Malfoy, Harry e Fred erano stati trascinati dalla Mcgranitt nel suo ufficio, dove avevano subito la sua ira per lunghi ed interminabili minuti. Per non bastare però, li aveva raggiunti la Umbridge, che con sua somma gioia, aveva deciso di punire i colpevoli con la squalifica a vita dal quidditch, tirando in mezzo anche George, che in realtà non aveva fatto niente. Harry era certo di aver visto lo scintillio di soddisfazione personale nello sguardo della donna, nel mentre che lo privava di ciò che sapeva stargli più a cuore.

Così la squadra era stata dimezzata e senza battitori e cercatore, la situazione era decisamente tragica. Angelina aveva una faccia da funerale, fissava il camino con sguardo assente, troppo sconvolta per parlare. Ron osservava mogio la poltrona in pelle davanti a sé, mentre Harry e i gemelli si scambiavano sguardi infelici. Ginny ed Hermione invece erano andate in soccorso ai ragazzi, cercando in qualche modo di consolarli, ma si scambiavano costantemente sguardi preoccupati e carichi di rabbia e indignazione. Malfoy era un mostro, uno stronzo senza eguali e senza scrupoli. Non solo aveva rovinato la prima partita di Ron, era addirittura riuscito a distruggere la squadra, privando ulteriormente Harry delle poche cose che lo rendevano felice. Hermione era più che certa che questo avrebbe giocato a loro sfavore sul carattere irascibile e facilmente irritabile che nell'ultimo periodo attanagliava l'amico.

"Squalificato a vita... È tutta colpa mia." Gracchiò Ron a un certo punto. I presenti si voltarono verso di lui, compreso Harry.
"Non dire idiozie." Rispose il moro piatto. Ron scosse la testa avvilito.
"Non cercare di giustificarmi Harry, sono una frana. Non sono capace in niente e non merito il ruolo di portiere. Se mi fossi fatto rispettare da Malfoy, a quest'ora voi sareste ancora in squadra." Bisbigliò triste, guardando i gemelli ed Harry con aria afflitta.
"Non è colpa tua Ron! È Malfoy che ha organizzato tutto." Sbottò Hermione furente, facendo una smorfia terribile al solo pronunciare quel nome.
"L'avrei dovuto picchiare io. Almeno la Umbridge avrebbe sbattuto fuori me, tanto faccio schifo. La squadra non avrebbe perso nulla di speciale." Biascicò depresso
"Voleva sbattermi fuori, in un modo o nell'altro. Se non avesse avuto la possibilità di sbattere fuori me, probabilmente avrebbe sfatto l'intera squadra, pur di avere la soddisfazione di togliermi il quidditch. Non aspettava altro." Rispose Harry cupo, iniziando a camminare avanti e indietro davanti al camino scoppiettante.

"Questo non è giusto. Non può squalificarvi tutti e tre, a vita! Non ne ha alcun diritto!" Sbottò Angelina Furiosa, mentre i presenti annuivano concordi con lei.
"Magari Silente può intervenire" disse Ginny esitante.
Harry si rabbuiò ancora di più, al pensiero del preside, con il quale non parlava dallo scorso giugno.
"È tutto inutile, la Umbridge ha carta bianca ormai." Rispose aspro, scrutando le fiamme che danzavano in mezzo al focolare, memori del suo ultimo incontro con Sirius. A quel pensiero gli si strinse un nodo in gola. La Umbridge gli stava impedendo di sentire pure lui. Da Sirius era passata al quidditch, quale sarebbe stata la sua prossima mossa?

"Non è detto, ci può essere qualcosa che possiamo fare. La Umbridge non è nessuno!" Rispose Alicia arrabbiata, l'altra cacciatrice insieme ad Angelina.
"Si è fatta fare un nuovo decreto dal ministero." Bofonchiò Harry disgustato
"Un altro?" Strillò Hermione furiosa, balzando in piedi sotto gli occhi sbalorditi di tutti i presenti.
"Esatto. A quanto pare lei, in carica di inquisitore supremo, può scavalcare le decisioni dei professori. Non voleva che la squadra si riformasse, ma visto che alle altre aveva già concesso il permesso, la McGranitt si è rivolta a Silente, che ha messo la vecchia rospa a tacere. Questo però non le è andato giù e dunque, si è fatta fare questo nuovo stupido decreto da Carramell." Borbottò Fred acido.

Il mio sangue è uguale al tuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora