Hermione e Ron stavano correndo a perdifiato per i corridoi del castello, cercando disperatamente Harry. Avevano i polmoni in fiamme e il fiato corto, ma poco importava. La paura che avevano provato circa mezzora prima aveva cancellato tutto il resto.
"Miseriaccia Hermione, dove si sarà cacciato Harry?" Ansimò Ron, continuando a correre insieme all'amica. Erano appena stati in infermeria, ma del moro nessuna traccia.
"Forse è in sala comune, altrimenti non so più dove cercare!" Gli rispose, quasi con le lacrime agli occhi, cercando di ignorare le fitte al fianco e i polmoni in fiamme causati dalla corsa. Non si era immaginata così la fine degli esami ma soprattutto, l'assillava il non sapere cosa fosse successo al suo migliore amico. L'avevano solamente visto accasciarsi urlante sul banco per poi riprendersi, spaventato e sconvolto, pochi minuti dopo.
"Cavolo, prima o poi Harry mi farà prendere un colpo. Chissà cos'ha visto questa volta, per reagire in quel modo." Commentò Ron preoccupato, continuando a correre per poi imboccare una scorciatoia che li avrebbe portati al settimo piano e quindi alla loro sala comune.
"Ron, non perdiamo tempo, ho una pessima sensazione." Ansimò la riccia. Il rosso, al suo fianco, si limitò ad annuire per poi continuare la corsa.
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Harry si accasciò sul letto, tirando prima un calcio al baule e sentendo il cuore esplodergli nel petto. Quella visione... Chiuse nuovamente gli occhi, sentendo la cicatrice pizzicare ancora. Brividi freddi gli attraversarono la schiena, facendolo tremare. Avrebbe voluto urlare, spaccare tutto ciò che lo circondava ma sapeva che non sarebbe servito, che non sarebbe bastato. Doveva fare qualcosa, doveva salvarlo, andare da lui, impedire che venisse ucciso. Ma doveva prima comunicarlo a qualcuno. Scese velocemente le scale del dormitorio maschile, ritrovandosi in sala comune. Ignorò chiunque gli passasse accanto, finché non andò a sbattere contro un corpo solido che lo fece barcollare all'indietro.
"Harry! Ma cosa sta succedendo? Perché non sei insieme a Ron ed Hermione, mi sono giunte voci che sei stato male..." Harry si accorse di essere andato a sbattere proprio contro Ginny, che a sua volta era barcollata all'indietro e si stava massaggiando il braccio dopo aver fatto una smorfia di dolore. Harry era talmente agitato a tal punto da non essersi minimamente accorto della sua presenza finché non le era finito addosso e doveva sicuramente avere una faccia sconvolta, vista l'occhiata accigliata che gli rivolse la ragazza.
"Ginny ti prego, non è il momento...Ho bisogno di parlare proprio con Ron ed Hermione, il prima possibile." Ansimò, con il cuore in gola e le tempie che gli scoppiavano per l'agitazione. Era una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere da un momento all'altro. La sua vita non poteva essere perennemente costellata da tragedie, orrori, perdite e sofferenza. Non era giusto, non era normale... Non poteva perdere anche lui, non era ammissibile.
"Harry, mi sembri sconvolto... Se hai bisogno di aiuto, dovresti ormai sapere che di me ti puoi fidare." Gli rispose seria Ginny, sentendo anche lei una brutta sensazione. Il moro scosse la testa, mentre il suo istinto gli urlava di sbrigarsi perché stava perdendo tempo prezioso.
"Ti prego Ginny, non... Non puoi capire. Mi servono Hermione e Ron." Le rispose frettoloso, passandosi una mano tra i capelli a causa dell'ansia. Le persone, che entravano in sala comune, gli lanciarono alcuni sguardi perplessi e fugaci, ma lui li ignorò, fregandosene delle voci che sicuramente stavano già circolando sul suo conto. Probabilmente un'altra delle tante voci che si sarebbe aggiunta a quelle già esistenti che lo facevano passare per un pazzo visionario.
"Harry smettila di fare così e calmati per favore. Qualsiasi cosa sia successa, seguimi. Ci stanno guardando tutti... Sembri un pazzo." Gli fece appunto notare Ginny, afferrandolo per un braccio per uscire dalla sala comune e portarlo in un luogo più tranquillo. Quando Harry si comportava in quel modo, significava che qualcosa di brutto era successo. Lui non oppose resistenza e si fece portare fuori dalla sala comune senza troppe cerimonie. Forse di Ginny poteva fidarsi, visto che di Hermione e Ron non c'erano tracce e ormai l'esame era finito da un pezzo.
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Il mio sangue è uguale al tuo
Fanfiction-COMPLETA- -IN REVISIONE- IL SEQUEL SI INTITOLERA' "IL PIANTO DELLA FENICE" :) Draco si ritroverà a dover fare i conti con sé stesso, con quelle idee che fin da bambino gli erano state inculcate in testa, con la sua anima tormentata e con la consape...