il mio sangue è uguale al tuo -Prima parte-

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Il tempo era passato ma per Draco, erano state le ore più lunghe della sua vita, come se l'orologio non avesse scandito bene il tempo e quest'ultimo, si fosse più volte fermato. Perché a lui i minuti erano sembrate ore e le ore, erano sembrate decenni. Non aveva dormito affatto, perché una sensazione sgradevole,quasi dolorosa, mista a un orribile presentimento, gli avevano corroso le viscere e stretto lo stomaco in una morsa d'acciaio, impedendogli di prendere sonno e dopo una lunga notte passata in bianco, le occhiaie, quelle ombre violacee che stonavano con la sua carnagione chiara, segnavano la sua pelle diafana, dandogli un aspetto trasandato e stanco che non aveva niente a che vedere con la solita immagine impeccabile di Draco Malfoy. 

Aveva provato e provava sentimenti contrastanti, che facevano a cazzotti tra di loro, mentre si aggirava come un leone in gabbia per il perimetro della sua stanza, senza sapere che ore fossero, senza avere uno straccio di notizia, senza aver più saputo niente di niente. Da lì, sotto le profondità del lago nero, regnava solamente il silenzio, facendolo sentire ancor più fuori dal mondo. Poteva essere ancora notte fonda, come poteva essere l'alba o pieno pomeriggio ma stava di fatto che laggiù, non arrivava nemmeno uno spiraglio di luce, se non il riflesso verdastro delle acque turbolente del lago nero e, lo stesso, valeva per le notizie che circolavano per i corridoi. Laggiù, nelle viscere del castello, le notizie e i pettegolezzi arrivavano sempre per ultimi, passando prima di bocca in bocca.

Il cuore gli batteva come impazzito nel petto, mentre una vocina subdola del suo cervello gli suggeriva che quella notte, qualcosa di orribile era avvenuto. Il suo pensiero volò per la millesima volta ad Hermione Granger e per la millesima volta, sentì come un cazzotto nello stomaco mozzargli il respiro. Non riusciva a non provare preoccupazione al pensiero di ciò che poteva esserle accaduto, sentimento strano quanto assurdo per lui, che fino a pochi mesi prima, non si era mai preoccupato di nessuno se non di sé stesso.

Al tempo stesso però, provava rabbia e risentimento nei suoi confronti. Una rabbia cocente, che lo corrodeva, che anche se in fondo non voleva ammetterlo, poteva associare solamente ad un unico sentimento...La gelosia.

E odiava ammetterlo perchè se era geloso lo era perché lei aveva scelto di seguire Potter invece che restare con lui al castello ed essere geloso di Potter, era intollerabile e vergognoso da parte sua eppure, era la stramaledetta verità. Contrasse la mascella con rabbia, desideroso di prendere lo sfregiato e ridurlo in mille pezzi. Forse, stava impazzendo. Pur quanto odiasse Potter, non riusciva ad accettare di odiarlo ancora di più perché lo vedeva come un possibile rivale con il quale contendersi una donna. La SUA donna, pensò rabbioso.

Ma non poteva non pensare che era stata lei, di sua volontà, a scegliere di seguirlo, per l'ennesima volta. Non gli importava il perché lo avesse fatto...Il tarlo nella sua testa gli suggeriva solamente che lo aveva scelto, come sempre, senza pensarci due volte. Avrebbe potuto scegliere lui, invece che lo sfregiato. Sarebbe potuta restare, inventarsi una scusa per non andare e rimanere con lui, invece che andare a rischiare l'osso del collo per seguire Potter nelle sue avventure scervellate ma ovviamente no, era partita ugualmente, nonostante lui l'avesse quasi supplicata, motivo in più per vergognarsi. Lui, Draco Malfoy, che supplicava una donna di restare. Ma ovviamente, doveva tenere in conto il suo spirito grifondoro e il fatto che non si sarebbe mai tirata indietro, a prescindere, da un qualsiasi atto comportasse gesta eroiche. Grugní tra sé, chiedendosi dove diavolo sarebbe andato a finire. Come poteva essersi ridotto in quel modo, proprio lui, Draco Malfoy?

A quel pensiero storse il naso in una smorfia di risentimento, mista ad altri sentimenti che non seppe ben interpretare. Ma come si era ridotto...L'amore...Fino a pochi mesi prima non ci aveva mai  minimamente pensato perché per lui l'amore era sempre stato un sentimento sciocco e per persone deboli e credulone, che arrivavano al punto di mettere sé stessi, la propria vita, i propri progetti e i propri sogni in secondo piano pur di rendere felice un'altra persona. A quale scopo? Eppure, c'era cascato in pieno anche lui con tutti e due i piedi.

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