Il mio sangue è uguale al tuo

Hagrid è tornato

Dopo aver mollato Malfoy in mezzo al corridoio, Hermione si era precipitata a cercare Ron ai piani superiori, trovandolo alle prese con Pix, il terribile poltergeist, che stava cercando di mandare a gambe all'aria un paio di pesanti armature, sotto lo sguardo atterrito del rosso.

La riccia senza pensarci due volte, aveva allontanato la fastidiosa creatura, trascinando via Ron senza dare spiegazioni e senza nemmeno finire di fare le ronde. Si era fermata solamente una volta giunti in sala comune, ormai vuota. E l'unica cosa che era riuscita ad ansimare era stata
" Ron... Hagrid è tornato."

Il ragazzo aveva sgranato gli occhi per la sorpresa e al tempo stesso per la felicità, precipitandosi alla finestrella della torre di grifondoro per adocchiare nelle tenebre. La vista delle finestre della capanna finalmente illuminate che riversavano lunghe ombre sulla neve all'esterno e, il comignolo che emetteva sbuffi di fumo, gli avevano illuminato il volto di un enorme sorriso.
"Dobbiamo dirlo ad Harry." Aveva sussurrato emozionato.

Per avvertire l'amico avevano però aspettato la mattina seguente perché Hermione aveva preferito essere prudente. Sapeva quanto a Harry mancasse Hagrid e dargli una simile notizia a quell'ora tarda, sarebbe stata una tentazione troppo forte per il moro, che avrebbe sicuramente fatto di tutto per sgattaiolare fuori dal castello in piena notte.

I due ragazzi quindi erano andati nei rispettivi dormitori completamente elettrizzati, desiderosi di mettere Harry al corrente della felice notizia.

Come previsto, la mattina gli avevano raccontato tutto, dovendo poi battersi per non fargli saltare tutte le lezioni per andare immediatamente a trovare il guardia caccia e, alla fine, anche se piuttosto scontento e sotto insistenza di Hermione, Harry aveva accettato di recarsi da Hagrid solamente dopo la fine delle lezioni pomeridiane.

Quella sera, si erano precipitati al limitare della foresta proibita, arrancando nella neve alta, per andare finalmente a trovare Hagrid. Quando avevano bussato, avevano sentito il latrato di Thor, che era stato come una specie di "bentornato a casa". La scena che però gli si era parata davanti, era stata sconvolgente.

Quello che doveva essere Hagrid, era quasi irriconoscibile. Il volto era completamente tumefatto e coperto da brutte ferite. A prima vista qualche dente gli era partito e dall'andatura zoppicante e sofferente doveva avere alcune costole rotte e varie contusioni.

I tre amici l'avevano guardato sconvolti, ritrovandosi a dover insistere parecchio per farsi raccontare ciò che aveva fatto durante tutto quel lungo periodo di assenza e alla fine, dopo ipotesi e suppliche, Hagrid aveva ceduto, confessando di essere stato alla ricerca dei giganti insieme a Madama Maxime, sotto missione top secret affidatagli da Silente. Non aveva però voluto raccontare come si fosse procurato tutte quelle ferite.

Il racconto era stato avvincente e ricco di dettagli. Hagrid aveva veramente dato prova del suo grande coraggio, suscitando ancora di più il profondo rispetto dei tre ragazzi. Era andato tutto bene finché un bussare alla porta li aveva fatti ammutolire tutti quanti e con estremo orrore, Harry, Ron ed Hermione, avevamo capito che a bussare alla porta era stata la Umbridge e, in fretta e furia, avevano fatto appena in tempo a nascondersi sotto al mantello dell'invisibilita di Harry.

L'incontro era stato teso e difficile, in quanto la professoressa, aveva cercato di mettere Hagrid in difficoltà con ogni mezzo a sua disposizione, arrivando quasi al punto di smascherare la presenza di Harry, Ron ed Hermione.

Adesso i ragazzi si trovavano in sala comune davanti al focolare scoppiettante, intenti a parlottare tra di loro.
"Molti del nostro anno non sono tanto entusiasti del ritorno di Hagrid." Sospirò a un tratto Hermione
"Io sono felice del suo ritorno, ma andiamo... A nessuno piace rischiare di restare secco durante una lezione di cura delle creature magiche." Mugulò Ron.