Every

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È passata un'ora da quando Zayn ha detto di dover andare, ma siamo ancora qui a chiacchierare tranquillamente. Non voglio chiudere questa telefonata, dopo una giornata del genere rilassarmi ascoltandolo è quello di cui ho bisogno.

"Non pensavo fossi capace di una cosa del genere, Eve" Zayn scoppia a ridere, facendo sorridere di conseguenza anche me. Gli sto raccontando cose su di me, cose divertenti che mi permettono di sentire la sua risata "sul serio, non finisci mai di stupirmi" dice, non riuscendo a tornare serio.

"Ti stupisco? Davvero?" gli chiedo, ridendo mentre chiudo gli occhi, ancora sdraiata sul letto.

"Sì, non sai quanto" arrossisco, restando in silenzio per un attimo, poi lui ride ancora e io non posso far altro che ridere insieme a lui.

"Ora stupiscimi tu, raccontami qualcosa" sorrido, voglio sapere qualcosa in più su di lui.

"Mmh" resto in silenzio, gli lascio il tempo di pensare a cosa vuole dire "sai, quando ero più piccolo venivo preso in giro per... per il mio aspetto e per il fatto che" è insicuro, il modo in cui sta parlando mi fa venire voglia di andare da lui, ovunque sia, e abbracciarlo "amavo cantare" sospira "gli altri bambini dicevano che era roba da femminucce".

"Amo la tua voce" gli dico, nemmeno penso a cosa sto dicendo, le parole escono senza che io possa farci niente. È troppo facile essere onesta con lui, ma forse è troppo. Forse gli da fastidio, quindi mi correggo "cioè quando hai cantato per me... Mi ha fatto stare bene" mi mordo il labbro inferiore, succede ogni volta che penso di aver detto qualcosa di sbagliato.

"Mi... mi fa piacere" spero di non averlo messo in imbarazzo. Tengo gli occhi chiusi, lasciando che l'oscurità della stanza mi avvolga. Tutto sembra essere perfetto in questo momento.

"E poi cosa ti importa di cosa dicono gli altri?" io penso che la sua voce sia il suono più bello che abbia mai sentito, questo non basta?

"Adesso nulla, prima ci stavo male" mi spiega. Mi tornano in mente gli anni di scuola elementare, quando tutti gli altri bambini mi davano strani nomignoli per il colore dei miei capelli.

"Beh, a me prendevano in giro per i miei capelli rossi" gli confesso, a volte mi sento ancora insicura quando mi guardo allo specchio, anche se non vorrei esserlo.

"Mmh mi hai appena svelato un dettaglio di te" ride di nuovo, mentre io lo ascolto. Sorrido, non posso farne a meno.

"Ora anche tu me ne devi uno!" esclamo quando è tornato il silenzio, anche io voglio potermelo immaginare.

"Mmh... vediamo" incomincia "Perrie diceva sempre che i miei occhi le ricordavano il caramello... ne va pazza". Sentendo quel nome il sorriso mi si cancella inspiegabilmente, mi ritrovo a stringere le labbra, pensando a qualcosa da dire che non riguardi lei.

"Sono sicura che hai degli occhi bellissimi" replico infine, pensandolo davvero. Tendo a fare molto caso agli occhi delle persone, mi lascio affascinare dal colore e dalle emozioni che essi lasciano trasparire. E non vedo l'ora di vederli, quegli occhi color caramello.

"E i tuoi come sono?"

"Lo saprai quando ci incontreremo" gli rispondo prontamente. Se vuole aspettare fino a quando ci incontreremo per sapere come siamo fatti, allora non avrà nessun indizio da parte mia.

"Mmh... misteriosa, mi piace" gli angoli delle labbra mi si alzano in un sorriso spontaneo. Dal calore che percepisco sulle guance mi accorgo di essere arrossita, solo lui può farmi arrossire ogni volta che apre bocca.

"Ti piace? Interessante" non riesco a non ridere, una risata per nascondere l'imbarazzo.

"Già".

Lovers by accident || Z.M.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora