Zayn

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"Quindi ora cosa ne sarà di noi? Della nostra..." esito un secondo, infilando le mani nelle tasche dei jeans, insicuro su come definire il nostro rapporto. "...amicizia?" dico infine, passando la lingua tra le labbra secche a causa il freddo.

"Ci ho riflettuto molto e credo che dovremmo finirla qui. Adesso mi hai nascosto questo, in futuro potresti nascondermi qualcosa di più importante..." sussurra, distogliendo lo sguardo e portandolo sull'asfalto grigio sotto di noi.
L'ha detto davvero, vuole far finire tutto adesso.
In un certo senso posso capirla, anch'io mi sentirei tradito e preso in giro al suo posto, ma non credo di riuscire a sopportare tutto questo. Quando Perrie mi ha lasciato, c'era Eve per me, lei mi ha aiutato davvero molto, ma adesso? Adesso rimarrò da solo, con me stesso e nessun altro, chiuderò inevitabilmente di nuovo tutti fuori dalla mia vita, e questa volta chi ci sarà a salvarmi?

"o-okay... se questa è la tua decisione io... ora è meglio che vada..." riesco appena a dire prima che la mia voce si spezzi, rimanendo incastrata sotto un nodo dentro la mia gola.

"Scherzavo, mi mancheresti troppo" Dice a un tratto, portando gli occhi su di me con un sorriso sulle labbra.
Il mio cervello elabora in un attimo le sue parole e istintivamente gli angoli della mia bocca minacciano di piegarsi verso l'alto, ma per questa volta devo controllarmi. Lei ha deciso di giocare con me, così ho deciso di stare al suo gioco.

"Sono stanco dei tuoi scherzi, non pensi abbia già sofferto abbastanza?" Mi fermo sui miei passi per guardarla negli occhi, mantenendo un'espressione fredda.

"Scusa, Zay..." sussurra, la sua voce appena udibile, e fa per allontanarsi a testa bassa.
Con un paio di piccoli passi la raggiungo e avvolgo le mie braccia intorno alle sue spalle, stringendola delicatamente al mio petto.

"Credi che ti lascerò andare via così?" sorrido sui suoi capelli rossi, sentendo le sue piccole mani sfiorare il mio petto, percorrendolo fino ad arrivare dietro al collo. Di rimando faccio scendere lentamente le mie sui suoi fianchi.

"Credi che voglia andarmene?" Si allontana di qualche centimetro da me, solo per riuscire a guardarmi negli occhi.

"Non so... mi dispiace" Sospiro, ripensando al motivo per cui ho rischiato di perderla.

"Dobbiamo promettere una cosa," dice con voce dolce, distraendomi dai miei pensieri cupi. "Dobbiamo promettere che non faremo più scherzi di questo genere l'uno all'altra." chiarisce, porgendomi il mignolino in un gesto infantile ma adorabile. "Promesso?" chiede, cercando i miei occhi con i suoi.

"Promesso" dico semplicemente, portando il mio mignolo ad incastrarsi con il suo.
Entrambi ci guardiamo sorridendo per qualche attimo, poi scoppiamo a ridere, attirando l'attenzione di qualche passante curioso.

"Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa?" le chiedo, sentendo il mio stomaco brontolare. "Non tocco cibo da ieri a pranzo e sto decisamente morendo di fame" aggiungo, abbozzando una risata e pregando mentalmente che non chieda spiegazioni.

"Certo" sorride, portandosi con la mano una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Le faccio strada fino a un bar qui vicino, portandola a sedere al mio solito posto, il tavolino in fondo alla sala.
Una cameriera che ormai mi conosce prende le nostre ordinazioni e sparisce in cucina, lasciandoci soli.

"Mi piace questo posto, non c'ero mai stata" afferma sorridente, guardandosi intorno. È così bella.

"Sai, ero qui quando mi hai scritto la prima volta..." Sussurro, mentre le immagini di quel giorno si ridisegnano nitide nella mia mente. È iniziato tutto per una cifra mancata, per un semplice errore di distrazione, eppure ora siamo qua, e penso che sia stato lo sbaglio più bello di sempre.

"Lo hai scelto di proposito?" Mi chiede con gli angoli delle labbra alzati in un sorriso, quasi leggendomi nella mente.

"Può darsi" sorrido di rimando, accennando appena una risata. Non facciamo altro da quando abbiamo lasciato il parco e, dopo tutto questo tempo, vederla sorridere così davanti a me mi scalda il cuore.

"Sei meglio di quanto immaginassi" si lascia scappare, abbassando subito lo sguardo sul tavolino di legno, imbarazzata.

"E io non mi sbagliavo su di te, Eve, sei bellissima". Alle mie parole si copre il viso con una mano, nascondendo le sue guance leggermente arrossate.

"Ci eravamo promessi che avremmo ballato sotto la pioggia la prima volta che ci fossimo incontrati, ricordi?".

"Certo che si, peccato che non stia piovendo" sposto lo sguardo alla finestra, guardando le bianche nuvolette sparse per il cielo di Londra.

"Vuoi dirmi che l'avresti fatto davvero?" chiede, con una punta appena percettibile di scetticismo nella voce. Ma certo che lo avrei fatto, per lei questo ed altro.

"Te l'ho promesso, no?".

"Abbiamo una scusa per rivederci" dice, piegando la testa di lato e mordendosi nervosamente il labbro inferiore. È adorabile.

"Se la metti così, spero che non piova nemmeno la prossima volta" ridacchio, perdendomi per un attimo nei suo occhi profondi. Lei ride alle mie parole e non potrei chiedere di meglio. "Sai, mi sembra così strano starti così vicino".

"Sembra strano anche a me, adesso ho la conferma che sei reale" sussurra, abbassando lo sguardo, e non posso fare a meno di ridere, è così tenera.

"Perché stai ridendo?" assottiglia gli occhi, riducendoli a due fessure, e poggia una guancia sul palmo della mano sinistra, aspettando una mia risposta.

"Stare con te è proprio come immaginavo...".

"E cioè?" si sporge leggermente in avanti sul tavolino, sorridendo dolcemente per incoraggiarmi a finire la frase. Prendo un profondo respiro, cercando le parole giuste, e poi mi decido a parlare.

"Mi sento a mio agio, è" faccio una piccola pausa, leccandomi le labbra e osservando il suo sorriso crescere "bello" dico semplicemente, pensandolo davvero.

"È così anche per me, Zay" dice, ampliando ulteriormente il suo sorriso dolce e ringraziando la cameriera che ha appena lasciato le nostre ordinazioni sul tavolino.
"Ti andrebbe di raccontarmi la tua storia?" Mi sorprende dicendo. "Parlo di tutto ciò che riguarda il canto, insomma, quello che finora non mi hai detto..." specifica, ma non c'è giudizio o rabbia nella sua voce, è semplicemente curiosa.
Annuisco lentamente, portando un boccone alle labbra e perdendomi a parlare di me, come mai avevo fatto con nessuno.

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Capitolo scritto da TrixieThunder

Lovers by accident || Z.M.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora