Zayn

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"Zayn! Ti siedi vicino a me?" Jax picchetta con una mano sulla sedia accanto a lui, riservandomi il posto. Non posso fare a meno di sorridere per questo suo gesto affettuoso e annuisco piano, dirigendomi verso di lui.

"Certo, piccoletto" aggiungo, per dare voce ai miei gesti, e mi accomodo alla sua sinistra, guardandomi intorno.

"Jaxon, smettila di tormentare il povero Zayn. Non è il tuo baby sitter" dice Clair, la madre di Eve, aspettando che il marito sia seduto a capo tavola per riempire i piatti con della pasta al sugo.

"È tutto a posto, non si preoccupi" sollevo gli angoli delle labbra alla donna che ricambia il mio sorriso, poi porto lo sguardo sul ragazzino accanto a me. "Dopo mi mostri le altre costruzioni? Quelle di cui mi hai parlato prima?" gli chiedo, piegando la testa da un lato e aspettando la sua risposta. Lui annuisce semplicemente, con la bocca già piena di cibo.

"Sei così gentile con lui, devi avere molta pazienza" sussurra la madre di Eve, portandomi a guardarla nuovamente. Scuoto leggermente la testa.

"Non è un problema, mi piace stare con Jax" ammetto sinceramente, lanciando un'occhiata veloce a Every, di fronte a me. Jax è un ragazzino molto sveglio per la sua età, inoltre giocare con lui mi fa tornare indietro alla mia infanzia, mi riporta a quando mia madre giocava con me per pomeriggi interi.

"Dovresti venire qui più spesso" suggerisce la donna da cui Eve ha preso i dolci lineamenti del viso. La ragazza dai capelli rossi annuisce, enfatizzando appena le parole della madre, e accenna un sorriso.

"Non so quanto sia possibile, ma mi farebbe piacere" sussurro, portandomi un'altra forchettata di cibo alle labbra. Mi pento quasi subito delle mie parole, ma ormai non c'è modo di ricacciarle dentro.
Dannazione, Malik.

"Perché no?" quello che ho capito chiamarsi Jeremy aggrotta le sopracciglia in un profondo cipiglio, fissandomi con curiosità.

"P-per il mio lavoro" sussurro timidamente, abbassando lo sguardo sulle punte della forchetta che stringo in mano. Posso sentire il sudore freddo formarsi sulle mie dita e mi maledico mentalmente per aver messo in mezzo il canto. Non ho idea di quali reazioni potrebbero avere i genitori di Eve e devo ammettere che questa cosa un po' mi spaventa.

"E che lavoro fai?" .

"Canto" sento il calore crescere sulle mie guance e sono sicuro di star arrossendo. Prendo il mio bicchiere colmo d'acqua e lo porto alle labbra, lasciando che il liquido fresco mi scorra nella gola.

"È una carriera particolare, quella che hai scelto" mi fa notare l'uomo. Annuisco un po' incerto, rendendomi poi conto di non poter continuare a parlare a monosillabi per il resto della serata. Voglio che suoi genitori abbiano una buona impressione di me e non è certo in questo modo che l'avranno. Devo trovare qualcosa di sensato da dire, qualcosa che mi faccia apparire come un ragazzo con la testa a posto, insomma.

"Non avrei creduto di farne una carriera, sinceramente." accenno una risata, chiudendo per un attimo gli occhi e ricordando i miei pomeriggi passati a cantare nel garage di Harry per scaricare la frustrazione dovuta alla scuola.

"Ero più il tipo che pensava al canto come rifugio per scappare dalla quotidianità, mentre adesso è diventato parte della mia routine, è il mio lavoro, e non posso chiedere di meglio, davvero." Alzo gli occhi verso Eve e incrocio il suo sguardo, vedendo gli angoli delle sue labbra sollevarsi appena al contatto visivo. Arrossisco nuovamente per qualche strana ragione e abbasso lo sguardo sul piatto ora vuoto, mordendomi l'interno guancia.

"Dovreste ascoltare le sue canzoni, sono fantastiche" afferma Eve con entusiasmo, rivolta ai suoi genitori. So che apprezza davvero la mia musica e mi si riempie il cuore di gioia a sentire le sue parole.

Lovers by accident || Z.M.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora