Zayn

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Questa notte non ho chiuso occhio.
Non è passato minuto dopo la chiamata senza che io pensassi a lei.
Il suono della sua voce distrutta si ripeteva nelle mie orecchie ogni fottuto istante, nel silenzio della casa addormentata.
Niall mi ha proposto di rimanere a dormire da lui, e io ho acconsentito saggiamente. So che ha paura che io possa chiudermi in me stesso come dopo la rottura con Perrie, ma questa volta è diverso. Fa più male.
Questa volta è diverso perché so che è solo colpa mia, perché so di averla ferita.
Mi passo una mano tra i capelli con frustrazione e mi chiedo cosa stia facendo adesso, se anche lei non smette di pensare a noi, che oggi ci saremmo dovuti incontrare.
Sarebbe dovuto essere un giorno indimenticabile, avrei finalmente potuto vedere quei capelli rossi, il suo viso, avrei sentito la sua voce dal vivo e l'avrei potuta stringere tra le mie braccia come molte volte ho sognato di fare.
Invece no, sono qui su una sedia di legno a fissare la mia tazza di cereali senza nemmeno la forza di afferrare il cucchiaio per portarli alla bocca.
Ripenso a tutti i nostri momenti più belli, alle risate, alla notte in cui le ho cantato la canzone che ho scritto per lei, alle promesse che ci siamo fatti. Penso a quanto era bella la sua voce mentre parlava di se stessa, mentre si apriva a me.
Sfilo lentamente il cellulare dalla tasca, ma non c'è nessuna notifica da parte sua. Ovviamente. Che altro avrebbe da dirmi? Non potrebbe più fidarsi di me e non è nemmeno tipo da scrivermi per il semplice gusto di insultarmi e farmi sentire una merda più di quanto già non mi ci senta.
Sento dei passi leggeri avvicinarsi e istintivamente alzo la testa, per scoprire a chi appartengono.

"Buongiorno" sussurra Niall dal suo buffo pigiama di flanella. "Dormito bene sul divano?" Accenna un sorriso.

"Vorrei davvero dirti di si" rispondo, sorridendo amaramente di rimando.

"Cosa hai intenzione di fare, ora?" Mi chiede, sistemandosi sulla sedia di fronte alla mia.

"Nulla, non lo so" dico appena. Dovrei continuare con la mia vita adesso, come se Eve non ci fosse mai stata, è così che ha deciso di fare lei con me. Ha deciso di cancellarmi dai suoi ricordi e io dovrei fare lo stesso, ma non è così facile.

"Non li mangi, vero?" Indica la tazza davanti a me, afferrandola e iniziando a mangiare non appena scuoto la testa. "Vai pure sul mio letto a riposare" suggerisce e penso abbia ragione, devo provare a dormire almeno un po'.

Quando apro gli occhi, l'orologio sul comodino di Niall segna circa le due del pomeriggio, così decido di farmi una doccia veloce e uscire a fare una passeggiata per schiarirmi le idee.
Cammino senza meta tra le vie del quartiere per una ventina di minuti, ritrovandomi poi per puro caso - o forse no - nel parco in cui avevamo l'appuntamento.
Era qui che mi incontravo sempre con Perrie, quando stavamo insieme. In ogni angolo di questo maledetto posto rivedo noi due, felici, ma ormai non mi fa più alcun effetto, ormai sono solo ricordi.
Cammino qualche altro minuto, con l'aria fredda e pungente sulla pelle, prima di sedermi su una panchina vicino l'entrata del parco e infilare le cuffiette nelle orecchie, facendo partire la mia canzone preferita. Mimo le parole sentite così tante volte con le labbra, e per un istante dimentico tutti i problemi.
Dopo un'altra decina di minuti passati ad ascoltare canzoni strazianti, penso sia meglio andare a mangiare qualcosa prima che i crampi allo stomaco si facciano più forti.
Mi alzo per avviarmi verso il bar più vicino, ma vengo fermato dalla voce di una ragazza.

"Scusa?" Mi sembra di averla già vista, un paio di volte credo. Sulla metro e proprio in questo parco, al laghetto, se non sbaglio. I suoi capelli rosso fuoco si riconoscerebbero da chilometri.

"No, scusa, oggi non è proprio giornata per autografi o cose del genere..." sussurro, scuotendo appena la testa.

"Non hai nemmeno un minuto per me, occhi color caramello?" La sento sospirare pesantemente e quando alzo lo sguardo si sta mordendo con forza il labbro inferiore.

Occhi color caramello.

"Eve..." spalanco gli occhi, accennando un sorriso. Dio, non ci credo, è anche più bella di come l'avevo immaginata.
I suoi lineamenti sono così dolci e le sue labbra così carnose, per non parlare di quegli occhi da cui non riesco a uscire.
Annuisce appena, continuando a fissarmi in attesa che dica qualcosa.

"Ti giuro, io non volevo farti del male, solo che ho avuto così tanta paura di allontanarti che-" faccio volare le mie mani in aria in gesti confusi e le parole escono a raffica senza un ordine ben preciso, frettolose. Ho bisogno di spiegarmi, ho bisogno che lei mi ascolti.

"Ehi" la sua voce è talmente bassa che nemmeno ci faccio caso, continuando a parlare.

"No davvero, mi dispiace così tanto, Eve. Tu meritavi di sapere la verità, sei stata sincera con me mentre io ti ho nascosto una cosa così grande. Capirò se non vorrai perdonarmi, ma ti preg-" non faccio in tempo a terminare la frase che mi ritrovo stretto fra le sue piccole braccia.
Il peso sul mio petto si dissolve immediatamente e affondo la testa nell'incavo del suo collo, assaporando il profumo dei suoi capelli morbidi.
Ricambio l'abbraccio delicatamente, come per paura di farle del male, e la attiro a me, desiderando di non lasciarla più andare.
Non sento più né il freddo né la fame, questo adesso è l'unico posto in cui voglio stare, nelle sue braccia. Al sicuro.

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Capitolo scritto da TrixieThunder

Lovers by accident || Z.M.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora