Quando apro gli occhi la stanza non è ancora ben illuminata, deboli raggi di un sole assonnato filtrano dalle tendine alle finestre.
Il mio primo pensiero, questa mattina, va a Niall. Devo assolutamente vederlo e scusami con lui per quello che è successo, mi sento così in colpa.
Decido scrivere a sua madre a che ora potrei andare da loro senza disturbare, lui magari dorme ancora.
Dopo aver inviato noto un messaggio di Eve e lo apro senza esitare."Buongiorno Zay, sei già sveglio?"
"Ora sì" scrivo senza pensare, passando la mia mano libera sugli occhi. "Buongiorno anche a te" le mando subito dopo.
"Ehm... scusa non volevo svegliarti" la sua risposta arriva in un attimo.
"No, tranquilla" non è stata lei a svegliarmi. O almeno, non intenzionalmente.
"Dormito bene?" Mi chiede.
No. Per niente. Non ho fatto altro che rigirarmi nel letto tutta la notte, non sono riuscito a trovare pace. Credo essermi addormentato un paio di volte, ma immagini sfocate di lei che correva via da me si ripetevano nel mio cervello svegliandomi di soprassalto, così ho abbandonato l'idea di provare a dormire.
La stanchezza deve aver vinto sulle mie paure solo un paio d'ore fa."Sì, molto bene, grazie, tu?" Decido di dirle, solo per non trovarmi costretto ad aprire l'argomento.
"Sì, anche io..."
"Meglio così" scendo dal letto a piedi scalzi e mi dirigo in bagno per lavarmi la faccia. Allo specchio la mia vista è orribile, occhiaie violacee cerchiano i miei occhi e la barba di qualche giorno mi dà l'aspetto di un poveraccio.
Beh, è così che mi sento adesso."Stai bene? Ti sento... strano" dio, pure da dietro uno schermo riesce a percepire quando c'è qualcosa che non va.
"Sono solo un po' agitato per domani" scelgo di dirle la verità. Non posso mentire a Eve, non potrei nemmeno se lo volessi.
Eppure l'hai fatto, ripete una vocina nella mia testa.
È vero, l'ho fatto. Sono stato un coglione.
Ma domani, domani la vedrò. Domani dovrò seriamente affrontare la verità e non immagina quanto sia nervoso. Ho così tanta paura di allontanarla...
Dopo aver ripetuto la parola 'domani' più volte nella mia testa, finalmente realizzo che è domani. Cioè, domani domani.
Domani nel senso che mancano solo poche ore."Anche io, ma non so perché... Tu lo sai?" Oh, certo. Sono solo una promessa della musica che sta fingendo di essere un ragazzo normale con te e ti mente da sempre. Ma questo non posso dirtelo. Non ora.
"N-no... penso sia normale"
"Andrà tutto bene, non devi preoccuparti di niente" è facile per lei. Se solo sapesse tutto... non voglio nemmeno pensarci.
"Certo..." mi lascio scappare qualche puntino di troppo.
"Dico davvero, Zay"
"Hai ragione" e invece no. Ti sbagli di grosso.
"Sempre che vuoi ancora farlo..." in effetti potrei ancora ripensarci, ma questo la farebbe stare male.
Se la conosco, inizierebbe a sentirsi il problema della situazione e non all'altezza di ciò che la circonda, quando invece il problema sono io.
Sono io che le ho mentito, io che ho combinato tutto questo casino, e quindi sono io che devo prendermi le mie responsabilità e sistemare le cose."Certo che voglio"
"Okay" so che non è convinta, ma per ora non farò nulla.
Mentre penso a una cosa intelligente da risponderle, un messaggio fa vibrare il mio iPhone. Maura mi invita a raggiungerli ora e a rimanere a pranzo.
"Ora vado, piccola, ci sentiamo sta sera, se ti va" mi spoglio ed entro nella doccia con ancora il cellulare in mano.
"Certo... A stasera" mi saluta. Chiudo la schermata e infilo il telefono nella tasca dell'accappatoio bianco, aprendo subito dopo l'acqua tiepida che permette ai miei muscoli di rilassarsi.
Dopo essermi vestito in fretta, esco dal mio appartamento e inizio a percorrere la strada che per anni ho fatto ogni giorno. Faccio una piccola sosta per comprare delle patatine alla paprika che so essere le sue preferite e una volta arrivato suono al campanello.
Maura mi accoglie con un sorriso caldo e mi spiega con un sospiro che suo figlio non accenna a uscire dalla sua stanza.
Picchietto un paio di volte su legno della porta, ma non mi arriva alcuna risposta.
Decido di entrare ugualmente e la vista del mio amico in quelle condizioni mi fa rabbrividire.
È seduto sul suo letto con le ginocchia al petto e la testa appoggiata su di esse. La stanza è in penombra e non appena alza il viso mi si spezza il cuore.
Ha entrambi gli occhi gonfi e alcuni cerotti sulla fronte e sul mento, e noto solo adesso il gesso che avvolge il suo braccio."Ehi" sussurra abbozzando un sorriso.
"Mi dispiace, amico, io avrei voluto esserci..." dico ad occhi bassi, scuotendo appena la testa.
"Entra avanti, che fai ancora sulla porta?" Ridacchia. "Cos'hai in mano?"
"Patatine" mi avvicino a lui sventolando il pacchetto.
"Alla paprika?" Chiede con la voce piena di speranza. Suppongo che in questi giorni non stia mangiando molto...
"Alla paprika." Sorrido, sedendomi accanto a lui e porgendogli le patatine.
"Grazie" le prende e apre il pacchetto, estraendo una patatina e portandosela alla bocca. "Mi conosci proprio bene" annuisce tra sé e sé con la bocca piena.
"Niall, io..."
"So dove vuoi arrivare." Sospira. "Non importa, davvero, e poi non mi va di parlarne." Cerca di concludere, ma il peso sul mio petto non è diminuito.
"Sì, ma-"
"Niente ma." Mi interrompe, alzando leggermente il tono. "Sono sicuro che ci saresti stato, ti conosco."
Provo a ribattere ancora ma me lo impedisce di nuovo. "Sei venuto qui per cercare di farmi stare meglio, no?"
"Beh, sì" non so veramente che dire.
"Allora raccontami qualcosa" propone, ricominciando a mangiare le sue patatine. "Ti sei ripreso? E la musica? Come va?"
"Bene... in realtà..." faccio una piccola pausa, insicuro su cosa dire. È il mio migliore amico, e poi ho bisogno di parlarne con qualcuno per avere un consiglio sul da farsi. "ho conosciuto una ragazza..." anche se 'conosciuto' non è la parola adatta.
Il biondo rimane in silenzio per permettermi di continuare, ma arrivati a questo punto non so cosa dire."Ti piace?" dice dopo lunghi attimi di silenzio. Fisicamente non so come sia Eve, ma sì, mi piace.
"È complicato." Eccome se lo è.
"Ho tutto il tempo, spiega" sorride, porgendomi il pacchetto di patatine.
Ne prendo una e mi perdo a raccontargli di noi. Del messaggio che ci ha fatto conoscere, di come ci capiamo, del rapporto che si è creato in questo tempo, e del fatto che lei non sappia la verità.I suoi occhi di ghiaccio mi squadrano con severità e so che vorrebbe dirmi qualcosa, ma si sta trattenendo dal farlo.
"Che ne pensi, Horan?" Gli chiedo, passandomi la mano sul viso con frustrazione.
"Penso che sei stato un idiota..." ci pensa un po' su. "Anzi no, un vero coglione." abbozza una risata tentando di sdrammatizzare.
"Lo so... ma te l'ho spiegato..."
"Sì, ti capisco, ma sei veramente nei casini adesso. Pensa a come la prenderà quando scoprirà chi sei..." sospira. Pensarci, dice? Ormai questo pensiero mi tormenta ogni minuto di ogni giorno da giorni. È così frustrante.
Annuisco semplicemente, chiudendo gli occhi."Vedrai che capirà." dice qualche attimo dopo. "In fondo sei sempre tu, no?"
"Ragazzi è pronto il pranzo" Annuncia Maura da dietro la porta, prima di aprirla leggermente. "Niall, tesoro, dimmi che almeno oggi mangerai un po'..."
"Va bene, mamma" risponde lui, facendo alzare gli angoli della mia bocca in un sorriso.
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Capitolo scritto da TrixieThunder
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Lovers by accident || Z.M.||
Fanfikce[COMPLETA] Every, diciottenne londinese, in una giornata di fine estate cerca disperatamente via sms la sua migliore amica Jamie, che è stata trascinata dai genitori dall'altra parte del paese per far visita a una vecchia zia. Ma cosa succederebbe s...