Il giorno successivo, quando mi sveglio, mi rendo conto di non aver nessuna voglia di alzarmi e iniziare la giornata. Oggi avrei dovuto incontrare Zayn. Controllo il cellulare che ho lasciato distrattamente ieri sera tra le coperte, ma come pensavo non c'è alcun messaggio da parte sua.
Una piccola parte di me sperava che si rifacesse vivo, perché non sono pronta a lasciarlo andare, ma forse è meglio così. Mi ha mentito e non dovrei più fidarmi di lui. Non mi interessa il fatto che sia famoso e magari anche ricco, rivoglio solo il mio migliore amico e tutte le certezze che avevo riposto in lui.
Mi giro su un fianco e chiudo gli occhi, ma nonostante i numerosi tentativi non riesco a riaddormentarmi. Continuo a pensare a lui, a immaginarmi quegli occhi che non ho mai visto, a chiedermi perché mi abbia fatto questo. Non trovo nessuna spiegazione razionale, dovrei solo smettere di pensarci per un po'.
Ma questo è impossibile, non appena mi alzo per andare a far colazione, una voce proveniente dalla TV in salotto mi fa fermare sul posto.
"Tutti si stanno chiedendo perché Zayn Malik non si sia presentato all'intervista più importante della sua carriera" mi avvicino alla porta e l'immagine di un ragazzo moro con gli occhi castani cattura la mia attenzione "venerdì scorso avrebbe potuto aumentare la sua fama, ma ha inspiegabilmente sprecato questa possibilità". Smetto di ascoltare. Venerdì. Quel pomeriggio aveva detto di aver rinunciato ad un impegno e ora so di cosa si trattava. Ha scelto me al posto di un'intervista che avrebbe potuto cambiare la sua vita.
Non so cosa fare a questo punto. Mi rendo conto di aver avuto forse una reazione esagerata, forse di me gli importava davvero. Decido di andare a farmi una doccia rilassante, ho bisogno di schiarirmi le idee, non ho nemmeno più fame.
Passo ogni attimo sotto il getto dell'acqua a chiedermi cosa succederebbe se lo chiamassi, o se almeno gli scrivessi. Non sono sicura che voglia ancora avere a che fare con me, se fosse così lo capirei. Non ho provato a capire il suo punto di vista e ora lo sto rimpiangendo.
Mi sforzo di mangiare qualcosa per pranzo, ma l'unica cosa che voglio fare è uscire di casa e andare nel luogo dove ci saremmo dovuti incontrare. So che lui non sarà lì, ma una piccola parte di me ci spera.
Indosso la mia giacca e dico alla mia famiglia che andrò a casa di Jamie per il pomeriggio, poi inizio a camminare verso il parco.
Il clima sembra essersi raffreddato in questi ultimi giorni e mi ritrovo a tremare appena, tentando di camminare più velocemente per scaldarmi.Vicino al laghetto non c'è nessuno, le panchine sono vuote, come immaginavo. Vado a sedermi su una di esse e mi nascondo il viso tra le mani, con i gomiti appoggiati alle ginocchia. Sapevo che non sarebbe venuto nessuno all'appuntamento, sono stata io stessa ad annullarlo, dopotutto.
Rimango immobile per un po', finché non comincio davvero ad avere freddo. Decido di tornare a casa, non mi sentirò meglio, ma almeno sarò al caldo.
Mi alzo e inizio a camminare lungo il sentiero che porta verso il cancello, ma poi noto una figura a qualche metro di distanza da me. È vestita di nero, sembra essere un ragazzo. Ha i capelli neri all'insù e qualcosa di lui mi attira, la sensazione di conoscerlo. Come quando rincontri una persona che non vedi da anni e qualcosa ti dice che non siete due sconosciuti, che avete qualcosa che indissolubilmente vi lega. Mi ci vogliono solo un altro paio di passi per capire chi sia quella persona.
È il ragazzo che ho visto stamattina in televisione e che più di una volta ho visto da queste parti. Ha lo sguardo puntato sull'asfalto sotto i suoi piedi e le mani in tasca. Non so quale sarà la sua reazione, sinceramente non so nemmeno quale sarà la mia, ma decido di avvicinarmi e parlargli con una scusa.
Quando sono a qualche metro da lui, mi fermo e dopo un respiro profondo mi decido a parlare. "Scusa?" mormoro, rendendomi conto di quanta fatica faccia la mia voce ad uscire.
Lui alza lo sguardo, i suoi occhi sembrano stanchi, appena arrossati. Lo guardo per un momento, non sapendo che altro dire, ma è lui a precedermi "no, scusa, oggi non è proprio giornata per autografi o cose del genere..." il suo tono di voce è appena udibile, anche quello sembra esausto. Mi sento in colpa a vederlo così. È lo stesso sguardo che ho visto in lui quando senza saperlo l'ho trovato a passeggiare qui vicino, mentre io ero con Louis. Lo stesso sguardo che aveva quando Perrie lo ha lasciato. E ora sono stata io a provocarlo.
Non ha idea di chi io sia, non può nemmeno immaginarlo. Quindi provo a farglielo capire.
"Non hai nemmeno un minuto per me, occhi color caramello?" gli chiedo, sottolineando quel soprannome. Lo osservo, sperando che abbia capito. Il suo sguardo si illumina appena, scuote leggermente la testa e accenna un debole sorriso.
"Eve..." sento ancora quella strana sensazione allo stomaco che mi fa sorridere quando è la sua voce a pronunciare il mio nome. Annuisco in risposta e resto immobile, potrebbe voltarsi e andarsene, ma non lo fa.
Invece inizia a parlare velocemente, inciampando di tanto in tanto nelle parole. Gesticola appena, forse tentando di mettere in ordine i suoi pensieri. "Ti giuro, io non volevo farti del male, solo che ho avuto così tanta paura di allontanarti con la verità che-".
"Ehi" sussurro. Non c'è bisogno che mi spieghi ancora come stanno le cose, ho capito tutto. Voglio solo lasciare tutto questo alle spalle e andare avanti.
"No davvero, mi dispiace così tanto, Eve. Tu meritavi di sapere la verità, sei stata sincera con me mentre io ti ho nascosto una cosa così grande. Capirò se non vorrai perdonarmi, ma ti preg-" alzo gli occhi al cielo e annullo le distanze tra di noi. Lo abbraccio forte e mi alzo appena sulle punte per riuscire a stringerlo. Ha un buon profumo, che non credo dimenticherò facilmente. Sento gli occhi diventarmi lucidi, mentre ripenso a quanta strada abbiamo fatto dalla fine dell'estate. Se non avessi sbagliato un semplice numero, ora non mi troverei qui ad abbracciare la persona più importante della mia vita.
Sento le sue braccia stringermi delicatamente, è rimasto senza parole, o semplicemente ha capito che in questo momento non servono. Mi rendo conto che il mio cuore sta battendo più velocemente del normale e chiudendo gli occhi e ignorando il freddo, mi sembra davvero di essere tornata a casa.
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Lovers by accident || Z.M.||
Fanfiction[COMPLETA] Every, diciottenne londinese, in una giornata di fine estate cerca disperatamente via sms la sua migliore amica Jamie, che è stata trascinata dai genitori dall'altra parte del paese per far visita a una vecchia zia. Ma cosa succederebbe s...