Capitolo 133

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Ho paura di parlare a mio padre dei miei progetti. Ma devo farlo, non posso continuare a cercare senza avere il tuo totale consenso. Dal canto suo, Gemma mi ha detto che probabilmente vorrà unirsi a me in quest'avventura così caotica, lei ai suoi genitori lo ha detto, Anne è abituata ad avere i figli fuori casa, quindi non le ha fatto problemi, eccetto raccomandazioni su raccomandazioni..

E poi ci sono io, con un padre che molto probabilmente si infurierà con me molto più di quanto già non lo è per il fatto che voglio lasciare il suo nido, ma me lo aveva detto anche mamma di andarmene da Holmes Chapel ed è proprio quello che ho intenzione di fare.

"Allora.. hai sentito il tuo ragazzo?" chiede mentre prendo un sorso d'acqua, per un attimo rischio che mi vada di traverso. Sono passate due settimane da quando Harry è partito e il mio caro genitore non lo chiama mai per nome (le poche volte in cui lo nomina) quindi sono davvero sorpresa di sentirlo parlare di Harry. Aileen non sta consumando questa cena con noi, è con Leonard e altri suoi amici in giro, era da tanto che non la vedevo uscire e so che ha cercato di ridurre il più possibile le sue scappatelle per paura di ferire papà e per stargli vicino, lei si che è una figlia modello.
Mi schiarisco la gola arrotolando gli spaghetti intorno alla forchetta. "Si, l'ho sentito. Come mai chiedi?" lo guardo e lui ricambia.

Fa spallucce. "Così, non mi parli di lui, quindi credo di dover essere io a chiederti qualcosa."

Ridacchio. "Beh non ti parlo di lui perché tu lo odi." lo punzecchio, il clima è rilassato, e questo non può che andare a vantaggio della notizia bomba del mio trasferimento.

"Non lo odio, solo.. non mi piace per la maggior parte del tempo."

"Non ti piace perché stiamo insieme, hai sempre avuto un debole per Harry e non capisco perché ora di punto in bianco non riesci nemmeno a nominare il suo nome." finisco di mangiare ed appoggio i gomiti sul tavolo. Continua a piovere, il solito. Ma da quello che mi ha detto Harold, da loro il tempo è ottimo.

"Sarò sincero con te." sospira poi spostando via il suo piatto ancora pieno. "Non ho nulla contro quel ragazzo, ma cerco di assumere la logica che aveva tua madre, lei non voleva che tu gli stessi vicino e pensavo che avresti rispettato questo suo volere dopo il male che ti ha fatto quel ragazzo."

"Non mi ha fatto solo male papà.. io amo Harry, e questo non può cambiare perché mamma o chiunque altro credono che lui non sia quello giusto."

"Tu credi che lo sia invece?" mi chiede con tono pacato guardandomi negli occhi.

"Non lo so, ma è più giusto di chiunque altro per me. Mi piace passare il tempo con lui, non puoi nemmeno immaginare le cose che fa pur di rendermi felice, e questa è una di quelle cose per cui non lo ringrazierò mai abbastanza." sospiro pensierosa. Che cosa starà facendo? Gli manco? Una cosa è certa: lui manca a me.

"Ascolta.." mio padre riprende la parola dopo un breve periodo di pausa. "Nessuno può sapere le cose che ci sono tra voi due, ma se io fossi in lui mi riterrei davvero un bastardo fortunato, perché lo hai perdonato dopo che si è preso gioco di te e della tua verginità, lo hai perdonato quando ti ha quasi sabotato la carriera.." Meno male che non sai che mi ha anche tradita, chissà cosa faresti.. "Ma se davvero sei felice con lui, se davvero lo ami come dici di amarlo, credo che quello a dover fare uno sforzo ed accettare il tutto sono io. Non voglio vederti infelice, la felicità tua e di tua sorella sono la mia priorità, ho promesso a tua madre che lo sareste state per sempre.."

Batto le mani felice alzandomi da tavola ed andandolo ad abbracciare. "Questo non significa che io lo reputi un figlio. Dovrà fare parecchia strada per guadagnarsi di nuovo la mia stima." ricambia l'abbraccio ridendo.

"Significa tanto per me, lo sai questo vero?!" lo guardo ed annuisce con un sorriso sornione. "Devo dirti una cosa." ora o mai più, togliamoci questo cerotto e non pensiamoci affatto.

"Dimmi tesoro ti ascolto." sparecchiamo e poi ci mettiamo a lavare i piatti.

"Io e Gemma, stiamo progettando, ma è ancora solo un progetto, quasi.." lo devo trattare con le pinze. "Di prendere un appartamento insieme. A Londra o da quelle parti." si blocca per un attimo dal compiere i suoi movimenti. Penso che sia troppo per una serata solamente: accettare il ragazzo stronzo di tua figlia e che lei voli via dal nido. Ma so che può farcela, ce l'ha sempre fatta. "Ma è ancora campato tutto in aria, vorremmo solo riuscirci un giorno, sai, io per lavoro dovrò essere quasi sempre da quelle parti e Gemma pensa di trovare lavoro in uno studio da quelle parti. Non sarebbe male, ma vorrei comunque sapere che cosa ne pensi." lo guardo mentre lava con attenzione i piatti per poi passarli a me che li sciacquo e li asciugo.

"Non mi avevi mai detto che desideravi andare via."

"In realtà te l'ho fatto capire un sacco di volte, non sono abbastanza ribelle?" lo faccio ridere. "Dovresti essere felice se non sono scappata con il circo all'età di 9 anni." continuiamo a ridere.

"Stanno cambiando così tante cose, se tua madre fosse ancora qui con me tutto questo sarebbe più facile da sopportare, insomma, sapevo che prima o poi te ne saresti andata, ma lei mi avrebbe comunque dato un sostegno. Quando anche Aileen andrà via, che farò?"

"A quel punto comincerà la tua vera vita papà." lo fermo dal lavare i piatti. "C'è un mondo bellissimo là fuori, che sa essere anche gentile a volte, viaggialo, chi se ne frega, dobbiamo andarcene tutti, se n'è andata mamma, ce ne andremo io ed Aileen, anche tu dovrai andartene, ma goditi la vita che hai sempre voluto, prima. Vola, hai sempre voluto farlo, prendi un piccolo aereo e vai dove cavolo ti pare.." sorrido entusiasta e lui ridacchia prendendomi poco sul serio. "Sono seria papà." ci risiediamo. "C'è un modo tutto da scoprire, ed è stato proprio Harry ad insegnarmelo, siamo troppo piccoli e abbiamo poco tempo per poter stare in un posto solo, dobbiamo goderci tutto. So che vuoi farlo e nessuno ti trattiene più."

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"Delle ragazze così carine non dovrebbero stare fuori da sole." una voce alle nostre spalle fa voltare sia me che Gemma, intente a goderci la tregua della pioggia. Quando vedo la persona alle nostre spalle sbianco.

"Vedi di portare il tuo culo pruriginoso lontano di qui Trevis, prima che chiami-"

"Harry?" mi interrompe con un sorriso mentre si avvicina sempre di più. "Complimenti a proposito, siete ovunque, state bene insieme." quando si avvicina a Gemma sto seriamente pensando di dargli una gomitata e buttarlo da parte.

La abbraccia, sotto il mio sguardo confuso e del tutto impazzito. "Ciao" le sussurra poi e lei risponde allo stesso modo.. Ok?

"Cosa Diavolo succede?" sgrano gli occhi alzandomi e buttando da parte la sigaretta.

"Charter.. dai, te lo volevo dire." parla Gemma mentre cerca invano di darmi spiegazioni che non esistono.

"Vi state seriamente frequentando?" muovo il dito da uno dei due all'altro.

"Cher.." continua, sto per strappare dalla faccia di quel figlio di puttana quel sorriso di merda.

"Dio Gemma! Ti facevo più intelligente." la sgrido e sgrana gli occhi.

"Oh ma senti da che pulpito. Scusa ma non puoi dire nulla, ti è successa la stessa cosa con Harry!" sbatte un piede per terra.

Mi manca il respiro, non posso crederci che proprio lei lo abbia detto. "Tuo fratello" sottolineo puntando il dito contro il suo petto. "Ha faticato mesi interi prima che potesse anche solo baciarmi." abbassa gli occhi, ha capito di aver tirato in ballo una cosa più grande di lei. "E di certo non puoi paragonarlo a.. " indico Trevis con disgusto. "Un essere simile." sbuffo infastidita girando i cacchi per tornare a casa mia.

"Dove vai? Dobbiamo vedere un appartamento oggi!" mi richiama.

"Non ho più molta voglia di giocare alla coinquilina felice, grazie." non le rispondo più, la lascio lì con quel idiota il cui unico scopo è entrarle nelle mutande.

Ho bisogno di rilassarmi, ho bisogno di Harry.

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