Capitolo 179

8.8K 470 4
                                    

Uno squillo, due squilli, tre..
Emetto versi di disapprovazione per il mio sonno interrotto dal cellulare mentre mi allungo sul letto, e su Harry, per poterlo prendere.

"P-pronto?" Chiedo con voce troppo assonnata lasciando che la mia faccia si scontri di nuovo con il morbido del cuscino. Com'è possibile che la gente chiami quando e come gli va senza interessarsi nemmeno un minimo di quello che il loro interlocutore potrebbe star facendo nel preciso momento in cui loro necessitano di parlargli?!

"Hey vecchia.." La voce di Aileen mi fa un po' smaltire la rabbia che provavo nei suoi confronti prima di sapere che effettivamente è lei.

"Perché diavolo mi disturbi di prima mattina?!" Continuo a parare coprendomi meglio con il piumino, Harry non rende di certo le cose più facili, ha il frustrante vizio di prendere tutte le coperte per se quando dorme.

"Buongiorno anche a te sorellona." Ridacchia mente mi stropiccio gli occhi cercando di aprirli, per rinunciarvi nemmeno un paio di secondi dopo, quando ho inteso che è molto meglio tenerli chiusi che aprirli per vedere il costante grigio di Londra.

"Come va?" Le chiedo.

"Direi bene, del tipo, abbastanza bene visto che tra poco ci sono delle vacanze, ma eccetto questo tutta la solita merda di Holmes Chapel" posso percepire il suo far spallucce.

"Papà come sta?!" Le chiedo, Harry si muove nel letto avvinghiandosi al mio corpo.

"Oh, tutto ok. Lo vedo un po' strano ultimamente, ma penso che sia una specie di stress da lavoro, non va morto bene da quelle parti."

Apro gli occhi corrugando le sopracciglia. "Non mi aveva detto nulla. Ne ha parlato con te?" Chiedo.

"L'ho intuito, gli serve una pausa prima che sia il suo capo a mandarlo in pausa definitiva." Sospira.

"Piccola, non puoi parlare dopo..?" Harry si lamenta affianco a me, con il viso nell'incavo del mio collo.

Aileen ridacchia. "Vedo che ti dai da fare.."

"Macché.." Sbuffo sistemandomi meglio. "Ha preso un cazzo di raffreddore e lo devo trattare come un dannato bambino." Ride di più.

"Non parlare male di me con tua sorella quando io sono a nemmeno due centimetri da te." Mi rimprovera.

"Come state? Vi ho visto un po' in giro su qualche copertina." Marca l'ultima parte della frase perché vuole dare fastidio, lo so.

"Tutto ok, eccetto il naso gocciolante di Harry, tutto una meraviglia, domani dovremmo partire le Los Angeles, mi mancate." E lo penso davvero. Ultimamente mi manca spesso la mia famiglia disastrata, quella dove mia madre era una stronza, dove mia sorella era una un po' facile e quella dov'è mio padre era un debole.. Cavolo, eravamo proprio messi male, e se contiamo che ora siamo messi anche peggio..

"Ci manchi anche tu, davvero davvero tanto." Sospira. "Ma so che sei felice e questo può bastarmi." Mi fa sorridere.

"Ascoltatemi bene tutte e due." Si intromette Harry, e possiamo seriamente ascoltarlo tutte e due. "Metti il viva voce Cher, così lo dico una volta sola e poi non rompete i ciglioni e mi lasciate dormire." Lo guardo con occhi un po' sgranati mentre faccio quello he ha detto.

"Tu e tuo padre piccola peste ci raggiungerete tra du giorni a casa mia, nessuno sta perdendo nessun lavoro, nessun sta male, saremo tutti felici e contenti." Lo guardo con con perplessità. È così fottutamente bello, i capelli in tutte le direzioni, gli occhi assonnati, il naso arrossato e le labbra carnose che si impegnano a formulare parole sensate di prima mattina. Le spalle tatuate lasciate scoperte dalla trapunta bianca e le braccia che si stringono attorno al mio bacino prendendomi nel suo caldo e nella sua protezione.

Centuries 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora