Capitolo 173

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"Non ti pentirai giusto?" mi chiede, io che mi siedo a cavalcioni su di lui, steso sotto di me.

Gli sorrido mentre mi tolgo la maglia rimanendo in intimo avvolta soltanto dal freddo della sua stanza.

"No che non mi pentirò." sussurro sulle sue labbra giusto un momento prima di baciarle. Baciarle dapprima piano dolcemente, con lunghi e casti baci. Poi tutto quanto si trasforma in quello che da sempre siamo stati, ovvero fuoco. Faccio scivolare la lingua nella sua bocca e la sua, calda e soffice, accarezza le mie labbra, poi viene sostituita dai denti che trascinano tra loro il mio labbro inferiore.

"Cavolo piccola.." geme con le mani ferme sui miei fianchi, una presa così salda che mi riscalda il cuore e il corpo, ho la pelle d'oca, ma penso che lui sia a coscienza del fatto che non è per il freddo, perché lui causa più brividi di esso.

Muovo il mio bacino sul suo, geme di nuovo, ma stavolta capovolge le situazioni, buttandomi nel letto sotto di lui. "Lo so che non dovrei dirtelo ora, e che forse non te ne frega più nulla.." ansima, con il fiato corto, mentre prende le mie mani e le sistema sopra alla testa prima di legare le nostre dita. "Sarebbe davvero riduttivo per me dire che ti amo.. non voglio risultare sdolcinato, ma vorrei davvero inventare un termine che pieghi meglio quello che sta succedendo nei miei pantaloni in questo momento." sogghigna facendomi arrossire.

"Io ti sento Harry.."

"Ti sento anche io.." sussurra prima di baciarmi. Le mani scivolano lungo il fianchi del mio corpo, accarezzando le costole e poi giù fino ai fianchi, le cosce, che prende tra le mani e solleva in modo che le gambe siano divaricate e piegate ai lati del suo corpo.

Non voglio sapere che cosa succederà poi, per la prima volta dopo tanto tempo, l'importante è quello che ho ora con lui, perché questo Harry qui, che ora è con me, non lo avrà mai nessun altra, che lo ami quanto me o più (anche se dubito fortemente che possa accadere).. lui è così solo con me, ne ho la certezza ed è l'unica cosa che trattiene la mia gelosia verso tutte le altre ragazze con cui è stato. Che per loro non ha mai inventato un termine nuovo per dire 'ti amo'.

Inarco la schiena per permettergli di sganciare il reggiseno e non appena non è più un ostacolo ecco che la sua bocca accarezza i miei seni, poi giù nello sterno. Mordo le labbra.. troppo insistentemente, infondo suo padre è nella stanza accanto assieme alla sua fidanzata super-mega-credente-che-crede-solo-al-sesso-dopo-il-matrimonio, e l'ultima volta in cui ho controllato io ed Harry non eravamo ne sposati ne altro.

"Voglio farti gemere, non c'è gusto se non ti dimeni dal piacere." sogghigna con le labbra lucide dopo averci passato sopra la lingua.

"Non siamo soli." sussurro affannata.

"Quando mai lo siamo stati?" sorride prima di baciarmi, di nuovo, porto le mai nei suoi capelli, arriccio le dita ai suoi ricci, accarezzo la sua cute, contenta di avere il suo petto così vicino al mio che sento il suo cuore rimbombare nella mia cassa toracica più forte di quanto faccia il mio.

Tira giù, senza staccarsi da me, i bermuda neri, restando in boxer su di me, così eccitati e incasinati che possiamo pensare solo a noi due, come i bambini piccoli.. mi sento così potente che se dico al sole di sorgere ora, alle 23.45.. quello sorge!

"Cavolo piccola quanto mi sei mancata." geme, ma non un gemito sporco, piacevole, si, ma non volgare, un gemito carico del sentimento che più si avvicina all'amore, un 'mi sei mancata piccola' che fino ad ora avevo tante volte sognato, e mai è stato all'altezza della sua vera voce che me lo pronuncia in uno dei momenti più dolci e passionali del mondo intero.

Tiro via i suoi boxer e lui fa lo stesso con l'ultimo pezzo di intimo rimastomi.

"Spero solo tu possa perdonarmi." parla di nuovo.

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