Capitolo 180

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"So che te lo sto dicendo così, all'improvviso, però hanno informato anche me da poco, mi dispiace." Harry strofina i palmi delle mai contro le ginocchia, guarda fuori dal piccolo finestrino dell'aereo, in volo verso Los Angeles, per poi portare di nuovo i suoi occhi verdi a me.

Non ce l'ho con lui, quello che è appena successo è abbastanza facile da comprendere, soprattutto con un lavoro come il suo. Non appena atterreremo a Los Angeles, lui dovrà andare a Lancaster, per una riunione che ha con i ragazzi prima dell'inizio dell'ultima parte del tour, e io mi ritroverò da sola a Los Angeles. Da sola, si fa un po' per dire, visto e considerato che in completa solitudine non passerò nemmeno un giorno. Per i primi due c'è Ruth e poi mi raggiungeranno le nostre famiglie, poi, dopo quattro giorni, arriverà anche Harry, e potremo tutti giocare alla famigliola felice. A dire il vero l'idea di restare sola in una casa grande come la sua mi intimidisce un po'.. ma poi ricordo a me stessa che dovrà per forza avere qualche allarme o qualcosa di simile per tenere al sicuro tutto quello che vi è dentro, giusto?

"Harry, lo capisco, davvero, non farne un dramma, è il tuo lavoro, starò bene." Faccio rotolare gli occhi verso l'alto.

"Lo so, solo, non mi fa molto piacere che me lo abbiano detto così,all'ultimo momento. Ci saremmo potuti organizzare meglio." fa spallucce prendendo la sua chitarra per poi appoggiarla sulle gambe. "Amo il mio lavoro, ma certe volte, quando è troppo è troppo."

So che quando parla così pensa a Zayn e mi fa star male il fatto che lui possa sentirsi responsabile di quello che è successo, perché infondo, come tutti ormai hanno compreso, non è colpa di nessuno, non ci sono colpe in quello che è successo, lui ha scelto la felicità, tutti noi al suo posto lo avremmo fatto, e chi sostiene il contrario è un falso moralista.

"Vuoi suonare qualcosa per me Romeo?" ridacchio sistemandomi a gambe incrociate sul sedile.

Sospira facendo spallucce.

"E dai, Harry. Non muore nessuno. Non hai una vita del cazzo come vuoi farmi credere, signorino Styles." alza il viso verso di me, divertito. "Constano più i tuoi vestiti che la mia intera casa, sei sul tuo jet privato diretto alla tua villa privata a Los Angeles, ma purtroppo" enfatizzo la parola. "Dovrai essere scortato in una Range Rover da 900 mila dollari, con le tue 12 guardie del corpo, a Lancaster, dove dovari parcheggiare il tuo culo di merda in uno degli Hotel migliori di sempre..?" lo guardo accigliata. Ridacchia.

"Non mi lamento di quello che ho Cher, anzi, mi ritengo molto fortunato."

"Bene allora concedimi un live, muoviti.." muovo la mano per fargli intendere che deve eseguire i miei ordini in fretta se non vuole finire male. Ride, ma poi fa alcune nota con la chitarra.

All'inizio di tutto quanto, prima che lo ritrovassi in camera di sua sorella lo scorso Natale, mi ritenevo davvero sfortunata per averlo conosciuto, per quello che mi aveva fatto, per il modo in cui ero ridotta. Penso di aver attribuito a lui molti fatti negativi accaduti nella mia vita, come la stronzaggine di mia madre, o il mio avere pochissimi amici, solo Gemma.. o il fatto di non essere riuscita a raggiungere i miei sogni. Ma dopo quel Natale, tutto, e intendo davvero tutto quanto, nella mia vita ha preso una svolta, e penso che sia così che vada la vita, quando tu meno te lo aspetti.. accade; qualsiasi cosa tu stia aspettando.

Quando ho cominciato a conoscere il vero Harry, quello che dai media era definito il puttaniere per eccellenza, la testa calda della band, lo spendaccione.. ho capito che mai nessuno si era sbagliato così tanto su una persona; ed infondo, proprio per questo, non eravamo poi così diversi. Harry non è assolutamente una cattiva persona, lo fa capire il modo in cui, non importa che ore siano, chiamerà sempre sua mamma per chiederle se va tutto bene, si fermerà sempre a parlare ed interagire con le sue fan, nonostante sia stanco o incazzato per qualcosa, lo fa capire il fatto che nell'anno di pausa che si prenderanno i ragazzi, lui farà da ambasciatore per l'Unicef.. lo fa capire il fatto che lo amo infinitamente tanto; talmente tanto, da cercare di non fargli vedere l'odio che persone ignoranti gli rivolgono senza ragione alcuna.

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