Harry's POV
Succedono così tante cose strane nella mia vita che certe volte faccio fatica a distinguere il sogno dalla realtà; ma la cosa peggiore che possa capitare è quando stai vivendo una realtà orribile come quella che sto vinvendo io, e per i pochi minuti in cui riesci a prendere sonno, sogni la realtà che ti circonda, così speri che quando ti svegli sarà tutto parte del sonno, e ti illudi.
Nessuno dovrebbe mai essere illuso, ma ora, che sono un po' meno accecato dalla stupidità della mia persona, mi ritrovo di fronte al fatto che in tutta la mia vita illudere le persone è stata l'unica cosa che ho fatto.
Vorrei solo che si svegliasse. L'unica cosa che mi dicono in continuazione i medici è un 'sta meglio' ma non mi dicono mai 'sta bene' o 'si riprenderà presto' che è quello che sto aspettando. Le ho parlato, nel senso che le ho parlato a modo mio, una chitarra in mano, un po' di canzoni di Ed Sheeran, qualcuna a cui sto ancora lavorando, un po' di John Mayer e perché no, magari anche un po' di The Script, giusto perché io so che lei può sentirmi e molto probabilmente è triste perché si aspetta che io le parli, o magari è super incazzata per quello che ho fatto.
Mi aspetto quasi che una volta che si sveglierà, sarà lei a cacciarmi, non avrò nemmeno bisogno di essere io a prendere questa decisione, perché se ho capito un cosa dopo tutto questo tempo, è che io e lei insieme combiniamo solo danni, il che non saprebbe male se questi non si riversassero su di noi nel modo in cui si riversano sempre.
Suo padre è arrivato qui ieri, non mi ha nemmeno rivolto la parola, la sola cosa che mi ha detto, distrutto, è stata 'lo sapevo che avresti portato solo guai'.. la cosa non mi affatto toccato, immerso com'ero nel mio dolore. È quasi una sorta di protezione da tutto quello che gli altri possono star pensando di me o di noi in questo momento, perché la gente sta parlando, parla e parla e non la smette un momento di dire la sua, non ho acceso la tv della camera perché in un modo o nell'altro finirei per sentire delle news su di lei, su quello che le è successo e non voglio.
Anche mamma è qui, nel senso che sono tutti qui in giro per l'ospedale, dato che è concesso lasciare solo una persona in camera (e anche perché ci concedessero questo ho dovuto pagare). Io sono quello che non la lascia nemmeno un minuto, per quanto riguarda gli altri, la vengono a trovare ma non si fermano per più di mezz'ora che è il tempo per ciascuna visita.
Aileen e Leonard dovrebbero giungere qui questo pomeriggio, i ragazzi sono passati a trovarla questa mattina.. Non posso nemmeno descrivere i momenti imbarazzanti che si creano quando sono qui.. non posso fare niente per sbloccare la situazione, sono tutti un po' traumatizzati da quello che è successo, ma io più di tutti.
Osservo Charter: il viso angelico, bellissima anche in un sonno prigioniero che me la porta via, le hanno tolto la fasciatura alla testa, oggi sono cinque giorni di coma, il copro disteso e all'apparenza rilassato, quando so benissimo che cosa sta affrontando. Gli occhi chiusi, a sognare chissà cosa.. magari sogna me, o magari sta aspettando che io le suoni la sua canzone preferita, vorrei davvero poterlo fare, seriamente, vorrei poter suonare 'The Man Who Can't Be Moved' ma ho paura che potrei scoppiare, quella canzone ha troppi ricordi, magari i ricordi sono quelli che renderanno forte lei, ma non hanno di sicuro lo stesso effetto su di me.
Mi alzo dal divano, troppo lontano da lei, e mi siedo sulla poltrona che è diventata il mio letto e tutto quello di cui ho bisogno per sopravvivere. Mi siedo, gomiti sulle ginocchia, mani congiunte, il viso verso di lei.. averla così vicina, posso sentire il suo profumo ancora più intensamente, anche se ha impregnato l'aria di questa stanza, se le sono vicino lo sento meglio, mi rilassa, è sempre stata la mia droga, e penso che questa cosa non cambierà mai.
Prendo coraggio, districo le mie dita e poi allungo una mano fino a prendere la sua, mi alzo, di nuovo, e mi siedo sul bordo del letto, l'altra mano al suo viso.. le scanso i capelli da esso, ripasso i suoi occhi, il profilo del suo viso, il suo collo.
Accarezzo il dorso della sua mano non il pollice.. non smetto più di toccarla, di accarezzarla, non riesco più nemmeno a trovare una ragione plausibile per starle lontano, non capisco nemmeno come farò senza di lei.
"Giusto per farti capire quanto tu sia importante per me.." sussurro avvicinandomi al suo viso. "Sei l'unica ad aver ascoltare le nuove canzoni." sorrido lasciandole un debole bacio sull'angolo delle labbra pallide. "Non vorrai mica andartene così" continuo a parlarle a voce bassa, sempre a pochi centimetri di distanza. "Senza lasciare il segno? Tu non te ne vai mai senza lasciare il segno Charter." mi mordo le labbra. "Di sicuro hai lasciato un segno in me, cavolo se lo hai fatto, ma devi marcare qualcosa di più grande, hai bisogno di lasciare il segno sul mondo, ed eri sulla buona strada per farlo." sposto una ciocca di capelli. Sta cadendo tantissima pioggia, fuori è buio e questa stanza è illuminata parzialmente da alcune lucine.. "Sai, quanto ti ho regalato quel giradischi e il disco in vinile? Non so se te ne sei accorta, ma sulla copertina di esso, ho scritto una cosa, ho scritto un 'tanto vinco io', ma non mi sono mai sbagliato così tanto. Quella che ha sempre vinto sei tu, e non so nemmeno perché ti è successo tutto questo. Tento di darmi una risposta ogni talvolta che la mia mente non è occupata a pensare che potrei perderti da un momento all'altro. Tento di capire come tutto questo possa succedere a una persona sola." sto decisamente sussurrando, la mia voce si spezzerebbe. "E nemmeno ora che sei qui, su questo letto.. non ti ha buttato giù niente, perché chiunque altro sarebbe morto tra le mie braccia, lì su quella strada, ma non tu." le lascio un bacio sulla fronte e con le labbra ancora lì.. "Respira con me amore mio, io ti resto accanto, io resto qui, ma ti prego resta qui anche tu." mi sento estremamente debole quando faccio per accarezzare di nuovo il suo viso e il mio pollice cattura una lacrima, una lacrima che per sfortuna non è sua..
Gemma's POV
"Che cosa Diavolo sta facendo lì dentro?" parla con voce preoccupata mai mamma, seduta accanto a me, in preda al panico per: la figlia della sua migliore amica defunta, la cui figlia sta seguendo la stessa strada, per suo figlio col cuore spezzato perché la ragazza della sua vita sao decidendo di non combattere più e poi per me, perché sto perdendo quel frammento di cuore che solo una persona davvero speciale, come lo è stata Cher per me, può essere.
Non ho un ricordo in cui non ci sia anche lei, e se c'è una cosa per cui prego Dio è di non lasciare che io possa accumulare dei ricordi, in futuro, di cui lei non faccia parte.
Non accetto il fatto di averla lasciata così, incazzata e delusa, non le ho detto nient'altro, ci ho parlato, ma dopo un po' mi sono arresa. Tutti quanti ci siamo un po' arresi, Harry è l'unico che non demorde, e lo invidio per il suo coraggio.
Poche ore fa l'ho incontrato mentre stavo andando in bagno, lui è uscito: occhi rossi, gonfi, e stanchi, gli occhi di chi ha paura e non può fare nulla per combatterla. Non l'ho mai visto piangere davanti a noi, ma sono sicuro che lo faccia, piange eccome.. sarebbe un mostro se non lo facesse.
Mi chiedono in molti che cosa sta facendo là dentro, perché sono quella che le fa visita più spesso.. lo so che cosa fa, canta, le canta canzoni su canzoni e non smette un attimo di guardarla, come se con i suo occhi così doloranti potesse supplicarla di non lasciarlo, di non abbandonarlo così, senza aver fatto tutto quello che una coppia giovane come loro spera di fare. So che mio fratello è distrutto, lo abbiamo visto tutti, lo hanno visto i ragazzi, se ne sono accorti così tanto che quando sono usciti dalla stanza di Cher avevano una faccia pietrificata, non hanno mai visto Harry in quello stato, e forse è più la situazione del loro amico a preoccuparli dell'effettiva situazione di Charter.
"Non piangere Gemma" mi parla mamma mentre mi accarezza un braccio attirandomi a lei. Ha la voce rotta, anche lei.
"Ho paura che non si risvegli mamma, ho sentito Harry parlarle, ed è stato bruttissimo." mi lascio andare, uno sfogo incontrollato, un pianto isterico.. "Io non l'ho mai visto così mamma, io non ho mai visto Harry soffrire così tanto.. e mi sembra quasi che la sua voce arrivi a Cher come un eco, vorrei coì tanto poterlo abbracciare, e dirgli che lei si risveglierà, ma non so se accadrà mamma, ho paura di quello che succederà se lei decide che ne ha abbastanza." stringo in pugni stretti la sua maglia. "Ho paura che Harry non riuscirà a riprendersi, ho paura che nemmeno io riuscirò mai a riprendermi.. non la voglio perdere mamma, è la mia migliore amica."
Mi alzo e cammino fino alla porta della sua stanza.. è leggermente aperta, e quello che riesco a vedere è Harry seduto accanto a lei, la sua mano nella sua, le accarezza i capelli e le sta dicendo qualcosa che solo loro due sanno, qualcosa che solo due come loro possono saper custodire, qualcosa che spero la voce rotta del ragazzo possa farle arrivare al cuore.. "-io resto qui, ma ti prego resta qui anche tu."
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Centuries 2
FanfictionL'improvviso rilascio di energia termica e meccanica creano un'esplosione. Questa può essere di diverse misure. Il fenomeno contrario è l'implosione: un po' quando esplodi dentro. Odio le lezioni di chimica, le ho sempre odiate, ma ora, questa pre...