Capitolo 140

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La testa è pesante, non mi sarei nemmeno svegliato se qualcuno, che sarebbe il "gentilissimo" dottor. Hogangs, non avesse aperto le pesanti tende che coprivano la finestra. Non che vi sia il sole, anzi, continua a piovere ininterrottamente, ma la differenza di luce è notevole per me che non osservo altro se non il buio da ormai 8 giorni. Quanto ho dormito? Forse mi sono appisolato per 30 minuti o anche meno, non riesco a dormire ed è quasi un miracolo se ci sono riuscito. Il mio corpo non riesce più a reggere, le mie occhiaie sono qualcosa di spaventoso, ho un aspetto di merda e peggiora di giorno in giorno, potrei anche andare a casa o in Hotel a rinfrescarmi, dormire e poi tornare, questo me lo hanno consigliato sia Louise, che mamma, che i ragazzi, ma non posso proprio, come faccio a lasciarla sola? Ho come la sensazione che a tenerla in vita ci sia solo il mio sguardo.

"Buone notizie stamattina Harry" non sorride, il suo tono non è più allegro del solito, anzi, ha lo stesso comportamento di sempre, ma mi stupisce quello che dice. Per lui 'buone notizie' può significare anche 'la mia assistente è finalmente riuscita a prendere un cappuccino come lo avevo chiesto'..

Si avvicina a passo svelto verso Charter e controlla qualcosa su uno dei monitor, stropiccio gli occhi ancora per un po', non capace di intendere e volere, forse dovrebbero ricoverare anche me. Osservo che cos'è che sta rendendo il suo sguardo così visibilmente più umano, e mi accorgo solo ora che sta osservando la mia mano che tiene quella di Cher.

Non la allontano e lui non fa il cazzone, come suo solito. "Credo che tutto quello che sta facendo per lei stia facendo effetto." parla e io quasi strabuzzo gli occhi per quello che ho appena sentito.

"Significa che è salva?" troppo veloce e troppo disperato ecco come devo essergli suonato.

"No, ma credo che abbia superato il pericolo maggiore, abbiamo ancora tanta strada da fare per rimetterla in sesto, ma almeno la sua emorragia interna ha smesso di dare problemi e sembriamo sulla buona strada per le piccole fratture che ha subito a causa dell'incidente. Ciò non toglie, che non riesce a respirare ancora da sola. A questo punto potrebbe addirittura essere una morta che guarisce." le sue parole sono sempre così dure, ma a forza di sentirle da più di una settima hanno smesso di riscuotere in me l'inquietudine che riscuotevano inizialmente.
"Tu ragazzo, dovresti seriamente considerare l'idea di andare per un po' a casa tua, prenderti un attimo una pausa, fare una bella dormita, lei non scapperà, purtroppo, te lo assicuro." mi guarda serio mentre controlla qualcosa sulla cartella clinica. "Sei qui da quando c'è lei, e mi sembra che non sia solo lei la malata qui dentro." bello spirito d'umorismo del cazzo. Deve esser così abituato a vedere la gente stare male e morire che gli fa nemmeno più effetto.

"Non ho intenzione di muovermi da qui" parlo osservando come la presa di Charter sulla mia mano sia inesistente.

Hogangs mi osserva per un attimo, mette la cartella clinica di Charter sotto l'ascella e poi l'altra mano nella tasca del camice bianco. "Supponevo che avrebbe risposto così, la ammiro giovanotto, la ammiro seriamente." fa qualche passo verso l'uscita ma poi si rivolge di nuovo a me. "Girano parecchie voci sul suo conto, ma credo che siano errate, spesso capitano in situazioni simili coppie sposate e non ho mai visto uno dei due restare accanto all'altro per giorni e giorni senza mai prendersi nemmeno una pausa per mangiare. Una cosa è sicura, saprò cosa rispondere a mia figlia quando mi chiederà che genere di persona è il suo idolo."

Lo guardo per un po'. Confuso, ma compiaciuto, dal suo repentino cambio. Abbasso per un attimo lo sguardo e poi lo rialzo su di lui. "La ringrazio" è tutto quello che mi sento di dirgli, è quello che mi sento di dire a chiunque provi ad avere una conversazione con me ad essere sincero, ma questo non ha molta importanza ora come ora.

Una volta che se n'è andato, lasciandoci soli, osservo, come ormai faccio da otto giorni a questa parte, tutte le santissime mattine, la macchinetta che da un suono ai suoi battiti cardiaci, mi assicuro che stia ancora andando, poi mi permetto di darle il buongiorno.

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