Capitolo 149

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"Ok.. eccoci qui. In mezzo ai boschi, senza un repellente per le zanzare, senza Wi-Fi ne campo.. senza nulla. Ma perché diavolo mi sono fatta trascinare in questo schifo di posto? Perché?" Charlotte non ha smesso un attimo di lamentarsi da quando siamo partite ad adesso, credo che da una parte sai anche comprensibile, il massimo di 'selvaggio' a cui è arrivata è stato prendere un orsacchiotto di tigre a mani nude in un mercatino dell'usato. Non so se rendo l'idea.

Ad ogni modo, io e Gemma, ci siamo offerte di passarla a prendere per poterla portare con noi alla casa nel bosco affittata dai ragazzi per il compleanno di Sophia.

A proposito di Sophia, non vedo l'ora di rivederla, ci siamo scambiate miriadi di messaggi e non vedo l'ora di poterle dire mille parole a voce, anzi che da dietro una tastiera. Non mi sono sentita bene ultimamente, ne psicologicamente ne fisicamente, la verità: che più tempo passo lontana da lui più mi sembra di impazzire. Per me è come rimanere in una stanza buia per un tempo indeterminato. Dopo un po', non importa quanto coraggioso tu sia, cominci seriamente a dare i numeri.

Perciò eccomi qui, combattuta perché non so se voglio davvero che ci sia anche lui. Se davvero vuole mettere fine alla nostra storia, cosa che ha fatto visto e considerato che non mi parla ne si fa vivo da più di due settimane (quattro comprese quel del coma).. ma d'altro canto, c'è una parte di me che spera lui ci sia, perché io possa vederlo, perché il mio cuore possa riprendere a battere per un attimo. Dio solo sa quanto io sia dolorante in questo momento, e se il mio cuore riprenderà a battere tutto sarà molto più facile. Senza contare che se mai io riuscissi a farlo parlare potrei chiedergli perché ha fatto quello che ha fatto.

"Charlotte, per amor divino, smettila di lamentarti." la ammutolisco aprendo il bagagliaio della macchina di Gemma e caricando in spalla il mio unico borsone color verde militare.

Uh, cosa non meno importante: sono diventata tipo una bambina per Gemma, poiché oltre a tirarmi su di morale, sistemarmi la stanza e farmi da magiare, deve anche occuparsi di vestirmi, e di fatti, è lei che decide che cosa devo mettermi, fosse per me sarei in un perenne pigiama grigio. Oggi, più precisamente, quello che ha scelto per me è un vestito nero, sopra al quale ho messo il giubbotto verde militare (coordinato alla borsa, cosa notata da Gemma), ai piedi converse alte, nere anch'esse, in testa un cappello e gli occhiali per poter garantire ai miei occhi una difesa.

Così, sbuffando, con il bagaglio in spalla, supero le due ragazze che si occupano di prendere tutte le loro borse e mi guardo intorno.

Tutto questo è qualcosa di fantastico. Io potrei decisamente prendere in considerazione l'idea di trasferirmi qui, davvero. Penso al fatto che potrei godermi il nulla, semplicemente. Quello che si presenta davanti ai miei occhi è esattamente questo: una casa di modeste dimensioni, construita interamente in legno, nasce in mezzo a querce, pini ed abeti, e io mi sento così bene a respirare quest'aria così pura. Una stradina sterrata e malmessa accompagna il nostro cammino fino ai quattro scalini che portano alla mini-veranda. Seguendo lo stesso percorso, al rovescio, ovvero dalla parte opposta alla casa, si trova un'enorme promontorio, e poi, affianco ad esso, un bellissimo e stupendo lago.. Faccio un sorriso sommesso, mentre gonfio i polmoni d'aria.

Ci sono già delle auto qui fuori. Un suv nero che suppongo essere di Louis e poi... e poi quella dannatissima audi nera, la sua audi. Sento le gambe diventare molli ora che so che lui c'è, mi sento debole all'idea di rivedere i suoi occhi verdi, la mascella scolpita, i ricci ribelli tirati indietro sulla fronte, la voce roca, quel corpo perfetto, l'atteggiamento menefreghista.. So che tutto questo mi farà male, per il semplice fatto che mi ha fatto male solo pensarlo, figuriamoci trovarmelo davanti.

Sospiro, sarà una bella vacanza, è tutto per Sophia, tutto per lei, per nessun altro, solo Sophia.

Ho ripromesso a me stessa che non gli rivolgerò la parola, e so che è quello che farò, perché sono estremamente orgogliosa, e voglio fargli venire i sensi di colpa.

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