Capitolo 106

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"Sicura di non avere bisogno di altro?" Mi chiede Gemma seduta nella poltroncina accanto alla mia, nell'aereo di linea diretto all'aeroporto di Londra. So, e lei stessa sa che, non sono una malata, ma mi tratta come se fossi di vetro, ed un po' è quello che sono.

È mattino e la gente mi guarda perplessa.. Mi guarda perplessa perché sta piovendo a dirotto e io mi ostino a tenere gli occhiali da sole, perché dietro alle loro lenti scure mi sento di poter proteggere la mia anima ferita, il mio corpo stanco, i miei occhi infetti di lacrime..

Come ho potuto essere così cieca? Me lo sto chiedendo così spesso che non ho idea di come poter porre rimedio al dolore che ho dentro.. non ho rimedio a nulla, perché ho chiuso, letteralmente, la porta in faccia al mio rimedio prima di andarmene. Non posso accettare una cosa simile, da parte di nessuno, sua tanto meno.

Lui non era come me lo immaginavo.. Semplice, sarebbe davvero semplice se io non fossi così fottuamente innamorata di lui, anche se comincio seriamente a pensare di essere innamorata più dell'immagine che mi ero fatta che del vero Harry.

Come può averlo fatto? A me che non gli farei mai una cosa simile, a me che non faccio altro se non amarlo?! Perché non dirmelo subito poi?

"Sicura?" continua Gemma dopo che ho annuito.

Non rispondo, non posso mentire dicendole che sto bene, no che non sto bene, la mia anima si è divisa e una parte di essa è rimasta con lui.. tra le sue braccia. Come posso anche solo sperare di ricominciare dopo che lui mi ha dato un inizio così grandioso? Voglio solo dimenticarlo in fretta, sperando che il detto 'il tempo guarisce le ferite' funzioni.

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Quando dopo ore e ore di viaggio giungiamo ad Holmes Chapel il primo posto in cui vado, senza che nemmeno Gemma se ne accorga è il cimitero, vado da mia madre, quella donna così pessima ad amare che eppure mi aveva messa in guardia prima che non mi rimanesse niente se non un ricordo di lei..

Quando arrivo la neve ricopre la sua tomba, come ogni altra qui presente. Ci sono dei fiori, delle rose rosse che spiccano appoggiate alla sua lapide. Papà deve essere passato di qui da poco..

Cado in ginocchio davanti a lei, a fissarla con altre lacrime, con la pioggia che cade distruttiva su di me e su tutto quello che ho addosso, lo schifo e l'umiliazione.

"Avevi ragione tu.." piango. "Hai sempre avuto ragione tu." mi siedo sui talloni e fisso le maniche zuppe con i capelli bagnati che si appiccicano al viso. "Lui non è come pensavo fosse.. non puoi nemmeno immaginare quanto sto male mamma.." singhiozzo. "Era l'unica persona che avessi cominciato ad amare per davvero e mi fa una cosa simile, sto provando tanto dolore, non so se è normale soffrire così.. non so nemmeno se posso sopportarlo." tiro su con il naso mentre comincio a tremare per il freddo. "Mi ha fatto stare bene mamma, mi ha fatta stare benissimo con lui.. mi sono sentita amata come non mi sono mai sentita amata da nessun altra persona.. Nemmeno tu mi hai mai amata mamma, e mi chiedo perché le persone mi danno sempre il ben servito e preferiscono morire senza dirmi di volermi bene" la mia voce va facendosi più alta. "Io ti odio. Odio te, odio lui, odio chiunque mi abbia mai fatto male, odio il mondo.. io vi odio perché mi sto corrodendo dentro.. sto andando a pezzi per colpa vostra che prendete e prendete senza mai darmi nulla in cambio." mi alzo in piedi stringendo le mani un due pugni ben serrati lungo i fianchi.. un freddo e una stanchezza mai vista sia dentro che fuori.

"Fa così male.." dico poi coprendomi il viso con le mani.. "Fa sempre così male, ma questo.. Harry. Sono come diventata dipendente da lui senza saperlo.."

Tento di asciugarmi il viso.

"Che cosa devo fare? Che cosa devo fare di me adesso?" chiedo poi a una lapide che non mi risponderà mai.

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