Capitolo 112

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Harry's POV

"Harry" la voce di Charter dietro di me. Non rieco nemmeno a credere che dopo tutto quello che ho scoperto e dopo aver fatto a botte lei abbia il coraggio di rivolgermi la parola.

Perciò , da vero cazzone menefreghista, continuo a camminare verso la mia auto a noleggio non sopportando più tutto quello che questa ragazza comporta.

"Harry, dannazione, fermati" la sua mano avvolge il mio avambraccio, e so che è da incoerenti, ma mi fermo di colpo. Non ho sentito il tocco di quelle dita sulla pelle per un tempo troppo prolungato, non riesco a non prendere un grosso respiro.. sentendo proprio il punto in cui continua a tenermi diventare un po' più caldo e vivo.

Poi.. la magia svanisce. Riprendo il mio braccio dalla sua presa e poi continuo ad andare verso la macchina.

Non mi accorgo che continua a seguirmi fino a quando non è seduta sul posto del passeggero accanto a me, la fisso per un attimo e lei fissa me, prima che prema il piede sull'acceleratore.

"Dove stiamo andando?" chiede dopo un po' di pausa.

"Sto bene, grazie per aver chiesto." alzo gli occhi al cielo. Odio quando fa la stronza. Noi due non possiamo fare gli stronzi contemporaneamente.

"Mi dispiace" sussurra poi.

Non parla più mentre la pioggia continua a cadere come grandine talemente è violenta, temo quasi che possa rompere il vetro del parabrezza.

Non viaggiamo per molto nel nostro silenzio straziante.. appena vedo l'insegna malandata del primo Motel sul ciglio della strada metto la freccia e giro. Non so dove voglio andare, solo dopo quello che mi ha detto quel figlio di puttana non voglio stare nella mia stanza, non voglio nemmeno dar retta alle immagini che si materializzano nella mia mente in questo momento.

I tuoni sono spaventosi, non si riesce a vedere nulla a causa della pioggia, e a fatica trovo un parcheggio. Ma vediamo il lato positivo, non ci noterà nessuno.

Non la aspetto.. l'aria nel piccolo abitacolo della macchina è diventato troppo teso, non ho nemmeno il coraggio di guardarla in faccia. Io non ho nemmeno fatto altro se non pensare a lei da quando se n'è andata e lei invece.. Uhg! Cavolo! La vita dovrebbe davvero essere più giusta certe volte.

Cammino in fretta sotto la pioggia e riesco a ripararmi sotto la sporgenza di un piccolo balcone ed evito di bagnarmi.. Charter invece non trova proprio niente sotto cui rifugiarsi, ma non sembra stia cercando un posto sotto cui andare, le è sempre piaciuta la pioggia, ed è tanto matta da passeggiare senza ombrello quando cade o addirittura di fermarsi davanti a me, mentre l'acqua le scivola addosso. Strano che mentre colpisce ogni altro oggetto sembra la furia di madre natura e quando colpisce lei sembra di una delicatezza assurda.

Si passa la mano sugli occhi che fatica a tenere aperti.

"Che cosa è successo Harry?" mi chiede poi.
Le gocce tagliano la sua voce che mi arriva spezzettata.

Non penso di volerle parlare.

"Harry." insiste. Ha addosso solo il pigiama, il che consiste in pantaloncini, molto ini, e sopra la solita maxi t-shirt, che ora le aderisce al corpo nel modo più sexy del mondo. Meno male che ha addosso un reggiseno, di solito non lo porta.

"Smettila di fare la finta ferita ti prego." sbuffo mentre non riesco a staccare gli occhi dai suoi e poi dal suo corpo.

"C-cosa?" corruccia la fronte.

"Andiamo!" alzo la voce perdendo la pazienza. Com'è che il mio cervello e il mio cuore non sono mai d'accordo su niente? Il primo dice: lasciala qui in mezzo al nulla, alle 3 del mattino, se lo merita; il secondo dice: sta tremando falle spazio sotto al balcone. "Luke mi ha detto tutto" sbuffo incazzato calciando un sassolino.

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