Capitolo 137

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Harry's POV

Dire che il mondo mi sta cadendo addosso è poco. Tutto quanto si è letteralmente trasformato nel film dell'orrore che non avrei mai voluto vivere.

La macchina sta dando il suo massimo, ma non va comunque abbastanza veloce. Quando l'ho vista lì, a terra, Dio, ho sentito il sangue scorrere tutto lungo le gambe come sa la gravità terrestre se lo stesse portando via, il respiro per una manciata di secondi non è stato più automatico e i miei occhi erano i testimoni di qualcosa di cui solo io ero responsabile.

Non ho potuto accompagnarla, non me l'hanno concesso, ed ho paura che non riuscitò nemmeno a vederla.

Nella mia mente è impresso il suo viso, il suo corpo immobile sull'asfalto, poi le voci, tutte le persone che sono accorse attorno a lei, nessuno osava toccarla.. e chi lo sa che cosa bisogna fare quando una persona non risponde a niente?!

Mi sono precipitato su di lei, mi sono fatto spazio, ignorando gli sguardi delle persone che mi toccavano le spalle. 'Qualcuno chiami l'ambulanza'. Ce ne ha messo di tempo per arrivare..

"Merda!" Urlo frustrato colpendo con quanta più forza ho in corpo il voltante. Avrò preso multe su multe solo in questo tragitto ma non mi importa decisamente nulla.

Nessuno Mi ha detto niente. Ero lì come un paralitico a fare niente, non mi dicevano perché Cher non rispondeva ai loro richiami, me perché da qualche parte dalla sua testa usciva così tanto sangue e non mi hanno nemmeno voluto dire perché il suo corpo era così malmesso. Mi è salito un groppo in gola, quasi quasi affogavo nei miei respiri controllati.

Chiamo Gemma? Chiamo Domenic? Che cosa devo dirgli?
'Tua figlia ha appena avuto un incidente, che sembra decisamente grave, e io non so che cosa fare, ti prego aiutami.'?

Dio solo sa il male di cui si è cosparso il mio petto quando l'ho chiamata più e più volte e non ha risposto. La testa sulle gambe e il corpo riverso su quel terreno umidiccio e sudicio. Che cosa posso fare?

Quando arrivo davanti all'ospedale non parcheggio nemmeno come si deve, semplicemente fermo la macchina dietro ad un'ambulanza e scendo facendo di corsa le scale che conducono all'interno dell'edificio.
"Signor Styles" parla una donna paffuta da dietro il bancone. Mi guarda con occhi vispi pieni di curiosità. Non capisce, devo essere così sconvolto? Probabilmente si, perché la gravità non si è ancora decisa a ridarmi il sangue.

"Charter Lenson" le dico con il fiatone. "Sa dirmi dove l'hanno portata?" Mi passo la mano tra i capelli, nel modo più arrabbiato e nervoso che abbia mai fatto in vita mia, quasi è intimidita dalla mia figura.

"Certo.." mi raggiunge con un po' di difficoltà e cammina prima di me. "È nel reparto emergenze però, non può vederla. E c'è la polizia." Mi informa, quasi balbetta.

Ho voglia di piangere. Non piango da non so quanto.. non so nemmeno perché questa voglia mi pervade così forte.

Quando siamo davanti alle porte con sopra scritto 'Emergenze' la donna le spalanca e mi ritrovo davanti un gruppo decisamente grande di persone. Dottori, infermieri che corrono da tutte le parti, e due agenti della polizia.

"La lascio qui signore" sussurra la mia accompagnatrice prima di dileguarsi. L'attenzione dei due ricade su di me e si avvicinando con aria apparentemente prepotente, anche se sono più bassi di me, decisamente più bassi di me.

"Signor Styles" mi porgono la mano.
La stringo ad entrambi, ma la mia testa è altrove è davanti alle porte dalle quali continuano ad uscire infermieri su infermieri, con garze insanguinate e quant'altro.. lei è lì, è suo quel sangue.

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