Capitolo 146

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"Sono felice tu abbia deciso di accompagnarci." sorride ancora Gemma mentre mi prende sottobraccio.

Le voglio troppo bene per poter dire di no a qualsiasi cosa decida di fare, infondo glie lo devo anche, mi sopporta come mai nessuno ha fatto. Anzi, come solo lei sempre ha fatto.

Le strade londinesi sono di una bellezza assoluta, ti ci puoi perdere, tanto sono intricate, a volte trovi dei vicoli talmente stretti che secondo me dovrebbero essere preceduti da alcuni cartelli che dicono 'vietato inoltrarsi ai claustrofobici'. Ci sono tante di quelle gallerie, strade in pietra, leggende su leggende.. mi sento quasi a casa, sono un'altra delle milioni di anime che calpestano questo suolo, e questo è il massimo di felicità a cui sono arrivata da quando.. da quando se n'è andato.

Spesso succede che mi chieda che cosa sta facendo, se sta bene, se mi pensa. Spesso succede che i miei occhi riprendano a lacrimare, senza che io ne sia consapevole. Mi imbottisco di sonniferi, almeno così riesco a chiudere occhio per due ore, o poco più, altrimenti nemmeno quello.

Ho fallito miseramente nella missione di tenerlo stretto a me, e questo mi ha causato uno dei dolori più grandi della vita.

"Per te va bene giusto se ci raggiunge anche Claus? Ha detto che avrebbe portato con se un'amico. Non volevo nemmeno che passasse dopo.." esita. "Dopo ieri sera, ma potremmo decisamente smarrirci tra queste strade." ridacchia.

"Va bene, solo sappi che a me non piace per nulla quel ragazzo." annuisco aumentando il suo divertimento.

Il meteo non ha annunciato pioggia per oggi, ma dei nuvoloni neri neri ricoprono la città come una pesante coperta e fa abbastanza freddo da far portare a tutti un cappotto o qualcosa di abbastanza pesante.

Ho già detto che tutto questo mi piace?

"Non è cattivo. Anzi, ti dirò di più: è molto più intelligente di quello che da a vedere. Ed è una piacevole compagnia."

"Non è che ti stai prendendo una cotta?!" sorrido.

"Nah, lui sembra più interessato a te, tra noi due." mi da una leggera spinta. "Hai sempre attratto più di me, sarà il tuo fare da stronza egoista, ma è stato sempre così da quando ti sei messa con Richard."

Richard.. mi avrà chiamato tante di quelle volte che nemmeno le ho più contate, e io non ho mai risposto, e perché? Perché che cosa dovrei dirgli? Che sto una merda? Che aveva ragione su tutto? Non mi va sinceramente, non mi va proprio di ammettere che tutti, tranne la sottoscritta, avevano fatto i calcoli in modo giusto.

"Non perderti troppo nei tuoi pensieri, non ti fa bene." mi strattona dentro una mini libreria, che mi ricorda un sacco uno sgabuzzino, tanto è stracolma. Ha troppi libri e poco spazio, e il campanellino sopra la porta segna la nostra presenza. Sospiro.

Non sento quasi più i miei pensieri, questi libri urlano molto più di me, parlano molto più del mondo.

"Meglio se aspettiamo qui quei due, sta per piovere alla grande." sussurra quasi a non voler disturbare.

Un vecchio signore, ci scruta con gli occhietti grigi da dietro una grande scrivania di mogano, piena di fogli, sembra un posto rimasto ancora nel passato, dove non ci sono ne tecnologia, ne altro.. dove i gentiluomini non abbandonavano le loro dame solo perché erano un po' rotte..

Passo le dita sugli scaffali impolverati, rastrellando velocemente tutti quei titoli, quelle copertine: di cartone, di cuoio, rigide, piene di pieghe, colorate, nere, sporche, lucenti..

Sembrano un po' me.. sembrano un po' lui, sembrano un po' quello che eravamo. Perché per tutto il mondo siamo sempre stati una copertina, ed ora mi rendo conto che solo io, e solo ed unicamente io, stavo leggendo il nostro libro, lui stesso era fermo alla copertina, lui stesso mi aveva fatta sprofondare tra quelle parole, sogghignando, divertendosi guardandomi affogare. Il punto è che potrei anche tornare indietro, lasciare il nostro libro a metà, non leggerlo.. ma la verità è che ho una voglia assoluta, che mi prende ogni fibra del corpo, di andare avanti a leggerlo. Ma purtroppo, non puoi leggere qualcosa che non è stato scritto, e il nostro libro è fermo. Il nostro scrittore ha un blocco a quanto pare.

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