Capitolo 158

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Entro di fretta nel palazzo dove viviamo io e Gemma. Ho un'ansia addosso, ho paura che sia successo qualcos'altro, perché mai uno sconosciuto dovrebbe chiamarmi per dirmi di andare lì da lui? Potrebbe benissimo lasciarlo lì come un sacco di patate, se proprio sei così buon'anima.

"Charter, è tutto ok! Mi dici perché diavolo ci siamo precipitati così a casa?!" chiede Claus dietro di me mentre affronto l'ultima rampa di scale; è un tipo atletico, potrebbe benissimo superarmi e lasciarmi agonizzante per le scale.

"Ti ringrazio tantissimo per avermi riportato qui, davvero." non gli do nemmeno una risposta concreta mentre entriamo nel corridoio dei nostri appartamenti. Appoggiati alla porta di casa ci sono due ragazzi: uno lo riconosco in fretta, è Harry. Con addosso la sua felpa nera, di cui ha tirato su il cappuccio, e come se questo non dovesse bastare ha anche un altro berretto sotto. Accanto a lui un tizio dai capelli biondi.. stavano parlando, fino a quando non si sono voltati verso di noi.

Ha gli occhi ancora più verdi, si vede che ha bevuto, ha un'espressione da ebete in volto, cosa che succede spesso, ma sopratutto quando è ubriaco.

"Heey.." tira la parola mentre sorride di più, mostrando la dentatura bianca perfetta e le fossette ai lati della bocca, una più profonda dell'altra, com'è sempre stato. Ha un aria così dolce in questo momento, potrei persino non essere arrabbiata con lui, si è solo sbronzato. Tutti i ragazzi della sua età lo fanno, e chi sono io per poterlo giudicare?!

"Che diavolo fai Harry?!" chissà perché quello che ho pensato nemmeno due secondi fa non mi serve letteralmente ad un cazzo, perché scoppio.

"Tu sei Charter?!" chiede il ragazzo biondo alzandosi e porgendomi la mano. La stringo riluttante.

"Oh si è lei.. vedi com'è bella." sorride Harry. Gli occhi visibilmente più arrossati e lucidi. Gli darei uno schiaffo molto volentieri, ma invece faccio solo roteare gli occhi al cielo.

"Quindi è per questo che siamo tornati a casa?" la voce di Claus non è incazzata, ma accenna a diventarlo.

"Hey, non parlarle così!"

"Harry sta zitto per amor di Dio." sbuffo, frustrata con tre uomini che mi guardano come se potessi essere la risposta alle loro domande. Ok, prendiamo in mano le redini della situazione.

"Grazie per averlo portato a casa." sorrido al ragazzo biondo.

"Figurati, ha il mio numero, nel caso avesse bisogno di me." gli batte una mano sulla spalla.

"Ciao Ken" lo saluta Harry mentre il ragazzo si incammina per prendere l'ascensore.

"Mi chiamo Stiven." sbuffa.

Harry sembra divertito nella sua ubriachezza.. ridacchia varie volte tra se e  se, poi alza il viso verso di me, visto che è seduto per terra, con le gambe al petto, e rimane lì, come un bambolotto a guardarmi.

"Claus.." sospiro. "Grazie per tutto." dico cercando di non sembrare troppo scortese, anche se in realtà non mi importa poi così tanto.

"Figurati." sembra scocciato, parecchio anche.

"Perché devi rispondere in questo modo? Non sei il mio ragazzo." sospiro frustrata. Harry segue con attenzione la dinamica della situazione, spostando gli occhi da Claus a me, da me a Claus, e così via.

"Beh nemmeno lui." ridacchia il mio vicino di casa indicando con un cenno Harry. Il sorriso di quest ultimo cade, come un bambino.

"Lo è stato." mando uno sguardo di fuoco a Claus prima di dargli le spalle a per tornare ad Harry che è tornato a sorridere dopo la mia risposta.

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