Centuries 2

Capitolo 156

L'umore non è dei migliori da quando ho detto quelle parole, non è dei migliori da quando si è trasferito, temporaneamente, nel nostro appartamento. Faccio finta che quella dannatissima conversazione non ci sia mai stata ogni volta che lo guardo, mi limito a risposte fatte di sillabe quando sono proprio costretta a rispondergli. Non mi piace affatto questa situazione, mi sento in soggezione ogni volta che sento i suoi occhi verdi su di me, so che ha ragione a guardarmi, magari cerca di capire il motivo delle parole così dure che hanno lasciato la mia bocca.

Se non avessi parlato, cosa sarebbe successo? Avrebbe lasciato stare o mi avrebbe abbracciata? Sembrava la sua intenzione principale quando si è alzato per venirmi incontro. Per fortuna l'ho bloccato prima che potesse fare qualcosa. Non voglio soffrire, voglio smettere di stare male a causa sua, eppure sembra che io non riesca a fare altrimenti. Ogni volta che lo guardo riaffiorano alla mente i momenti belli ma sopratutto quelli brutti e chiedo a me stessa se voglio per davvero ritornare a dov'eravamo prima che lui mi lasciasse. Ma poi mi do una risposta dolorosa: anche se tu volessi tornare da lui, non ti vorrebbe, quindi fatti poche paranoie.

"Su, non dovresti stare così giù." Gemma tira fuori il labbro inferiore mentre mette sul carrello dei pomodori. La spesa tocca a noi due oggi. Odio fare la spesa, di solito mi limito solo a consumare quello che qualcun'altro compra per se stesso.

"Sai il motivo per cui mi trovi in questo stato, quindi non comportarti come una santa perché avresti potuto dire al tuo fratellino di stare a casa sua." sbuffo irritata sorprendendola.

"Hey.. è successo qualcosa che non so, tra di voi, intendo." mi ferma dal spingere via il carrello e mi affianca con un'espressione seria in volto. Oh si che è successo qualcosa, ma non sono sicura che tu voglia saperlo per davvero.

"Ci ho parlato, ovvero, gli ho sputato contro tante di quelle brutte parole che non puoi nemmeno immaginarti. Da una parte mi sento in colpa per averlo fatto, dall'altra, una parte molto ferita si sente rincuorata per aver fatto ciò, perché lui non si è fatto scrupoli a lasciarmi da sola quando più avevo bisogno di lui. Mi sono sentita a metà quando mi ha lasciato e quando l'ho rivisto, è la cosa più strana del mondo, ma credo che se c'è una cosa per cui non lo perdonerò mai è quella di essersene andato lasciandomi sola." metto nel carrello un budino al cioccolato. Adoro il cioccolato. Se c'è qualcuno che non mi tradirà mai, è proprio lui.

"Charter, lui non vuole che io te lo dica, ma ritengo necessario che tu ne venga a conoscenza a questo punto." mi fermo corrugando le sopracciglia. Aspetta.. c'è qualcosa che non mi è stato detto? Ancora?

"Gemma, giuro su Dio che vorrei prenderti a schiaffi quando non mi dici le cose." ed eccoci qui, in mezzo ad un supermercato che discutiamo sulla mia quasi morte e di suo fratello che se n'è altamente fottuto. Che vita odiosa.

"Ok, lo so, ma me lo ha fatto promettere quando tu.."

"Parla!" scandisco ogni singola lettera della parola, mi guarda con occhi colmi di dispiacere.

"Se c'è una persona che non ti ha mai lasciata sola quando eri in coma, beh-" abbassa gli occhi sulle mattonelle, per un attimo le guardo anche io, giusto per tentare di capire che cosa la assorbe così tanto in un momento così importante. "Harry non se n'è mai realmente andato." sospira poi trovando il coraggio di puntare di nuovo le sue pietre azzurre nelle mie iridi di onice nero.

Onice.. tocco subito l'anello appeso alla collana che mi ha dato.

"Che cosa intendi?" assottiglio gli occhi.

"Intendo che non si è mosso dall'ospedale da quando ci sei entrata fino a quando non sei uscita dal coma." quasi mi sgrida, come se fosse colpa mia se sono all'oscuro di certe cose. Beh questo cambia parecchio quello che ho pensato di lui nelle ultime settimane.