Mi hai pugnalato alle spalle

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Quando i ragazzi se ne andarono io andai da Damon. Bussai e lui mi fece entrare.
Io: allora, vogliamo andare?
D: ah Sharol che mi fa una proposta per un'uscita! Eccitante.
Gli diedi un pugno sulla spalla e si andò a finire di preparare per uscire. Quando scese ci incamminammo per andare al parco. Dopo una decina di minuti arrivammo e ci sedemmo sotto un albero.
D: allora, cos'hai da raccontare?
Io: io niente, tu?
D: Sharol pensi che, io e sottolineo IO, non mi sia accorto che tu non stai bene?
Io: sto bene è solo che sto avendo un po' di problemi con mamma e...
Damon non mi fece finire la frase che mi guardò negli occhi e mi disse che lui sapeva che non era solo quello il problema.
Io: ok, però mi devi giurare di non dirlo a nessuno.
D: te lo giuro Sharol.
Io: c'è un ragazzo a scuola che mi picchia.
Fu un colpo al cuore sentire quella frase uscire dalla mia stessa bocca, io ero consapevole di quello che stava succedendo e di quello che faceva, ma sentirlo uscire dalla mia bocca così chiaramente e senza giri di parole, fece tanto male.
Damon mi guardò con gli occhi sgranati e quasi balbettava.
D: chi è?
Io: non te lo posso dire.
D: Sharol tu me lo dici adesso.
Io: non, non posso, anche perché tu faresti un casino.
D: ti prometto che non faccio niente, ma lo devo sapere.
Io: Klaus.
D: Klaus, quello che sta in quinto, che è stato bocciato?
Io: si, però tu mi hai giurato che ti stai fermo.
D: tu non ti preoccupare.
Ad un certo punto mi squillò il telefono e vidi che era un messaggio dei ragazzi.
H: siamo appena partiti. Già mi manchi Sharol.
N: anche a me manchi piccola.
A quel messaggio sorrisi, pensai che fino a una settimana fa l'unico mio sogno era abbracciarlo e ora era lui che mi diceva che gli mancavo. Io avevo passato gli ultimi 2 anni a riempirlo di messaggi e adesso mi arrivava un suo messaggio con scritto "mi manchi". Era un sogno.
Dopo un po' che io e Damon restammo al parco, tornammo a casa. Lui tornò a casa sua e io andai a casa. Andai in camera mia e comincia a parlare con i ragazzi.
Io: ragazzi avvertitemi quando arrivate.
L: certo.
Dopo che parlammo per una decina di minuti loro non risposero piú e io capii che stavano per arrivare.
Verso mezzogiorno mi arrivò un messaggio dei ragazzi che erano arrivati. Mentre stavo in camera chiamai B e le chiesi se volessimo pranzare insieme e lei mi disse di sì. Nel frattempo preparai i vestiti che mi volevo mettere e andai in bagno per farmi una doccia. Aprii l'acqua e la feci scorrere finché non si fece calda, mi spogliai ed entrai. Quando uscii dalla doccia mi asciugai e mi vestii. Misi un pantaloncino nero a vita alta con una maglia corta, bianca con un taschino. Mi truccai e uscii. Visto che era presto e già sapevo che B avrebbe fatto tardi, andai a fare una passeggia sulla pista da skate. Quando si fece fatta l'ora andai davanti al ristorante e vidi che B era arrivata.
Io: ciao B.
B: ciao tesoro.
Io: vogliamo entrare?
B: ok.
Entrammo e ordinammo, quando arrivarono le ordinazioni cominciammo a mangiare e parlammo un po'.
B: vogliamo andare a pagare?
Io: ok.
Pagammo e ce ne andammo. Andammo tutte e due a casa mia, perché voleva stare un po' con lei e parlare di tutto quello che stava succedendo. Mentre stavamo parlando ci accorgemmo che si erano fatte le 4 e io dovevo andare a danza a fare lezione alle bimbe. B mi salutò e se ne andò e io mi andai a preparare. Mi lavai, mi misi la tuta, presi la borsa e il telefono con le cuffie e uscii. Andai a piedi in palestra. Feci lezione alle bimbe di 4 anni e quando finii quella lezione cominciai la mia. Ballare mi faceva stare bene, era l'unico modo che avevo per liberare la mente da tutti i problemi. Quando finimmo la lezione andai nello spogliatoio, mi cambiai e poi tornai a casa. Quando entrai c'erano tutti.
M: dove sei stata oggi?
Io: sono stata a pranzo con B, poi siamo tornate qua e abbiamo parlato un po' e dopo sono andata in palestra.
M: vogliamo cenare?
Io: io mi vado a fare un attimo la doccia.
M: ok.
Andai di sopra e mi chiusi in bagno, mi svestii e aprii l'acqua, misi un po' di musica e mi fiondai sotto la doccia. Adoravo la sensazione che mi faceva provare l'acqua quando stava a contatto con la mia pelle. Uscii e mi vestii, andai di sotto e cominciammo a mangiare. Finalmente si erano un po' calmate le acque ma, ovviamente c'è sempre qualcuno che deve rompere l'equilibrio.
Ri: allora come va con il tuo amichetto?
Io: il mio amichetto è partito, ok?
Ru: ragazzi smettetela.
Appena ebbi finito di mangiare mi alzai e me ne andai in camera. Mi chiusi dentro e cominciai a parlare con B, poi ci demmo la buonanotte e andammo a dormire.
Quando la mattina mi svegliai, guardai l'orologio, era tardi e io dovevo andare a scuola. Corsi in bagno, mi lavai velocemente e mi vestii.
Corsi di sotto e trovai già il nostro autista che ci aspettava. Quando entrammo in macchina io e Riccardo non ci scambiammo una parola, in quella macchina regnava il silenzio e c'era una tale tensione che si poteva tagliare con un coltello.
Arrivammo a scuola e io e lui all'entrata ci dividemmo. Io andai in classe dove, quando entrai, trovai la professoressa di matematica, io la conoscevo quella professoressa e già la odiavo. 
Salutai B e cominciò la lezione che sembrava non finire mai. Arrivò la terza ora e, per fortuna , lei se ne andò e arrivò il professore canffrey. Con lui avevamo due ore, che passarono veloce e all'ultima venne inglese. Arrivò presto la fine della giornata e tutti si cominciarono a preparare per uscire. Quando uscii non vidi Klaus e riuscii a non farmi vedere. Incontrai Riccardo e ce ne andammo insieme solo per non stare da sola. Arrivai a casa e il pranzo già era pronto. Ci sedemmo a tavola e presi il telefono che aveva vibrato. Mi era arrivata una notifica su Twitter e pian piano si stava dilagando anche su Instagram. Quando la lessi rimasi impietrita, non ci potevo credere: Niall aveva baciato Selena Gomez, e giravano voci che avevano passato la notte insieme. Mi alzai velocemente da tavola, senza finire di mangiare e me ne andai in camera. Mi buttai sul letto e cominciai a piangere. Dopo un po' sentii bussare alla porta, ma non risposi, volevo stare sola. Continuarono a bussare e alla fine lo feci entrare, era Riccardo. Quando entrò si sedette sul letto vicino a me.
Io: se vuoi dirmi "te l'avevo detto" puoi anche andartene!
R: no, non volevo dirti questo, ti volevo dire, che non ne vale la pena e lui non merita le tue lacrime.
Dopo quello che mi aveva detto ricominciai a piangere, lui cercava di calmarmi ma io non riuscivo a smettere. Così chiamò B. Lei arrivò dopo poco e si catapultò in camera mia. Gli spiegai che era successo senza smettere di piangere e lei mi consolò, come solo lei sapeva fare. Dormì con me quella notte. Ma verso le 3 il mio telefono cominciò a suonare. Era Niall, io non lo volevo sentire e dopo tanti tentativi di chiamate senza risposta mi mandò un messaggio e quando lo lessi c'era scritto...

SPAZIO AUTRICI
Ragazze vi volevo dire che questa storia la sto scrivendo con una mia amica, Cristina. Abbiamo deciso di collaborare e abbiamo iniziato solo dagli ultimi capitoli. Vi volevo dire anche che se c'è qualche errore, scusatemi e che se avete bisogno di parlare di qualcosa o di sfogarvi o darmi qualche consiglio o idea. Spero che il capito vi piaccia.

My heroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora