Mi chiamo Sharol brooks. Vivo a New York con mia mamma, Samantha e il suo nuovo marito, Rufus, visto che mio padre se ne è andato quando io ero piccolina e adesso non lo vedo spesso. Rufus ha un figlio di nome Riccardo, io lo considero come un frate...
Louis. Louis era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Il mio Tommo in silenzio, impossibile, eppure non aveva emesso una parola da quando era uscito dall'ascensore. Io: tommo stai bene? L: si, un po' stranito, ma si. Io: ehi sai che ne puoi parlare con noi. L: beh...diciamo che...ho...ho avuto paura. Non avevo mai visto Niall avere un attacco e avevo paura che non saremmo usciti da lì. E Niall, lui stava male e io non potevo fare niente perché non sapevo come aprire quelle dannate porte. Io: oh Lou ma ora è tutto apposto. Non ti posso dire che so che si prova a stare chiusi in un ascensore con uno che sta avendo un attacco perché di solito sono io ad essere quella claustrofobica. Louis rise e quel sorriso mi fece stare davvero bene. Non eravamo abituati ad avere un Tommo così silenzioso. Ed ero davvero felice che ci avesse detto cosa aveva provato. Dopo un po' che cercavo di far ridere Tommo, con un ottimo risultato, Niall cominciò a fare la faccia da cucciolo, perché voleva qualcosa, con i suoi occhi azzurro, che non sono né mare né cielo, io quel colore lo chiamavo con un altro nome "color infinito". Perché non hanno un colore preciso e noi non sappiamo l'infinito di che colore è, quindi il loro colore è color infinito. N: amore voglio le coccole. *disse facendo una faccia da cucciolo* Io: tesoro vieni qui. Lo avvicinai ancora di piú al mio petto, cominciai ad accarezzagli i capelli, quei capelli che pure essendo tinti, sono la cosa piú morbida e bella di questo mondo, con un odore che era speciale, perché non era odore di shampoo o di balsamo ma profumavano di loro. Con l'altra mano cominciai ad accarezzargli il viso, dal quale si intravedeva un po' di barba, lasciata incolta, per la sua grande pigrizia. E dal viso scesi fino al suo corpo, cominciandogli a fare grattini e ad accarezzargli il braccio. Era così dolce, era così bello tenerlo tra le braccia e coccolarlo. Era così bello sentirlo così piccolo e impaurito tra le mie braccia. Io mi soffermai a pensare, al solo fatto di poter tenere la persona piú importante della mia vita fra le mani. E il solo pensiero che non fosse solo la mia ragione di vita, ma anche di altre miliardi di persone mi faceva riflettere e sapevo che se fosse successo qualcosa tutte le directioner avrebbero potuto uccidermi. I ragazzi decisero di uscire per lasciarci un po' da soli e noi approvammo in pieno questa idea. Si prepararono e dopo 5 minuti la porta di casa si chiuse ed rimanemmo io e il mio bellissimo Niall. N: tesoro che ne dici di film e coccole? Io: dico che adoro questa idea. *dissi felice* Mi prese il polso e mi portò in camera sua. N: allora che vuoi vedere? Io: non so, decidi tu. N: che ne dici di "scrivimi ancora"? Io: si, si, si e si. N: vieni. Ci stendemmo sul letto e lo feci appoggiare sul mio petto. Cominciammo a vedere il film e quando fu quasi a metà Niall mi cominciò a coccolare. Mi cominciò a lasciare piccoli baci e invertì la posizione: adesso ero io appoggiata al suo petto. Mi diede un bacio sulla fronte e poi prese il suo telefono, per fare una foto e postarla. La postò su tutti i social e dopo poco cominciarono ad arrivare i "mi piace" e i commenti, di tutti i generi. Chi era felice che stessimo insieme, chi incominciava ad insultare, chi non aveva ancora capito chi ero, ma io ero sicura che niente mi avrebbe toccato, perché Niall era piú importante di tutto e tutti. Posò il telefono e ricominciammo a guardare il film, con Niall che mi accarezzava i capelli e che mi lasciava baci ovunque. N: ti amo cucciola. Io: anche io Nì. N: che ne dici se domani pomeriggio, dopo scuola, mi accompagni a giocare a golf. *disse con gli occhi sognanti* Io: si, per me va benissimo, l'importante è che sto con te. Niall mi strinse ancora di piú. Ma questo momento dolce e romantico fu interrotto dallo squillo del telefono di Niall. Lo guardai tutto il tempo mentre lui parlava a telefono. Dopo pochi minuti posò e mi disse se volevamo andare ad un party in spiaggia. Io: Niall io domani ho scuola, ma se tu vuoi andare, vai con i ragazzi. Appena mi uscirono quelle parole da bocca volevo solo rimangiarmele e fare finta di niente. Ma ormai il guaio era fatto. Per fortuna Niall aveva capito che non ero molto sicura di quello che avevo detto e mi disse che voleva andare con me e quando ce ne saremmo voluti andare nessuno ci avrebbe trattenuti. Dopo un po' Nì mi convinse e a quel punto lui chiamò i ragazzi e io andai a scegliere un vestito. Si erano fatte le 5 e mi ero fatta lo shampoo e mi ero asciugata i cappelli, adesso mancava vestirmi e truccarmi. Niall entrò in camera per prendere i vestiti e mi trovò in intimo. N: vieni così? *disse con un sorrisetto sul viso* Io: invece di fare il cretino, vieni qui! Si distese vicino a me e gli dissi che cosa mi sarei messa e come mi sarei fatta i capelli. Lui all'inizio era rimasto ad ascoltarmi, ma poi, quando ero arrivata ad un certo pruno del discorso, aveva cominciato a guardarmi il culo. Io: Niall *dissi passandogli la mano davanti agli occhi* mi stai ascoltando? N: ehm...ah...si. Io: Niall asciugati la bava e andiamoci a vestire! Prima che ci alzassimo dal letto entrarono i ragazzi. Io: ma voi avete proprio il vizio di non bussare, eh! Li vidi tutti applicati a guardarmi culo e tette. Io: ragazzi una foto dura di più! H: allora mi mandi una foto?! *disse sorridendo* Vidi Niall avvampare. Li: allora, sapete già che mettervi? Io: io si. Prima che iniziassi di nuovo il mio lunghissimo discorso di cosa mi sarei dovuta mettere, Niall mi tappò la bocca. N: io non ce la faccio a sentirti di nuovo! Gli morsi la mano per fargliela togliere dalla mia bocca. N: ahi. Io: ragazzi io mi vado a finire di preparare. *dissi alzandomi* Appena fui in piedi mi diressi verso il bagno. C'erano già tutti i vestiti lì. Li presi e me li misi. Cominciai a truccarmi e poi mi misi una coroncina di fiori nei capelli. Uscii dal bagno e i ragazzi erano pronti. Mi guardarono con la bocca spalancata.
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