Non potete abbandonarmi

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Quella sera decisi di dormire lì e poi i ragazzi mi sarebbero venuti a prendere la mattina per portarmi a scuola.
Lele: allora ceniamo che ho fame?
Io: oddio Niall due no!
Emma: è da quando stiamo qua che fa così!
Lele: ma non è vero! *mise il broncio*
Elisa: va bene Lele mangiamo!
Preparammo la cena e ci sedemmo a tavola a mangiare.
Lele: allora domani che hai a scuola?
Io: ci dovrò prima arrivare a scuola. Ho anche educazione fisica, quindi dovrei salire, scendere, salire e poi scendere di nuovo a fine giornata.
Emma: ma non avete l'ascensore?
Io: si, però non sempre ce la fanno usare.
Elisa: ah.
Io: vi avverto che mi sveglio alle 7. Quindi, soprattutto a te Lele, farò un po' di casino.
Lele: non ti preoccupare ho il sonno pesante. *disse ridendo*
Finimmo di mangiare e ci andammo a lavare e mettere il pigiama.
Io avevo un maglione lungo con un pantaloncino di tuta sotto. Ero abituata così e non avrebbe dato fastidio a nessuno.
Ci mettemmo tutti sul divano a vedere un po' di TV.
Lele: comunque domani se hai bisogno di aiuto puoi svegliarmi!
Io: non ti preoccupare!
Ci vedemmo tutto insieme un film e poi andammo a dormire.
Mi misi nel letto e controllai il telefono per vedere se c'era qualche messaggio e vidi che i ragazzi mi avevano dato la buonanotte, bloccai il telefono e lo posai.
Io: buonanotte Lele.
Lele: notte sharol.
Dopo un po' mi addormentai perché ero sfinita.
La mattina dopo mi alzai alle 7 e, dopo aver preso le stampelle, andai in cucina e mi preparai il latte. Quando andai in cucina vidi che Elodie già era sveglia.
Io: Elodie che ci fai sveglia a quest'ora?
Elodie: non lo so. Mi sono svegliata e non ho neanche sonno. *disse sorridendo*
Io: almeno mi fai compagnia.
Facemmo colazione e poi mi andai a lavare e vestire. Misi una felpa di Niall e un pantaloncino corto di jeans. Mi truccai e mi feci una coda alta. Mi misi le vans nere e presi le stampelle. Andai di là e sistemai lo zaino e mi presi le cuffie. Mentre parlavo con Elodie suonarono alla porta e quando andai ad aprire erano arrivati i ragazzi.
Cominciarono a fare casino e io cominciai a dirgli di stare zitti perché stavano tutti dormendo ma ovviamente loro non mi ascoltarono minimamente. Ma ad un certo punto si svegliarono tutti e vennero in salone.
Io: ragazzi scusate se vi abbiamo svegliato.
Emma: non ti preoccupare, noi già eravamo sveglie.
Elisa: oh mio dio ma ci sono gli one direction in casa nostra!
Emma: Elisa non cominciare.
Io: comunque noi andiamo, ci vediamo dopo.
Lele: ciao Sharol.
Mi salutarono tutti e ce ne andammo.
*in macchina*
N: allora come ti trovi lì?
Io: bene. Sono simpatici e cercano sempre di aiutarmi.
N: ma ti sei messa la mia felpa? Non me ne ero accorto. Ti sta benissimo.
L: è vero, ti sta benissimo.
Io: grazie ragazzi.
Li: allora piccolina sei pronta per ritornare a scuola?
Io: penso di sì... Ma se ho bisogno voi venite vero? *dissi facendo gli occhi dolci*
H: certo. Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno chiamaci.
Arrivammo a scuola e scesi dalla macchina.
N: ti serve un aiuto piccola?
Io: no Nì, non ti preoccupare. Ciao ragazzi a dopo.
Mi avviai verso l'entrata e arrivai in classe dopo un po'. Ero in ritardo e la lezione già era iniziata.
Io: buongiorno.
P: alla buonora brooks.
Io: professoressa vogliamo litigare? No perché oggi non sono proprio in vena di discutere con lei. *dissi arrabbiata*
P: abbassi il tono signorina.
Io: no professoressa, non lo abbasso perché non so se avete visto in che condizioni sto e non si può mettere anche lei.
Ero davvero arrabbiata, già mi stava antipatica quella professoressa e io non ero felice e contenta, quindi era meglio per lei se si stava zitta.
Non ebbe il tempo di rispondere che la porta si aprì ed entrò il professore canffrey.
Pc( professore canffrey): ma che sta succedendo? Le urla si sentono fino a fuori.
P: la signorina brooks è una maleducata che non porta rispetto alle persone piú grandi di lei.
Io: vecchie. *dissi sottovoce*
P: cosa hai detto?
Io: niente. Ora posso andare a posto?
P: veramente visto che sei già qui...fai un esercizio alla lavagna.
Pc: professoressa ma la ragazza non sta bene, fatela sedere. Non penso che stia bene in piedi. La potete interrogare un'altra volta!
P: professore ma veramente crede a questa pagliacciata? si sa che sta fingendo. La ragazza è molto bava a recitare.
Io: lei non è nessuno per mancarmi di rispetto così.
P: tu non sei nessuno per dirmi quello che devo fare.
Pc: professoressa mi porto un attimo Sharol.
Arrivammo nella sala del professore e cominciammo a parlare.
Io: professore non è nessuno per parlarmi così, come si permette! Non mi conosce, non sa come sono, non potrebbe proprio permettersi di parlare di me.
P: lo so Sharol. Ma come hai detto tu, non ti conosce, non sono niente le sue parole.
Io: professore ma...
P: niente ma Sharol, lo sai che è così la professoressa, non ci possiamo fare niente.
Io: lo so, ma non è giusto.
P: tu non ti preoccupare, ne parliamo noi in consiglio.
Io: professore ma sabato ci sono i colloqui vero?
P: si Sharol. Chi ti accompagna?
Io: penso mio padre...purtroppo.
Ad un certo punto mi arrivò una telefonata.
Io: professore posso rispondere un attimo?
P: si fai pure Sharol.
Risposi e Niall mi disse che mi doveva parlare e sembrava anche abbastanza preoccupato, tanto da preoccupare anche me.
P: Sharol che è successo? Mi sembri preoccupata.
Io: professore il mio ragazzo mi ha chiamato e mi sembrava molto preoccupato.
Dopo un po' che parlavamo bussarono alla porta.
P: avanti!
Dalla porta entrarono i ragazzi e io mi sentii, per un attimo, morire. Avevo una brutta sensazione e sapevo di non sbagliarmi.
N: Sharol ti dobbiamo parlare un attimo.
Io: ragazzi così mi preoccupate.
H: non è niente di che, ma volevamo dirtelo di persona.
Io: ragazzi vi muovete, mi state facendo salire l'ansia.
L: Sharol noi... dobbiamo partire. E staremo fuori per un po'.
Io: no...non potete andarvene adesso. Non potete abbandonarmi, sabato ci sono i colloqui e devo andare con mio padre e...e non voglio rimanere da sola con lui.
Stavo sull'orlo delle lacrime, non potevo pensare che i miei ragazzi non sarebbero stati con me.
N: per favore piccola, non ci rendere la cosa ancora piú difficile di quello che già è.
Lo guardai con gli occhi ormai pieni di lacrime. Non ero pronta, con quello che stava succedendo, anche al loro abbandono. Certo temporaneo ma pur sempre un abbandono.
N: non mi guardare con quegli occhioni, per favore.
Niall mi abbracciò e io non volevo staccarmi da quelle braccia.
N: ti giuro che appena ci lasceranno andare verremo da te.
H: dai piccola che alla fine non è tanto tempo.
Io: va bene, ma giuratemi di ritornare presto.
Li: te lo promettiamo.
Mi abbracciarono e se ne andarono.
Io salutai il professore e tornai in classe, dove la professoressa già era andata via.
B: tesoro che è successo? Perché hai pianto?
Io: sono venuti i ragazzi e mi hanno detto che dovevano partire.
B: amore ma ritornano presto lo sai.
Io: sì ma sabato ci sono i colloqui e io ci devo andare con mio padre. Oh mio dio ma sabato c'è anche la puntata del serale ad amici, e io starò lì da sola.
B: ti giuro che io starò con te per tutto il tempo.
Io: ti voglio bene.
B: anche io.
Le altre ore passarono velocissime e arrivammo alla fine della giornata.
Era stupendo pensare che nessuno sarebbe venuto e mi avrebbe fatto del male.
Pensai che ero finalmente libera ma ovviamente mi sbagliavo...

SPAZIO AUTRICE
Ragazze spero che questo capitolo vi piaccia e che siate curiose di leggere il prossimo.

Una ragazza ossessionata da Horan.

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