Non devi essere geloso

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Vidi mio padre mano per mano con una ragazza, che aveva al massimo 25 anni. Mi vennero i brividi. Non mi dava fastidio ma era un orrore, lei aveva l'età dei ragazzi piú o meno e mio padre era un uomo adulto. E poi che ci faceva qui.
Lo guardai male e guardai lei che aveva un gonna che le faceva vedere tutto, una maglia scollata con dei tacchi che la facevano sembrare tre metri e mezzo.
P: che c'è piccolina, sei gelosa? *disse con aria di sfida*
Io: io gelosa? E di chi, di questa Puttana? *dissi ironica*
Tutti mi guardavano in silenzio, senza dire una parola. Neanche i miei mi avevano corretto o rimproverato.
P: sei proprio una maleducata, uguale a tua madre.
Mamma stava per controbattere ma io la fermai.
Io: ricordati che non sono solo figlia sua ma anche figlia tua e ricordati che lei mi ha cresciuta da sola e non sono uscita perfetta ma almeno un minimo di dignità mi resta ancora, non come te che esci con le ragazzine dell'età di tua figlia.
P: stai esagerando, sei piccola e non capisci niente e poi tu sei la prima che esce con certa gente *indicando i ragazzi* solo per un po' di visibilità.
Ok si mi aveva colpita e anche affondata. Non mi uscivano le parole da bocca ma non perché non le avevo ma perché mi aveva ferito, era mio padre e aveva proprio esagerato questa volta. Ma per fortuna intervenne mia mamma.
M: non ti permetto di parlare così a mia figlia, tu sei solo un coglione senza un minimo di coscienza perché hai abbandonato me e lei quando era una bambina di 4 anni. E sai una cosa te ne sono grata perché è cresciuta molto meglio senza di te, ha trovato una figura paterna che le sta accanto e adesso è felice e si sta innamorando, quindi non ti intromettere adesso che sta vivendo una vita migliore. E un'ultima cosa, non provare piú a presentarti perché quando avevamo bisogno di te tu non c'eri.
Mio padre restò in silenzio e se ne andò.
N: amore tutto bene?
Io non risposi, non riuscivo a parlare. Mio padre veramente pensava che io stavo con i ragazzi per visibilità.
N: guarda che noi sappiamo che non stai con noi per visibilità.
Cominciai a sentirmi le lacrime scendere sulle mie guance.
Niall mi abbracciò e io cominciai a piangere ancora piú forte.
N: amore, hei non ci pensare neanche, noi sappiamo che non ci sfrutteresti mai, ormai ti abbiamo conosciuta, sappiamo che non ne saresti capace. Siamo qui con te, se avessimo creduto a quello che ha detto tuo padre già ce ne saremmo andati. Quindi per favore non piangere piú, non riesco a vederti così.
M: ma quando è dolce questo ragazzo!
Mi asciugò le lacrime e ci risedemmo tutti sul divano. Io ero abbracciata a Niall, era stato veramente dolce e sono contenta che abbiano capito chi sono. I ragazzi cominciarono a chiacchierare con i miei.
R: e io che pensavo che eravate dei ragazzini montati di testa. Mi sbagliavo del tutto.
Io: Riccardo!
Li: Sharol penso sia normale pensare una cosa del genere di persone che non conosci, che vedi in televisione.
L: e sinceramente siamo onorati che abbiate capito come siamo realmente.
H: e poi ci hanno rifilato cose molto piú pesanti. Poi se piaci come cantante è questione di gusto personale. Anche a noi piacciono alcuni cantanti ed ad altri possono non piacere.
M: noi quando Sharol ha cominciato a seguirvi pensavamo che era impazzita, la guardavamo in modo strano quando parlava di voi.
N: si le conosciamo bene le nostre ragazze. Sono peggio di noi. Ma gli vogliamo un mondo di bene.
Io: si a volte pure io mi sconvolgevo delle cose che pensavo.
Dopo salimmo di sopra, in camera mia. Ad un certo punto mi arrivò un messaggio di Damon.
D: domani tu e io, nel bosco alle 10.
Io: ma domani abbiamo scuola.
D: assemblea. Non entriamo.
Io: ok Damon ci vediamo domani alle 10 all'entrata del bosco.
D: a domani piccolina.
Io: a domani.
Posai il telefono e Niall mi chiese chi era.
Io: era Damon.
N: ehm...che voleva?
Io: domani ci vediamo per andare a correre.
N: io lo odio. *disse a bassa voce, per non farsi sentire*
Io lo sentii e come, e mi arrabbiai.
Io: Niall smettila.
N: no, Sharol mi sta sul cazzo, ti sta sempre appiccicato. È normale che mi dà fastidio è il tuo ex.
Io: no Niall, non è "il mio ex", e la persona che mi conosce meglio. Lui c'era e c'è sempre stato, mi conosce meglio di chiunque altro e quando stavo male lui stava accanto a me, ha conosciuto la mia parte peggiore e mi ha aiutato a riprendermi. Non devi essere geloso.
N: e invece lo sono. Lo so che per te è importante, ma ci prova spudoratamente, anche davanti a me. L'ha fatto anche prima. Ma poi ti chiama piccola e... Che rabbia.
Io: Niall Damon non ci prova, ha solo paura ti vedermi stare male di nuovo, e per prima è solo il suo carattere.
N: si ma irrita.
H: dai ragazzi smettetela di litigare.
Io: è lui, stavamo così bene e tranquilli, e doveva per forza fare questione.
N: TU MESSAGGI CON IL TUO EX E SAREI IO A VOLER FARE QUESTIONE?!
Io: PRIMO NON URLARE E SECONDO NON È SOLO IL MIO EX, TE LO HO GIÀ SPIEGATO.
Li: ragazzi abbassate tutti e due la voce e non litigate.
Dopo un bel po' che litigavamo decisi di smetterla e di proporre una tregua. Volevo far finta che mi fossi arresa e che avesse ragione lui. In realtà stavo già pensando ad un modo per fargli capire veramente come si flirtava.
Loro se ne andarono a casa e io resati in camera mia. Verso le 9 io e miei genitori mangiammo e Riccardo già era uscito.
Parlammo della giornata e dopo aver aiutato mamma me ne andai in camera mia.
Mi addormentai e quando mi svegliai andai in cucina, feci colazione e poi mi andai a lavare e vestire per andare a correre con Damon. Mi misi un pantaloncino di tuta grigio, una maglia dell'adidas con una felpa sempre dell'adidas, un paio di scarpe da corsa e mi feci una coda alta. Mi accorsi che erano le 9:20 e quindi avevo ancora un po' di tempo. Chiamai Liam.
Li: pronto.
Io: ciao li, mi devi fare un piacere.
Li: certo dimmi Sharol.
Io: devo far capire a Niall che significa flirtare.
Li: ma voi non avevate fatto pace e poi io che c'entro?
Io: tu mi aiuterai e no.
Li: va bene vengo a casa tua e mi spieghi.
Io: ok.
Dopo 5 minuti arrivò e io gli spiegai che volevo farlo ingelosire flirtando con lui. E dopo un po' lui accettò. Dopo scendemmo e mentre lui si avviava verso casa io andai da Damon al bosco.
Lo incontrai e dopo esserci salutati, cominciammo a correre. Dopo una mezz'ora ci sdraiammo sul prato sfiniti.
D: allora, come va?
Io: sono solo stanca, ma tutto bene.
D: vieni andiamo, ti accompagno a casa.
Io: ok.
Mi accompagnò a casa, ci salutammo e se ne andò a casa. Io corsi di sopra, mi lavai e mi vestii. Indossai un pantaloncino di jeans, una maglietta bianca con un unicorno corta e le mie adorate vans.
Chiamai Lì e gli dissi che ero pronta per andare a casa loro.

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