48"A Strange Call."

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Mi guarda con aria curiosa e si allontana da me.

-Eh no niente.. io volevo dire che..-
Mi guardo intorno e cerco una scusa.

-Ragazzi... è pronto.. scendete?- sentiamo gridare la mamma di Austin.
-Hai sentito? È pronto..su forza andiamo..- dico spingendolo fuori dalla stanza e chiudendo a sua volta la porta.

Mi appoggio con la schiena e tiro un sospiro di sollievo.

Dopo cinque minuti riapro la porta e Gabriel non c'è più. 
Corro e vado al piano di sotto.
Trovi Gabriel seduto al posto di Austin e sua mamma che mette la pasta in tavola.

-Ciao..Natalie..- Mi saluta il padre senza alzare lo sguardo dal giornale.
-Ciao..ehm..salve..- dico sistemandogli i capelli dietro all'orecchio e andandomi a sedere al mio posto, vicino a Gabriel.
-Alzati! Non è il tuo posto..- sussurro al suo orecchio prima che possa mettere in bocca una forchettata di pasta.
-Uhm..aspetta che ci penso..- dice masticando.
-No.- aggiunge sorridendo. 
-Muoviti..- dico tirando un calcio sotto al tavolo.

Subito dopo arriva la mamma di Austin e mi mette 3 kg di pasta nel piatto. Fingo un sorriso e mi avvicino con la sedia.

-Ehm..Natalie... Sai tra quanto tornerà Austin?- chiede lei entrando in cucina.
-Ehm..no non mi ha detto niente a proposito di questo..mi ha detto solo che andava da Jack..- dico guardando il cellulare nella speranza di trovare un messaggio.
-Ah..hai mica voglia di chiamarlo?- chiede uscendo dalla cucina e avvicinandosi alla tavola.
-Ah ehm..okai..- Sorrido, prendo il telefono e mi allontano dalla sala da pranzo.

Vado in camera e lo chiamo.

-Dimmi amo..- risponde con aria affannata.
-Ehm..ciao..ascolta..tua mamma ha chiesto; quando hai intenzione di tornare?-
-Oh..em..Cinque minuti e sono li..-
-Ah okai...a dopo..-
-Ciao amo..-

Metto giu la chiamata e lancio il telefono sul letto.

Qualcosa mi dice che c'è qualcosa che non va.. la sua voce..il suo tono.. non so..c'è qualcosa che non mi convince...

Esco dalla camera e vado verso il bagno. 
Apro la porta e mi ritrovo Holly davanti a me.

-Cazzo Holly!- grido sobbalzando.
-Oh madonna Natalie.. sono io.. sembra che hai visto un..- Sì ferma e su mette a ridere.
-Un..dai..un?- insisto e mi metto a ridere.
-Vabbhe..comunque..- Sì gira di scatto e inizia  a guardare fuori dalla finestra del bagno.
-Comunque...ohi..Holly?- schiocco le dita davanti alla sua faccia.
-No niente..ehm ho solo un brutto..-
Non riesce a finire la frase che mi suona il cellulare. Corro in camera e vado a rispondere.
È Austin.

-Hei amore dimmi..-
-Natalie...sono Jack..sto portando Austin all' ospedale..- dice con voce affannata.

Sbianco.

-Cosa? Oddio arrivo subito.-

Corro di fretta verso il piano di sotto.

-Scusate..ho avuto un contrattempo....devo andare..- prendo la borsa ed esco di casa salutando I genitori di Austin e Gabriel.
Prendo la mia macchina parcheggiata ormai da una vita in questo viale.
Metto in moto e mi catapulto verso l'ospedale. Ormai la so a memoria la strada di sto posto.

In poco tempo arrivo in ospedale.
Scendo dalla macchina, sbatto la portiera e corro verso l'entrata.
Vedo un infermiera e la fermo.

-Scusi..sto cercando Austin, Austin Skennor..- dico con l'unico filo di voce che mi era rimasto.
-Ehm.. adesso vado a vedere..ma non mi sembra sia arrivato nessuno con questo nome..- dice fingendo un sorriso.
-Okai..grazie mille..- sospiro.

L'infermiera si allontana ma prima mi fa un piccolo sorriso.
Sbuffo e mi avvicino alla sala d'aspetto.

Appoggio la borsa sulla sedia di fianco. Incrocio le gambe e mi metto le mani sulla fronte.

Passano circa 10 minuti. L'infermiera non è ancora tornata
Chiamo Jack ma nessuno mi risponde.
Cerco anche di chiamare Austin ma mi da la segreteria.

"Natalie..Calma... andrà tutto bene."
Mi ripeto in testa le parole di Austin con la sua stessa voce ficcata in testa.

-Ehm..scusi signorina..-
-Natalie..mi chiami Natalie..-
-Signorina Natalie..non c'è nessuno con questo nome..non è stato registrato nessuno..-
-Ma come..loro..mi hanno detto..-

Mi squilla il telefono.

-Scusi un secondo...- prendo il telefono e lascio la ragazza in attesa.

Non guardo neanche il nome di chi mi ha telefonato.

-Pronto?-
-Natalie..-
-Oddio..Austin..come stai? Dove sei?-
-A casa..piuttosto..tu dove sei?- chiede curioso.
-Ma tu..io..tu eri all'ospedale...ma..Jack me lo ha detto..- balbetto.
-Natalie..torna a casa..Jack è stato tutto il tempo con me..e non ti ha mai chiamato.- mette a ridere ironicamente.
-Mah..-
-Torna a casa..Natalie..- diventa serio.

Chiudo la chiamata.
Divento rossa dell'imbarazzo.
L'infermiera mi guarda in cerca di una risposta.

-Oh Ehm. .scusi..ce stato uno sbaglio..bhe..io dovrei..- inizio a cercare scuse e intanto indico la porta d'uscita.
-Okai..Arrivederci allora..- sorride e mi saluta.

Esco dall'ospedale correndo dell'imbarazzo. 
Salgo in macchina e mi precipito a casa.

Entro in casa e trovo Jack, Gabriel, Austin e i genitori a mangiare.
Chiudo la porta e li saluto.

-Ma dove sei stata?- chiede Gabriel alzandosi.
-Ehm..ho avuto un..- guardo Austin è lui subito si alza e mi viene incontro.
-Andiamo un attimo in camera..- dice tirandomi su per le scale, dal braccio.

Entriamo in camera.

-Che cazzo sei andata in ospedale. Mi hai fatto prendere un colpo quando sono tornato a casa..
I miei genitori non sapevamo dove cazzo eri andata e Gabriel neanche. Perché sei andata in ospedale..?- mi chiede bisbigliando.
-Ma..Jack mi ha chiamato..e mi ha detto che tu eri in ospedale..che non stavi bene..eccetera..- dico gesticolando.
-Ma Jack è stato tutto il tempo con me! Dai Natalie..per favore..- dice gesticolando indicando la porta.
-Ma..- balbetto.
-Dai su avanti..fammi vedere che Jack ti ha chiamato..-
-Guarda..- tiro fuori il telefono e vado sulla cronologia delle chiamate.
-Mah..aspetta..non c'è..- dico cercandola.
-Natalie..quindi?-
-Oh scusa Austin. Non la trovo..io te lo giuro ho ricevuto questa chiamata e sono corsa in ospedale per te!- dico esasperata.
-Okai..ti credo..ti credo..- dice alzando gli occhi al cielo.
-Mh..grazie..- Abbasso la testa e inizio a fissare per terra.
-Dai su..andiamo giù che avrai fame..e la cena sarà di sicuro fredda..-dice dandomi un bacio in fronte.

Alzo gli occhi e mi incammino verso il piano di sotto.

Io quella cazzo di telefonata l'ho ricevuta.





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