60 "Speaking Without Thinking"

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Rimango in silenzio per qualche secondo.
Poi, con un gesto rapido, apro la porta e la sbatto alle mie spalle, avviandomi a passi leggeri e corti al piano di sotto. Facendo piano piano ogni scalino.

Sento Austin parlare con Jack.
Mi fermo prima che si accorgano della mia presenza.

-Che hai Austin?- chiede Jack

Mi appoggio al muro e faccio uscire dal bordo gli occhi per osservarli e due dita per tenermi.

-Non lo so. Natalie..- dice toccandosi con due dita l'attaccatura del naso per poi accarezzarsi le sopracciglia.
-Mi sembra troppo strana in questi giorni. Poi con questa storia dei film mentali.. oh mi sta facendo impazzire. Sembra che mi nasconda qualcosa ma io vorrei fidarmi di lei anche perché tra qualche mese mi ritroverò un neonato tra le braccia che non farà altro che piangere e puzzare.- dice sedendosi.
-Ma stai tranquillo.. è solo stress questo. Natalie la conosco da un sacco di tempo. Di lei ti puoi fidare. Ma aspetta.. un secondo. -
-Cosa?-
-Hai detto film mentali? Che è? Cioè so cosa sono ma in che senso ne soffre?-
-Bhe.. vedi..-

L'idea che Austin riveli questo mio segreto mi da i brividi.
Neanche lui sa per certo di cosa si tratti.
Scendo gli ultimi gradini che mi separano dal pavimento.
Mi avvicino e subito mi metto in mezzo alla conversazione.

-Di cosa state parlando?-chiedo mettendo le mani dietro la schiena.
-Ah eccoti. No niente di.. calcio..-
-Ah capisco..bhe Jack tu non avevi quell'impegno?- dico strizzando l'occhio e mostrando la porta d'uscita.
-Impegno?- chiede lui incerto.
-Sì..quella cosa la..- dico spingendolo dalla schiena.

Lo allontano da Austin che rimane perplesso.

-Dopo ti spiego..- mormoro al suo orecchio prima di aprire la porta.

Jack sgrana gli occhi e alza le spalle.
-Va Bene..- dice uscendo di casa.
-Ciao Austin ci sentiamo.- dice senza girarsi e continuando a camminare.

Sbatto al porta e tiro un sospiro di sollievo per aver evitato che Austin dicesse qualcosa.
Ritorno da Austin e incrocio le braccia al petto per poi iniziare ad osservarlo.
Non mi degna di uno sguardo. Inizia avere giocare con le dita.

-Eh ehm...- dico tossicchiando.
-Ce l'hai con me?- dice Austin indicandosi la maglia.
-Bhe dato che ci sei solo tu. O vuoi che parli con tuo padre. Che in questo momento sta dormendo.-
Austin sposta lo sguardo verso il padre che con il libro sulla faccia e gli occhiali storti, nel frattempo, si era addormentato.
-Cosa c'è Nat.- dice girandosi nuovamente verso di me.
-Perché stavi per rivelare a Jack il mio segreto. Non hai il diritto. Fatti i cazzi tuoi. Ah e se quel neonato che strilla e puzza non lo vuoi, tranquillo vado da un altra parte e da qualcun'altro..- dico facendo un sorriso perfido e allontandomi.
-Nat aspetta..- si alza e mi prende per un braccio.
-Cosa vuoi? Ah e comunque Luke è solo il mio dottore. E si da il caso che sta con mia sorella. Non hai motivo di esserne geloso e di incazzarti con me.. e se non sbaglio me l'hai presentato tu alla festa.-
-Sì. Alla festa dove tu, ragazza incinta, ti sei ubriacata. Complimenti!- dice applaudendo.
-Fatti i cazzi tuoi. E comunque nessuno ti ha dato il diritto di andare a dire i cazzi miei agli altri.-
-E nessuno ha dato il diritto a te di ascoltare e metterti in mezzo nelle discussioni altrui!- si avvicina e inizia a gridare.
Mi prende per un braccio e mi trascina più vicino a lui.
-Lasciami. Mi fai male!- grido.

Sento come del fuoco sulla guancia.
Nella fretta il suo orgoglio mi sfrega sulla pelle, tagliandomi.

-Ti odio!- grido puntando lo sguardo contro il suo senza sapere di star sanguinando.

Sentiamo un rumore provenire dalla mia destra.
Nessuno si gira.

Siamo troppo concentrati a guardarci.
Il motivo non è certo, non so perché io lo stia facendo.
Forse per rendermi forte davanti a lui.

Cerco di trattenere le lacrime.

-Hei Hei.. Calma voi due..- dice il padre di Austin avvicinandosi per separarci.

Rimaniamo immobili a fissarci, ancora.

-Dai su.. Austin vatti calmare da qualche parte.. e tu Nat.. è meglio che tu vada in camera a riposare. Troppo stress non fa bene al bambino..-dice indicando la pancia.
-Quel bambino che nessuno ha voluto.- dice Austin spintonamdoci per uscire di casa.
-Austin!- lo rimprovera il padre.
-Lasci perdere..- dico abbassando lo sguardo.

Austin spalanca la porta e si ritrova su mamma davanti.
Spintona anche lei, e corre fuori dal giardino.

-Che è successo?- grida questa.

Io e il signor. Skennor ci giriamo verso di lei.
Alzo leggermente lo sguardo e il mi passo la mano sul piccolo taglio.

-Cosa ti ha fatto?- chiede appoggiando al morsa.
-Niente. È solo un graffio.- dico scappando al piano di sopra subito dopo.

Entro in camera di Austin per poi uscire subito.
Non guardo per aria, ma tengo lo sguardo fisso sul pavimento.

Entro in una camera a caso.
Solo dopo mi accorgo che è quella di Gabriel.

Mi siedo sul letto che si rivela essere molto più comodo di quello in camera di Austin.

Tolgo le scarpe.
Mi siedo e mi porto le ginocchia al petto, appoggiandoci sopra la testa, tenendole legate con le braccia.

I suoi scatti di gelosia lo portano a questo. Dire cose che secondo me non pensa.

A udire quelle parole che tutt'ora mi rimbonbano nella testa si è creata una fitta al cuore pazzesca.

A volte quando si è arrabbiati si dicono cose senza senso, cose che davvero non pensiamo ma con Austin tutto diventa imprevedibile.

Dopo circa tutto un pomeriggio in quella posizione decido di scendere almeno per mangiare qualcosa.

Per paura di incontrarlo faccio piano piano le scale tenendomi al muro.
Sento la voce dei genitori ma non quella di Austin.

-Prova a chiamare tuo figlio per cenare!- ordina la mamma di Austin al padre.
-Senti Monica. C'ho provato sei volte. È un Deficiente. Quindi ora non farmi incazzare pure tu.-
-Oh. È tuo figlio.- dice appoggiando la pentola sulla tavola.
-Bhe mio figlio è un Deficiente.- dice sbuffando.

Sbuffo fuori dall'ombra delle scale e vado verso il mio posto a tavola.

-Ciao Natalie.. come va con il taglietto?- chiede la mamma di Austin alzando le mani per vedermi il taglio.
-Tutto bene.. non è niente.- dico allontanandomi.

Sposto la sedia e mi siedo guardando il vuoto.

-Austin?- chiedo con un filo di voce.
-Ehm..Non risponde..non so dove possa essere in questo momento.- dice prendendo il mio piatto e appoggiandoci sopra della pasta.

Osservo il fumo dovuto dal calore espandersi.

-Credo di sapete dove si trovi..- dico alzandomi di scatto.

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