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-Natalie. Sono Ginger.. ascolta ti sto chiamando dall'ufficio.. puoi venire qui.. dobbiamo fare il controllo mensile solo che la prossima settimana non posso prenderti.. sono piena.- dice mia sorella assumendo un'aria molto seria.
-Ah.. Certo nessun problema..- dico guardando Austin che con la mano, fa un gesto per poi avvicinarsi e ascoltare.

Faccio un piccolo passo indietro per allontanarmi.

-Perfetto. Ti aspetto alle tre..-
-Va bene.. ci vediamo dopo.- dico chiudendo la chiamata prima di sentire la sua risposta.

Rimango a fissare il cellulare cercando di leggere la percentuale facendo ombra con la mano.

-Chi era?- chiede Jack prima di sistemarsi la cartella sulle spalle.
-Ginger.. per un visita..- dico grattandomi il polso, sfiorando il tatuaggio.
-Ah okai. Vabbhe io vado..- dice sistemandosi le maniche e salutando Austin.
-Ah quindi non pranzi da me?- chiede Austin salutandolo con la mano per poi sistemarsi il ciuffo.
-No.. davvero.. facciamo un altra volta..- dice sorridendo e allontanandosi andando all'indietro per poi girarsi subito.

-Vabbhe dai andiamo a casa..- dico prendendo la cartella e sistemandola dietro la schiena.
-Va bene..- dice sbuffando per poi prendermi la mano.

Alzo leggermente lo sguardo per donargli un piccolo sorriso.

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Inizio a picchiettare con la gamba nell'attesa di essere chiamata da Ginger.
Il pranzo della signora Skennor mi balla nello stomaco.
Mi guardo intorno.
Infermiere che si fanno i fatti loro e altre che scrivono su fogli vari.
Una ragazza al mio fianco mi sfiora ogni tanto lo sguardo con un piccolo sorriso per tranquillizzarmi.
Non posso neanche usare il telefono perché è a casa a caricare.

Si sente delle urla per poi farsi un silenzio di tomba.
La ragazza al mio fianco si gira spaventata.
La porta si apre leggermente per poi sbattere di colpo contro il muro.
Vedo una figura maschile uscire dalla porta e correre verso il corridoio che collega l'uscita con quella dell'ospedale.

Per quei pochi secondi rimango a fissarlo.
Passi lunghi e modi sgarbati.
Sono l'unica cosa che riesco a notare prima di esser chiamata da un infermiera.

-Scusate ma per oggi le visite.. finiscono qui..- dice guardandoci.
-Perché?- chiede la ragazza.
-Ehm.. la dottoressa ha avuto un impegno dell'ultimo momento.- dice un infermiera sbucando fuori dalla porta dove un attimo prima uscii quel ragazzo.
-Ecco. .quindi.. la visita verrà spostata a domani..- dice l'altra guardando con occhi sbarrati il vuoto per poi guardare l'infermiera al suo fianco.

La ragazza si alza, fa un piccolo cenno e prende la sua borsa, andando verso l'uscita.
Mi alzando in piedi per correre verso la porta per entrare nell'ufficio di Ginger.

-Scusa ma non puoi entrare senza il consenso del medico e poi deve aspettare che un infermiera la chiami. E comunque non ci sono più visite...- dice un infermiera alle mie spalle.
-Ascolti. In questo momento non me ne frega niente del consenso o del turno o di un infermiera che dica il mio nome. Mia sorella è lì e io voglio andare a vedere se sta bene.. okai?- dico girandomi di scatto.

Senza ascoltare la risposta a monosillabi dell'infermiera, corro verso la stanza e senza esitare entro spalancando la porta.

-Ho detto che non avrei fatto altre visite per oggi..- sento la voce di Ginger non appena messo piede dentro.
-Ginger? Dove sei?- la cerco con lo sguardo.
-Nat..?- dice curiosa.
-Ginny..- dico vedendola uscire dalla porta utilizzata per andare in un altra piccola stanza per fare le ecografie.

Ginny... credo siano passati anni dall'ultima volta che l'ho chiamata in questo modo..

I capelli raccolti in una coda spettinata.
Gli occhi rossi e bagnati.
Le guance arrossite.
La maglia sporca di caffè e il camicie appoggiato sulla sedia in modo disordinato.
I fogli per terra sparpagliati.

Cercando di non inciampare tra i fogli e la roba che si trova per terra, vado verso di lei per poi abbracciarla
Sì abbassa leggermente per poi appoggiare i suoi occhi chiusi, ancora umidi, sulla mia spalla e le braccia attorno al collo.

-Ginger... cosa è successo?- chiedo allontanandola, leggermente, con le braccia.

Alza leggermente il braccio e si asciuga le lacrime che le contornano la faccia.

-Luke e io.. non ci hai sentito? Quella merda..- dice tirando su con il naso senza fare troppo rumore.
-Luke? Aspetta.. era lui?- dico indicando la porta alle mie spalle.
-Sì... - dice andando verso la sedia, per poi appoggiarsi.
-Racconta. Tutto.- dico stoppandomi a ogni punto della frase appoggiandomi alla scrivania dopo aver chiuso la porta.
-Oh ..Natalie.. cosa ne puoi sapere tu.. non mi capiresti..- dice sbuffando per poi sedersi, facendo finta di sistemare dei fogli.
-Oh Ginger. Racconta. Sono tua sorella...- dico alzando gli occhi al cielo.
-Eh va bene..- dice sbuffando.
-Quindi..- dico abbassando il tono.
-In pratica..-dice chiudendo per pochi secondi gli occhi. - Mi è venuto a trovare..eh stavamo parlando di una cosa nostra..- dice stoppandosi. - Del tipo?- chiedo alzando lo sguardo e iniziando a giocherellare con un foglietto. -Ehm.. bhe.. fidanzarci.. sposarci..e avere dei piccoli mostriciattoli che girano per casa..- dice facendosi scappare un piccolo sorriso per poi incupirsi. -Aspetta.. tu sei..- chiedo fermandola. -No! Che domande..- dice quasi infastidita -Ah.. okai scusa chiedevo, vabbhe comunque..si è per caso tirato indietro?- chiedo guardandola male. -No. Anzi.. ero io quella che dubitava un po'.. solo che poi ha ricevuto una chiamata da Madison..- dice mettendosi le mani tra I capelli.

Oddio. May che cazzo hai combinato.

- e..-
-E.. io ho detto che otto chiamate in un giorno mi sembravano troppe e che questa "May", come la chiama lui stia un po' esagerando e ogni volta che andavo a trovarlo gli stava attaccata al culo. E ho chiesto il motivo di tutto questo..-
-Guarda Ginger.. immagino già il tuo chiedere cosa voglia dire..- dico facendo una piccola battuta per poi tornare seria.
-Vabbhe.. ascolta... lo sai che io divento gelosa ma sta qui mi sta proprio sul cazzo..- dice sbattendo i pugni sulla scrivania.
-Eh.. perché Luke è scappato?-
-Perché abbiamo iniziato a parlare di May e poi siamo passati ad altri discorsi personali e sul lavoro.. lui ha detto una cosa su di te e io mi sono incazzata.. e ho risposto un po' male.. e abbiamo continuato fino a quando la roba sulla scrivania non è volata a terra..-
-Cosa ha detto su di me?!- chiedo stupita guardandomi subito intorno per osservare il pavimento.

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