50 "All False"

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Lo guardo e subito dopo distolgo lo sguardo.

-Ehm..io mi fermerei qui.. sai non vorrei che succedesse qualcosa al bambino..- dico con un filo di voce.
-Eh? Cosa dovrebbe succedere scusa?- chiede ridendo.
-Ehm..lo sai..tu sei malato e quindi non vorrei peggiorare le cose..- dico cercando di rimettermi i pantaloni.
-Natalie. Spiegati meglio..- dice togliendosi da sopra di me e sedendosi sul letto.
-Austin. Dato che tu hai il ..-

Tremo solo a pensarci...

-Il cancro..ascolta senti..io non voglio..- dico allacciandomi il bottone dei Jeans.
-Cosa?- chiede scattando in piedi.
-Dai su..non pensiamoci..mi dispiace..-
-Natalie.. ma mi stai prendendo per il culo? No ma tu sei pazza...- dice spalancando gli occhi.
-Mah..che ho fatto ora?- mormoro impietrita.
-Cosa hai fatto? Ma che cazzo.. hai appena detto una cazzata più grande di questa casa. Ma stai bene? Dai Natalie..non scherzare su queste cose..- dice da scazzato.

Ma.. no oddio. Ti prego un altra cazzata no. Ti prego.

-Ma io..Austin..non volevo...ma io mi ricordo che tu..-
-Natalie..io non ho il cancro o qualunque altra cosa.. senti ehm.. Sinceramente Io mi sono rotto di queste tue cazzate. Ti prego smettila. Dopo un po' cioè veramente..- Sì alza, prende la maglietta ed esce dalla stanza.

Rimango seduta sul letto.
A fissare il vuoto.
La testa inizia a girarmi.
Mi metto le mani in fronte e inizio a massaggiarmi gli occhi con i palmi delle mani.

Mi alzo. Con uno scatto prendo la maglia e la indosso facendo le scale e cercando di non andare a sbattere contro il muro o cadere.

-Austin. Austin aspetta..- entro in sala.
Seduti sul divano ci sono Gabriel e Jack che messaggiano, tenendo comunque la tele accesa.
Sul tavolo, della sala da pranzo, c'è la mamma di Austin che fa le parole crociate.

-Avete visto Austin?- chiedo di fretta.
-No..cioè... è uscito di casa ma non so dove possa essere andato..- dice Jack continuando a guardare il telefono.
-perché? Cos'è successo?- interviene Gabriel spegnendo il cellulare e appoggiandolo sul tavolo.

Non rispondo.
Vado verso la porta ed esco cercando di non far troppo rumore.
Fuori è buoi, troppo buoi.
Le uniche cose che vedo, sono grazie alla presenza delle luci in giardino.

-Austin! Dove sei?!- grido mettendo le mani intorno alla bocca, come per formare un tubo.

E certo..se faccio così la voce si sente di più neh..

Nessuno risponde.
Sento dei rumori provenire dal tetto.
Mi allontano per vedere.
Noto un ombra, quella di Austin, seduto sulle tegole del tetto, lanciare delle pietroline giù per il giardino.

-Austin! Scendi..- grido più di quanto volessi.
-No.-
-Austin. Ho detto "scendi."-
-No. Quando smetterai di farti questi cazzo di filmini preoccupanti.. nella tua testolina.. forse ...scenderò...oh no aspetta..non succederà mai..- dice con aria ironica.
-Ma dai Austin..almeno vieni giù che parliamo.- cerco di mantenere la calma.

In effetti ha ragione.
La mia vita è composta principalmente da Film Mentali che mi stravolgono le giornate.

-Sali tu.. scusa.. tu vuoi parlare.
Tu sali.- dice indicando me e poi le tegole.
-Ah ah ah. Sì certo.-
-Eh allora fai come vuoi. A me non cambia un cazzo. Posso salire e scendere quando ho voglia.. - inizia a parlare e a dire un sacco di cose, ma non ascolto. Cerco un modo per salire.
Trovo, con gli occhi, una scala appoggiata sull' erba.
La prendo e cercando di non uccidermi, la appoggio alla parete della casa. Non arriva fino al tetto. Ma mancano un po' di centimetri.

-Voglio proprio vederti salire.-dice incrociando le braccia.

Come minchia faccio a salire qui..

Mi imbocco le maniche, metto una mano e subito dopo il piede e così via fino ad arrivare con calma a più o meno, metà strada.

Più me o che più, ma dettagli.

Continuo a salire..

-Austin potresti anche aiutarmi cazzo. Io devo parlarti e sto per ammazzarmi e tu te ne stai li seduto.-
-Sì.- dice fiero
-Ma vaffanculo.- separo una mano dalla scala per mandarlo a fanculo ma non faccio altro che peggiorare le cose. Rimango con una mano per aria e una ben salda alla scala.

La scala piano piano, si muove sempre di più. Fino a quando non la sento separarsi del tutto dalla parete andando all'indietro.

-Austin!- grido allungando la mano e chiudendo gli occhi.

Tutto questo nell'attimo di pochi secondi.
Austin si alza di scatto e corre verso di me, affermando la mia mano per un pelo.

Ha le mani calde e forti.

-Natalie..dammi anche l'altra..- dice sforzandosi.

Senza aggiungere altro, allungo la mano e lui le afferra tutte e due.
Si tiene fermo sul tetto, incastrano tutti e due i piedi nella grondaia.

-Cazzo. Austin ti prego tirarmi su.-

Sto penzololando dal tetto.
Austin non riesce a tirarmi su.

-Aiuto cazzo!- grida Austin cercando di farsi sentire da dentro casa.
-Non ci sentono Austin!- grido pure io.

Si gira, con il volto bagnato da alcune gocce di sudore, verso la porta di casa sua. Che era esattamente sotto, a due passi da lui.

-Jack!- grido io, sentendo le mie mani, scivolare dalle sue, per colpa del sudore.

La porta d'un tratto si apre.
Gabriel rimane li impalata a capire cosa cazzo stesse succedendo.

-Jack. Gabriel. Aiuto!- grida Austin cercando di tirarmi su.

Jack si guarda intorno.
Vede la scala e la appoggia verso di me.

-Natalie..metti il piede destro un po' più a destra.- dice sistemando la scala.

Annuisco e sposto il piede, per poi appoggiarlo.

-Okai..ora..con calma..Scendi gli scalini..tranquilla la tengo io..- dice mettendosi a lato.

Scendo con calma le scale fino ad arrivare a terra.
Mi giro verso Jack e lo abbraccio.
Subito dopo, Austin scende dal tetto e mi viene incontro.

-Natalie..stai bene?- chiede guardandomi le mani, ormai rosse.
-Sì...grazie..per averci provato...-

Cerca di dirmi qualcosa.
Jack e Gabriel, sotto richiesta di Austin, ci lasciano soli.

-Natalie..?-
-Mh?-
-a Cosa volevi dirmi..?- chiede sistemandosi il ciuffo.
-Volevo solo..chiederti scusa.
Io non volevo..te lo giuro è da quando ti conosco che mi capitano queste cose e..-
-E..?-

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