75"Spoke In The Wheel"

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Esco con gli occhi bassi con l'approvazione della professoressa.

-Che è successo?- chiedo chiudendo la porta alle mie spalle.
- non ti devi preoccupare..- dice guardando il corridoio.

Rimango zitta fino a quando non arriviamo davanti alla porta del preside.
Bassiamo e dopo un suo "avanti", entriamo.

-Salve Signorina Handerson.-
-Buongiorno.. perche avete chiesto di me?- domando spaventata.
-Io e la signorina Roberts avremmo in mente di introdurre, sotto la richiesta degli alunni, gli armadietti per tutti i corridoi della scuola.-
-Ah va bene..ma io..-
- Adesso, tu puoi andare..- dice girandosi verso Stephanie.

Annuisce e se ne va. Salutandomi con un sorriso.

-Siediti Natalie..-
-Mi dica.- dico facendo come mi era stato detto.
-Vedi, da quando è iniziata la scuola, ho notato un comportamento diverso, i voti sono, sì, sufficienti, ma non mi soddisfano da parte tua. Non vorrei che l'arrivo di Austin Skennor, il decesso della signorina Holly Malbur e adesso la gravidanza.. l'abbia portata a un cambiamento dovuto dallo stress o cose del genere.-
-Scusi ma a me non sembra..-

Ma come fa a sapere della gravidanza.. non ne ho mai parlato con nessun prof e la pancia non si vede molto.

-Il mio è un avviso. O rimedia, oppure le farò cambiare sezione e anche tutti i corsi..-
-Scusi ma lei che ne sa della mia vita. Austin non c'entra..-
-Bhe a me è stato riferito tutt'altro..-

Prima di poter ribattere, mi interrompe.

-Ora puoi andare. -

Annuisco ed esco senza salutare.
Mi chiudo la porta alle spalle e sbuffo, tornando in classe.
Entro e dopo essermi seduta, Austin mi sorride.

Suona l'intervallo e per ultima esco fuori dalla classe.
Vedo Jack parlare con Stephanie e mi avvicino.
Lei nota la mia presenza e con uno sguardo lo fa zittire.

-Di che parlavate?- dico facendo finta di niente, prendendo una patatina dal sacchetto.
-Niente..- dice mandando giù una manata di esse.
-Ah ve bene..-
-tu piuttosto..cosa voleva il preside?-
-Ehm. Niente. Paralavamo di armadietti. Mi sa che la prossima settimana staremo a casa da scuola.- Sorrido.
Jack alza le mani al cielo e si inginocchia, ringraziando Dio per questo.
-Sei sempre il solito..- dico girandomi di spalle per raggiungere Austin.

Mi giro di poco e lo vedo ricominciare a parlare ma la mano di Austin mi distrae.

-Come è andata?-
-Mh?-
-Dal preside..- Mi prende la mano e mi avvicina alla finestra.
-Ah. Ehm. Parlavamo degli armadietti..-
-E perché con te e non con Stephanie?- chiede stranito.
-Ehm perché.. Stephanie ha detto al preside che era stata una mia idea..-
-Ah. Che carina..- sorride.
-Sì ehm.. non esageriamo..- Mi faccio sfuggire una risata.
Subito dopo mi giro per andare alla macchinetta e incrocio Emily.

Mi fissa ma non parla.

-Che hai da guardare..- chiedo mettendo i soldi.

Mi osserva più attentamente la pancia che si vede appena appena e chiude gli occhi per qualche secondo.
Dietro di lei, compaiono dal bagno Jess e Liona.
Iniziano a bisbigliare qualcosa, finchè Emily non si mette a ridere. Una risata che è tra l'orribile e l'inquietante.

-Certo che, Handerson. Mi aspettavo di tutto da te, ma questo no. Alla tua età. Questo...- le ragazze alle sue spalle si mettono a ridere.
Mi allontano un po' dalla macchinetta e subito Emily se ne va, sbattendo apposta contro la mia spalla.

E forse,  per la prima volta.
Aveva ragione. Alla mia età.. tutto questo non doveva succedere.

Abbasso gli occhi e dopo aver preso un bricchetto di tè, e averlo finito, stando vicino a delle altre ragazze che conoscevo che però frequentavano corsi molto diversi, suonò la campanella.

Entriamo in classe.

---

Usciamo dalla scuola al suonare della campanella che coincide perfettamente, come sempre, al spalancare dei portoni.

-Stavo per morire..santa Campanella.- disse Jack non appena messo piede fuori, saltellando per ogni scalino.
-A parte tutto, la ragazza per la festa l'hai trovata?- chiede Austin cercando con gli occhi suo fratello.
-Eh.. ci sto lavorando..- dice facendo un piccolo sguardo malizioso.

Dopo poco,arriva di corsa Gabriel.

-Ragazzi.. io vengo arriva casa a piedi..-
-Okai. Ciao.-dice Austin alzando le spalle.
-Come mai?- chiedo io.
-Ehm.. Alexis mi ha chiesto di accompagnarla.- dice sistemandosi i capelli.

Guardo dietro di lui
Una ragazza con capelli ricci, occhiali e occhi azzurri. Pelle chiara. Una gonna morbida che le arriva fino alle ginocchia e una maglia nera infilata dentro.
Ha dei ritratti famigliari.

Doveva essere la sorella di May..

-Ah..- dico facendo una faccia compiaciuta.
-Hai capito tuo fratello..- dice Jack mettendo un braccio sulla spalle di Austin.
-Povero idiota..- dice alzando gli occhi al cielo.
-Son così carini..- dico guardandoli avviarsi verso casa.
-Bha.. lui è semplicemente un buffone.-
-Oh che antipatico..- dico sbuffando.

Fa un piccolo sorriso e guardandolo mi tornano in mente le parole del preside.

-Andiamo a casa.- dico fredda.

D'un tratto, una macchina color grigio topo, suona davanti a noi.

-Che ci fa mio padre qui..- dice Austin riconoscendo la macchina.
-Merda.- dico guardando nel finestrino.

-Natalie. Sono io!-scuote la mano per salutare.

Austin si gira a guardarmi stranito.

Mi sono immaginata che Austin avesse previsto tutto.. e ora...

Jack ci saluta e se ne va.
Mia mamma parcheggia la macchina davanti a noi.

-Allora sali?- chiede.
-Ma cosa ci fai qui?-
-Sono venuta a prenderti.-

-Io vado.- borbotta Austin  attraversando la strada ed entrando nella sua macchina.
-Aspetta.- grido.

Rimane a fissarmi in attesa che io apra la portiera.

-Perché sei venuta?!-
-Volevo farti un favore. Ero nei paraggi e ti ho aspettato..-
-Ma da quando vieni a prendermi a scuola? Non l'hai mai fatto. E..-
-Lo so. Ma ero qui e..-
-Perché eri qui?-
-Perché ho avuto un colloquio con..-
-Hai parlato tu con il preside?! Lo sapevo.- dico mettendomi le mano nei capelli.
-Sì ma.. vabbhe. Ora sali?- dice aprendomi la portiera da dentro, spalancandola.

La guardo e Sorrido.

-No.- dico fredda, richiudendola.
-ci vediamo a casa.- aggiungo.

Mi guarda e subito dopo annuisce, con uno sgaurdo perso.

Corro verso al macchina di Austin, Ferma ma accesa.

Salgo e subito dopo mette in moto.
Non parliamo per i primi due minuti di viaggio.

-Lo sapevo.- sbotta, quando siamo fermi al semaforo.
-Mh?- mi giro.
-Tutto questo. Ah tua mamma. Lo sapevo. È stata una pessima idea. Lo sapevo..- continua a borbottare.
-Ma Austin. Io non potevo immaginare che lei..-
-No infatti. Tu non potevi. È tua mamma. Quella che ti ha fatto crescere e balle varie. Dio santo Nat. Tu non capisci che lo sta facendo apposta.-
-Austin. Ti prego..-
-Dio santo Nat.. io ti avviso che alla prossima io..io..-
-Austin basta!- lo zittisco.

Riparte sospirando.
Rimane in silenzio da li fino all' arrivo a casa.

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