90 "From House To House"

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Il fine settimana è finito, sono solo le sette di sera e mentre Daniel carica l'ultimo delle due valigette, mamma controlla le solite cose come, carica batterie lasciati ingiro e io, rimango seduta sul divano, a parlare con Ginger e Luke.

-Adesso che ci penso, è da un po' che non ci vediamo.. ti serve un altra visita..?- chiede Luke, prima di sorseggiaggere una bibita.
-Ehm. No. Sto bene.- dico seria.

Luke si blocca e si fa andare per traverso la bibita senza farsi vedere.

-Uh sicura di stare bene? Cioè non hai.. ehm.. ci siamo capiti..- chiede cambiando tonalità di voce.
-Esattamente.- guardo Ginger che ci osserva stranita.

-Ah ecco, Natalie, a maggio facciamo la visita e poi, sei sicura di non voler sapere il sesso? Cioè.. è poi io sono sicura che la chiamerai come me!- dice, sorridendo.
-Ma ti pare! Non darò mai il nome di un cane a mio figlio.-
-Ah grazie. Stronza.- aggiunge, facendo un movimento in avanti e indietro con il collo.
-Bhe, in effetti, conosco un sacco di padroni che hanno cani con il tuo nome..- si intromette Luke.
-Tu fatti i fatti tuoi e continua a farti andare per traverso sta roba..- dice indicando con lo sguardo il bicchiere.

Io e Luke ci guardiamo e poi scoppiamo a ridere.

-A parte gli scherzi, sapete già i nomi?-
-ehm.. certo..- roteo gli occhi.
-Nat!? Non avete ancora scelto il nome? Ma dai. Che sorella idiota..- sbatte le palpebre incredula.
-No.. si.. cioè, abbiamo pensato a diversi nomi e comunque sono cavoli miei.- dico appoggiandomi al cuscino del divano, con la testa.

La porta si apre, è Daniel che entra in casa, strofinandosi le mani.

-Bhe, Credo di aver controllato ovunque, possiamo partire.-
-Ma si, tranquilla Caren. È casa mia. Anche se avessi dimenticato qualcosa, io vengo qui molto spesso..-
-Con Loura?- mi intrometto.
-Sì, anche con lei.- chiede stupito.

Quell'immagine comincia a girarmi per la testa e, senza accorgermene, inizio a fissare il vuoto.

-Tutto bene?- chiede Ginger, alzandosi, sistemandosi poi i pantaloni.
-Oh si, stavo pensando.- Sorrido per poi prendere il mio telefono e andare in macchina.

Dopo circa dieci minuti, partiamo.
Io mamma e Daniel in una macchina e i due piccioncini nell'altra.

Metto le cuffie e con un volume abbastanza alto, fisso al di là del finestrino e inizio a pensare a come sarà, quando tornerò a casa di Austin. Non so neanche se avrà il coraggio e la voglia di parlarmi.

Sento qualcosa che mi batte ripetutamente sulla gamba.
Mia mama mi guarda, in attesa che io le risponda.
Tolgo una cuffietta e la fisso curiosa.

-Com'è stato questo fine settimana alternativo?-

Annuisco e prima di poter rimette le cuffie, mi tocca di nuovo la gamba.

-E com'è..- ammicca verso il sedile di Daniel, facendomi l'occhiolino.
-Sì, è.. Okai.- dissi alzando le spalle.
-Okai..- ripete mia mamma, abbassando leggermente lo sguardo per poi, sorridendo quasi imbarazzata, e tornare a guardare la strada di fronte a lei, mettendo la mano sopra quella di Daniel.

Alzo gli occhi al cielo e aspetto di tornare a casa.

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-Ma dove siamo?- chiedo, guardandomi intorno.
-Oh, devo fare una cosa e poi dritti verso casa.- dice scendendo dalla macchina, diretto verso una piccola villa.

Mia mamma fa un piccolo ghigno e inizia a guarsi le unghie, mentre io, mi avvicino al finestrino di destra per guardare Daniel.
Suona il campanello e dopo poco, la porta viene aperta da una donna bruna, non molto alta, con un vestito a fiori corto fino a sopra il ginocchio, che le mette in mostra le curve e il seno, non troppo abbondante.

Li osservo parlare per pochi secondi, poi la donna torna in casa e suvito dopo, Loura esce di casa e con un piccolo abbraccio lo saluta per poi prendere in braccio il piccolo cucciolo di labrador che è escito di casa e si è avvicinato a lei correndo.

La porta si chiude e Loura e suo padre tornano verso la macchina.
Senza guardare all'interno, apre lo sportello e non appena mi vede la sua faccia impallidisce stupita.

-E tu che ci fai qui?- finge un sorriso.
-Ho visto solo tua mamma..-
-Ehm.. io sto tornando a casa..- rispondo guardando Daniel con la coda dell'occhio.

Dopo essersi seduta, batte sulle sue gambe e con un piccolo salto, il cane ci si appoggia sopra.

Lo accarezza e subito dopo guarda mia mamma e le fa un piccolo sorriso.

-E dove stareste andando?- chiede a suo padre subito dopo.
-A casa..- risponde.
-Aspetta.. io vado da Austin vero?-

Sì fa un silenzio di tomba.

-Ehm.. tesoro.. vorremmo che tu non vada da lui ma che passi almeno qualche giorno nella casa di Daniel. Quella di Bellevue.-
-No. Io voglio andare dal mio ragazzo. Devo parlare con lui voi non potete chiarire..-
-Ma aspetta.. dove dorme lei?- chiede bloccandomi Loura, senza neanche avermi ascoltata.
-Con te, hai la camera più grande di tutta la casa, hai due letti e due armadi enormi e ne usi a malapena uno.-
-Ma cosa.. papà?!-
-Oh Lou.. appena arriviamo vediamo. Okai?-
-Okai..- sbuffa.

Dopo poco tempo, Loura inizia a parlarmi.

-Ma io ti sto antipatica?-
-No perché?-
-Bha, dalla festa, quando te ne sei andata..eri arrabbiata con Austin dato che aveva passato la sera a bere con me..-
-Ehm.. ascolta. Ne parliamo dopo a casa tua..- indico mia mamma con un cenno.
-Ehi. Ora è anche casa tua. Chiamata solo Casa e bom.- sorride per poi tornare a guardare fuori.
Sorrido e cerco di intravedere da i suoi movimenti, cicatrici o cose simili.

Mi guarda come se quel discorso non lo avessimo mai avuto.
Eppure io me la ricordo in lacrime...

-Loura, tu sai come si accende la luce qui?- indico la piccola luce che si trova sopra di noi.
-Oh si..- dice alzando il braccio e facendo scorrere la manica, scoprendo un piccolissimo pezzo di avambraccio, ma comunque tempestato di segni.

La guardo e subito dopo mi chiede qualcosa.

-Come?- le chiedo.
-Ho detto. A che cosa ti serve la luce? Non è ancora buoi. Si vede benissimo..-
-Oh niente.. era per sapere..- dico, appoggiandomi al sedile, facendo un leggere sbuffo.

Alza le spalle e dopo essersi appoggiata, mi guarda stupita come se avesse capito tutto.
Sorrido e le metto una mano sulla spalla.

-Poi ne parliamo neh?-

Sorride e torna a guardare fuori.

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