Passano i mesi e si fa presto primavera.
Come tutte le mattine precedenti a questa, dopo la visita, mi svegliai, 'pronta' per cominciare una nuova giornata.-Stupendo..- dissi guardando fuori dalla finestra, la pioggia che batteva contro il vetro con forza.
-Che è successo?- chiede Austin ancora arrotolato alle lenzuola.
-Piove. Ancora.- sbuffai per poi andare in bagno e farmi una doccia calda.Sono solo le 6.15 di un lunedì mattina.
-Cosa ti aspettavi. È da tre giorni che non fa altro che piovere..- sento la voce roca di Austin, urlare dalla camera da letto.
Dopo dieci minuti, esco dalla doccia e dopo essere rimasta chiusa in bagno per venti minuti, vado giù per fare colazione.
Scendo e mi ritrovo i genitori di Austin sorseggiare una tazza di caffè e una di tè.
-Buongiorno.. Natalie..-sento mormorare da uno dei due.
-Giorno- rispondo entrando in cucina.Subito dopo, credo cinque minuti, vedo Austin scendere le scale per poi salutare con la mano alzata i suoi.
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Il portone è ancora chiuso.
Tutti quello del primo anno sono davanti a noi, ad aspettare di poter entrare.
Gocce di pioggia cadono sopra i cappucci di tutti i ragazzi presenti.-Ragazzi!- vediamo Jack correre verso di noi.
-Eh?-si gira Austin.
-Ho avuto un idea grandiosa!-Ogni maledetta viltà che Jack ha un "idea grandiosa" sta a significare, "nulla di buono". In effetti dobbiamo ringraziare il buon Dio per il fatto che lui abbia avuto un idea. E soprattutto se "grandiosa".
Guardo Austin che assume una faccia strana, come se stesse pensando alla stessa cosa.
-Sentiamo. Qual'è la tua "idea grandiosa"?- dico imitando le virgolette.
-Bhe. Tra due settimane, un giorno e qualche ora, sarà il mio compleanno.. ve lo siete ricordati vero?-interrompe la frase facendoci la domanda di tutti gli anni.
-Sì. Jack. Ci ricordiamo del compleanno..- dice Austin gesticolando con la mano.Sinceramente. Mi ero dimenticata. Ma vabbhe..
-Bhe avevo in mente di fare una mega festa, naturalmente tutto a casa mia. Ci saranno un sacco di ragazze e naturalmente anche maschi, ma più gnocche..- si ferma e fa l'occhiolino a Austin. Io lo guardo male e lui alza le mani al cielo. - Eh... alcolici a volontà e naturalmente il cibo. Il salotto sarà trasformato in una discoteca..e naturalmente.. se fa bello.. potremmo andare anche fuori..-
-E quale sarebbe l'idea grandiosa?- chiede Austin curioso.
-Bhe. Quella..-Mi faccio scappare una risata e subito dopo Jack si rimette a parlare.
-E poi. Tutti devono avere un accompagnatore..o -trice..- risponde a tono.
-Anche tu quindi...- chiedo a Jack.
-Ehm.. si..- dice facendo un piccolo sorriso.Il suono della campanella ci distrae.
Andiamo verso l'aula di Artistica, e nel frattempo sento un dolore alla schiena.-Questi libri mi uccideranno..- dico separandomi per qualche secondo lo zaino dalla schiena.
-Dammi. Faccio io..-dice Austin togliendomi lo zaino dalle spalle per poi tenerlo a penzoloni dalla sua mano, per il breve tragitto.
-Dobbiamo solo aspettare il "Si" di quel diavolo di preside..- aggiunge Jack.--
L'ultima campanella suonò, facendoci uscire dalle grinfie di questo edificio.
La pioggia era ormai cessata.-Venite da me?- chiede Jack, aprendo l'auto di suo padre.
-S..-
-No. Ehm.. abbiamo un impegno..- dice Austin bloccandomi la parola a metà, facendomi restare a bocca semi aperta.
Annuisce senza chiedere il perché, entra in auto e se ne va.-Cosa dovremmo fare?- chiedo subito dopo aver salutato Jack con la mano.
-semplicemente, io devo studiare e poi dobbiamo comprare il regalo a quello stupido di Jack..-dice alzando le spalle.
-Ah. Beh allora andiamo.-
-No. Tu vai. Io non ne ho voglia...- risponde andando verso la sua macchina.
-Ah. Quanto mi fai incazzare quando fai così...- rispondo attraversando la strada per seguirlo.
-Nat. Tò, tieni i soldi e vai..- dice subito dopo avermi dato in mano venti dollari che teneva, stranamente nella tasca.
-Va bene. Posso chiederti una cosa?-
-Dimmi.- dice entrando un auto.
-Affanculo ci vai in macchina o a piedi? Sai, dato che sono i quella che deve andare in giro, vorrei la tua auto..- dico cercando di tenera la calma.
-Oh. Su dai.. Ora devo andare..- dice mettendo in moto, per poi schizzarmi tutta, per aver preso in pieno una pozzanghera.
-Ma. Cosa..- rimango immobile a fissarlo.Lo guardo andare via, per poi girarmi.
-appena torno a casa le prende..- dico prendendo il telefono per guardare l'ora..
-Okai.. sono le 13.00.. ho..solo mezz'ora..- aggiungo ad alta voce.Vado verso il centro ed entro negli unici negozi vuoti della città a quest'ora.
Fortunatamente riesco a trovare un negozio di articoli sportivi.
Mi butto dentro e inizio a frugare.
Poi, un idea, dopo aver visto un album fotografico, a forma di pallone da football, mi passa per la testa, rimanendoci fino all'acquisto.Esco dal negozio e mi precipito a casa, passando per la strada più corta.
Entro e vedo i genitori di Austin scambiarsi occhiatacce per poi guardarmi e sorridere.
-Ciao Nat.. ma Austin?- chiede guardando alle mie spalle.
Avrei voluto rispondere "non so dove sia l'idiota di tuo figlio dato che mi ha lasciato da sola, sotto i nuvoloni con un freddo cane" ma mi limitai a -Non so.. ha detto che sarebbe venuto a casa prima perche doveva studiare e io sono andata a fare una commissione.- dico appoggiando il pacchetto al nuovo tavolino del salotto.
-Ah. Allora.. provo a chiamarlo..- dice sua mamma alzandosi da tavola. Va verso la cucina e porta la cornetta del telefono all'orecchio per poi attorcigliare il filo attorno al dito.
Parla a voce bassa, come per non farsi sentire.
Esce dalla cucina e con la classica tranquillità risponde a tono.-Sta arrivando.. ha trovato traffico..-
-Ah.. va bene...-Vado verso la tavola e mi siedo al mio posto cercando di non far notare tutta la mia rabbia.
Adesso. Da un momento all'altro. Cambia? Prima tutto bravo. Ti porto io la cartella e bla bla e ora fa così.
Ah i ragazzi. Poi siamo noi femmine le complicate..La porta si apre e una figura maschile entra senza salutare.
-Ciao Austin..- dice il padre, grattandosi il tatuaggio sull'avambraccio.
Fa un cenno con la mano e va a sedersi al suo posto.-Hai giá preso il regalo?- mi chiede appoggiandosi alla sedia per poi avvicinarsi.
Annuisco e guardo il piatto, giocando con la forchetta e l'insalata di pomodori.
Mi sorride e mi da un piccolo bacio sulla guancia.
Rimango impassibile.-Che hai?- mi chiede a bassa voce.
-Niente.-
-E dai..dimmi..--Bhe se lo vuoi sapere davvero, mi sono stancata delle tue lune storte, lasciarmi sola, per poi dar finta di niente.
-Niente, davvero. Ho solo sonno..---
Durante il pomeriggio Austin, è andato agli allenamenti.
I genitori sono appena usciti per fare la spesa e io sono rimasta a casa da sola.Vado al piano di sotto.
Prendo il telefono e inizio a sfogliare la galleria del mio cellulare.
Trovo una foto con mia madre.
Era il mio quattordicesimo compleanno e mio padre non c'era.
Come sempre del resto.-Mi manchi..- dico toccando con il dito la sua faccia, come se fosse una carezza.
Subito dopo, il suono del campanello mi distrae.
-Arrivo!- urlo dopo aver sentito anche bussare.
Apro la porta.
Il bianco candido della sua pelle, veniva reso impeccabile da quel briciolo di sole che sbucava tra le nuvole scure.
Le mani appoggiate ai fianchi, gli occhi lucidi e la bocca che trema.
I vestiti sporchi di gocce d'acqua e le solite scarpe di qualche marca sconosciuta.-Finalmente.. mi sei mancata..- dice con un filo di voce.
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Mental Movies
Teen Fiction//COMPLETATA// Film Mentali. Chi non ne ha mai sentito parlare? È semplicemente la nostra immaginazione legata a desideri e sogni o cose di questo genere. I film mentali sono una cosa innocua. Spesso vengono chiamati con sinonimi. Ma se proprio ques...