61"I'll Never Be Tired Of You"

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Forse mi sbaglio. Qualcosa mi dice di lasciar perdere. Di farlo calmare.

Sposto con forza la sedia all'indietro e vado verso la porta di casa.
Rimango per qualche secondo a fissare la maniglia per poi premere e spingere.
Esco di casa mi giro e alzo la testa.
Mi allontano all'indietro guardando in alto.

-Lo sapevo..- mormoro.

Lo sguardo perso nel vuoto.
Le gambe incrociate e le mani lasciate libere.

-Austin!- grido con l'unico filo di voce.
-Cosa vuoi.-
-Ti prego Austin. Scendi da li. Non fare il coglione! Non sai fare altro che cercare di nasconderti e scappare dai problemi.. tua mamma ha detto di chiamarti.-
-Ma senti chi parla..- farfuglia.
-Scendi almeno per lei! Anzi per loro. Muoviti! Non fare il cretino!- dico pasandomi una mano sui capelli per colpa del mal di testa improvviso.
-Oh che palle..- dice alzandosi.

Inizio a sbuffare.
Lo guardo e attendo che scenda.

Austin si alza di scatto.
Cammina in avanti alzando le braccia per l'equilibrio.

-Austin!- grido presa dal panico.

Tutta la scena sembra passarmi più e più volte per la testa.
Una tegola cade e Austin rotola giù.
Perde l'equilibrio e cade a terra.
Rimango a fissare la scena.

-Austin!- grido correndo verso di lui.
Mi sdraio a terra.
Lo vedo. Occhi chiusi.
Respiro affannato. Sangue che dai capelli gocciola sulla fronte.

-Aiuto!- grido piangendo.

Inizio a non pensare più a niente.
Mi sembra si rivivere la scena di Holly.
Il suo viso in preda al panico mi compare più e più volte nella mente.

-Austin. Ti prego rispondi! Qualcuno mi aiuti! Vi prego!- inizio a gridare sentendo le il gusto delle lacrime in bocca.
-Ma c'è un cazzo di qualcuno qui?!- ripeto alzandomi.

Mi siedo con le ginocchia sull'erba bagnata.
Appoggio la testa al suo petto.

Sento i suoi respiri affannato farsi sempre più veloci e più li sento più Holly mi viene il mente.

-Natalie..- dice sussurrando tra un respiro e l'altro.
-Dimmi. Austin. No. Non puoi lasciarmi. Qualcuno mi aiuti!- grido.

Non posso allontanarmi da lui.

-Ti amo..- sussurra per poi abbandonarsi a un leggero soffio.
-Austin. Anch'io ti amo. Ma ti prego.-

Lo guardo e i miei occhi sembrano sbarrarsi.

Il suo respiro si fa sempre più corto e d'un tratto smette di respirare.

-No. Austin tu non puoi andartene!- grido chiudendo gli occhi.

Apro gli occhi.
Il letto bagnato di Gabriel bagnato di sudore.
Le lenzuola aggrovigliate alle mie gambe.

La porta si apre lentamente.

-Natalie..- sussurra la mamma di Austin entrando.

Non rispondo. Rimango paralizzata. Cerco di mascherare le lacrime pulendomi con una veloce passata di mano sul viso.

-Tutto bene?- chiede entrando.
-Mh..si..- dico facendo un piccolo sorriso finto.
-Ah. Bhe se vuoi la cena è pronta..- dice indicando dietro di lei.
-Ah..okai grazie. Adesso scendo.-
-Mh.. perfetto..- sorride e poi chiude la porta.

Tutto questo è stato un sogno. Anzi non lo so.
Non ho dormito.
O almeno non credo.
Non ero e non sono stanca ma allo stesso tempo non posso aver guardato il soffitto tutto il tempo.
Tutto questo mi ha traumatizzato.
Tutto questo mi ha riportato in mente Holly.
Tutto questo mi ha fatto capire che senza di lui non posso stare.

Scendo dal letto di corsa rischiando di inciampare tra il lenzuolo che si era legato ai miei piedi.

Corro al piano di sotto.
Vedo i signori Skennor seduti a tavola.
Si sente il picchiettare della pioggia sui vetri.

-Eccola..- dice il padre sorridente.
-Dai su.. Siediti..- dice la mamma di Austin indicando uno dei tre posti rimasti vuoti.

Faccio un cenno con la testa e a occhi bassi vado al mio posto.
Sento l'odore della salsa di pomodoro sotto il mio naso.

Quel rosso mi da il volta stomaco.

Immagino di quel sogno ricominciano a tormentarmi.
Tutte sparse ma decise.

Con uno scatto deciso sposto il piatto con la mano facendolo strisciare sulla tovaglia.

-Che c'è? Non ti piace?- chiede il padre pulendosi la bocca.
-Ehm.. ho un po' di nausea. E poi ho saputo che il pomodoro da acidità al bambino..- invento una scusa.
-Ma si.. questo poco di pasta non ti fa male..- dice la mamma di Austin riavvicinandomi il piatto ridendo.
-No davvero. Io non ho fame. Sono scesa solo per farvi compagnia.- dico facendo un piccolo sorriso senza mostrare i denti.
-Ah.. bhe se vuoi ho altro. Vai pure a prendere qualcosa in frigo.- dice prima di mettere in bocca una forchettata di pasta.

Annuisco abbassando la testa.
Mi alzo e vado verso la cucina.
D'un tratto la porta si apre con un cigolio.si sente entrare un soffio di vento che mi fa stringere i denti e mi fa salire i brividi solo per qualche istante.

Un ombra che piano piano si schiarisce entra in casa.

-Austin!- grido vedendolo.

Rimane immobile.

Corto verso di lui, tutto bagnato per colpa della pioggia.
Gli salto addosso e lo abbraccio.

-Non te ne andare. Ti prego. Non farlo. Mi dispiace.- dico stringendolo sempre più forte a me.
-Nat. Stai bene?- chiede lui allontandomi per guardami in faccia.
-Non sono mai stata meglio.- dico chiudendo gli occhi e riavvicinandomi.

I genitori di Austin ci guardano straniti.

-Bhe.. mi pare di aver capito che avete chiarito...- dice la mamma facendo un "si" con la testa, mostrando tutta la sua felicità.
Il padre sorride e fa un piccolo cenno d'approvazione ad Austin che ancora non capisce cosa sia successo.

-Dai su..sedetevi.. che ormai è freddo.- dice la mamma prendendo la bottiglia d'acqua e aprendola.

Lo prendo per mano e insieme ci avviciniamo alla tavola.

-Che ti è preso?- mi sussurra non appena ci sediamo.
-Niente..poi ti spiego.- dico guardandolo.
-Ookai..- dice alzando le sopracciglia e alzando leggermente il mento.

Finiamo a di cenare.
E per tutto il tempo non ho fatto altro che guardarlo e pensare..

Come potrei perderlo.
È tutto quello che ho.

Finita la cena, e dopo aver spreparato, prendo per mano Austin e lo porto in camera sua.

-Cosa ti è successo prima. Non avevi detto che sono un maleducato.. ehm.. che mi odi e che in pratica non mi vuoi più vendere?..- dice guardandomi storto cercando di nascondere un sorriso.
-ehm.. forse ho un po' esagerato.. ma qualcosa mi ha fatto capire che tu sei tutto per me..- dico avvicinandomi.
-Ah si?-
-Bhe senti. Anche tu hai detto e o pensato quelle cose. Dove sono le mie scuse?- dico incrociando le braccia al petto.
-Oh.. senti. Mi dispiace.. ero tornato apposta per scusarmi..-
-Davvero...-
-Bhe.. anche perché avevo fame.-
-Oh vaffanculo..- lo spintono.

Austin inizi a ridere allontandosi da me.
Prendo un cuscino da letto e inizio a tirarglielo contro mettendomi a ridere.

-Okai basta basta. Tregua.- dice fermandosi e sedendosi sul letto.
-Oh sei già stanco.- dico sbuffando.
-Sì ma non lo sarò mai di te.- dice avvicinandosi per strapparmi un veloce bacio.











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