65 "The Winner Is.."

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Il silenzio venne interrotto da un leggero sbuffo proveniente dalla bocca asciutta di Ginger.

-Natalie.. Ascolta. Non voglio dirti altro.. prima di tutto, Luke è il tuo psicologo e non voglio che tu smetta la terapia, secondo non avrei dovuto dirti niente quindi adesso aiutami a riordinare e poi vai a casa. Domani se vuoi ti aggiungo nella lista delle visite.- dice prima di essersi chinata a raccogliere qualcosa dietro alla scrivania.

Non credo che insistere sia la cosa migliore.
Però allo stesso tempo è di me che, quell'uomo, stava parlando.

Ginger, continuana a raccogliere, tra un silenzioso singhiozzo di dolore e l'altro, oggetti e fogli che sembrano riprodursi per la grande quantità che si trovava sulla scrivania.

-Aspetta ti aiuto..- dico chinandomi.

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La porta di casa viene spalancata e il rumore di ragazzi al di fuori della casa mette curiosità a tutti.
Sentiamo bussare alla porta e, con la solita calma, il padre di Austin si alza, allontanando la sedia dal tavolo, per andare ad aprire.

-Chi è?- chiede la signora Skennor, prima di riempire il piatto di Austin con la prima forchettata di pasta.
-Credo sia..- dice aprendo leggermente la porta per poi spalancatarla.
-Gabriel!- dice subito dopo allargando le braccia.
-Ciao Pa'..- dice ricambiando un veloce abbraccio, fermando il borsone sull'uscio della porta.

Dopo essersi separato, entra in casa con alle spalle il padre che, con aria stupita, chiude la porta.

-Che ci fai qui?- chiede la madre, dandogli un bacio, cercando di non sporcarsi con la pentola. -Non ti sei mai fatto sentire..- dice sparendo in cucina.

-Allora..-dice sedendosi sul divano per poi tirare un piccolo sospiro di sollievo. -Come sapete la mia classe è molto educata e robe varie..-
-Se tu per educata intendi chiasso e distruzione di timpani altrui, si la tua classe è la più educata.- dice Austin interrompendolo per poi infilarsi in bocca una forchettata di spaghetti.
-Tu stai zitto...- dice sbuffando.

Prima che Austin possa rispondere, gli tocco il braccio facendolo girare verso di me per poi dirgli di stare zitto.

-Vabbhe.. dicevi..- dice sua mamma.
-Dai su.. dimmi quanto bisogna pagare di Cauzione?- chiede il padre alzando gli occhi al cielo.
-Ehm.. quello te lo dico dopo..comunque.. hanno fatto uno scherzo a una mia compagna senza pensare alle conseguenze e.. niente lei è stata male ed è venuto fuori una confusione per dare la colpa ai veri compevoli e niente.. i professori si sono infuriati e ci hanno riportato a casa e niente..- dice cercando di trattenere una risata.
-Ossignore..- dice la mamma chiedendo le mani a modi preghiera.

Austin si fa scappare una risata.

-E adesso?-
-Adesso abbiamo tutti una nota sul registro e domani dobbiamo portare i soldi..-
-Tutti?..-
-Bhe quasi tutti..-
-E perché tu si..?-chiede il padre fregandosi gli occhi.
-Bhe.. per sbaglio ho rotto la televisione della mia camera.. ma non è Stata solo colpa mia ma anche di Brad... e..-dice cercando di essere credibile.
-Stai zitto..- dice la mamma esasperata.

Austin ed io, cercando di non esagerare, ci facciamo scappare una risata, coprendoci la bocca con la mano e abbassando il mento girandoci verso lo spazio vuoto che ci divideva.

-Sono solo cinquanta dollari..-dice Gabriel cercando di non guardarci per restare serio.
-Solo?- dice il padre quasi strizzandosi con il vino.
-Gabriel Amedeo Skennor sei in punizione!- grida la mamma
-Amedeo?- Bisbiglio ad Austin cercando di non entrare nel discorso dei genitori.
-Sì. Mio nonno materno si chiamava Amedeo, era di origini italiane...-
-Era.. poverino..- dico rattristandomi.
-Sì.. è morto il giorno prima della nascita di..Gabriel..-
Dice con indifferenza.
-Vedo il dispiacere nei tuoi occhi..- dico con ironia.
-Nah.. ascolta.. era mio nonno ma non mi ricordo niente di lui. Avevo a malapena un anno..- dice facendo la scarpetta al sugo.
-Ah..già..- dico guardando il piatto.

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