96 "Too Many Changes"

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Il 5 maggio è già passato e quel giorno non potevo non inviare un messaggio di auguri a May.

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-Guarda che se non migliori tu alla festa con le tue amichette non vai!-
Le sue urla invadono tutta la casa.

-Mamma.. non è colpa mia se quella mi odia.-
-Sempre colpa degli altri vero? Nat io ti avviso. Se quest'anno non vieni promossa io come ti ho fatto ti disfo. Hai ancora meno di un mese per recuperare..- dice per poi sistemarsi la ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Almeno firma!- sbotto, indicando il foglio che tiene in mano.
-Adesso chiamo la scuola e chiedo un colloquio..-
-Eh.. guarda un po'. Non sei andata in nessuno quest'anno..-
-Bhe, dato che sei mia figlia..- cerca di trovare scuse per poi zittirsi.
-Okai mamma..- Abbasso il tono della voce.

-Natalie, rassegnati. Ha ragione lei..- dice Loura, sorridendo, per poi accarezzare la mia pancia.
-Oh proprio tu devi parlare? Sbaglio o è con te che mi sono diventati i capelli bianchi. Tu e il tuo odio verso la scuola. Menomale che da quest'anno non è più un problema.- interviene Daniel, che dalla cucina, stava ascoltando il nostro discorso.
-Ah.. magari ti confondi con l'altra..- Fa finta di niente, sospira e si va a sedere sulla poltrona del salotto.
-Anch'io voglio andare a lavorare..come Loura..-
-Nat. Ma chi vuoi prendere in giro! Con la gravidanza già ti sei bruciata la tua adolescenza, secondo, voglio che tu finisca gli studi ..-
-Va bene.. va bene..- dico fingendo di ascoltarla. 

Poso la cartella, che nel frattempo avevo tenuto sopra una sola spalla. Era appena tornata a casa di Loura insieme a Jack e già, mia mamma mi urla dietro per un insufficienza in matematica.

-Ora.. lavati le mani che è pronto..- dice Daniel con voce rassicurante dalla cucina.

Annuisco e invece di andare al piano di sopra a lavarle, entro in cucina e dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia, anche se le sue mani erano troppo impegnate a tenere le pentole in mano, faccio scorrere l'acqua.

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-Loura, devi darmi una risposta. Vieni o no alla festa?-

Lei, schiva, sorseggia dell'acqua e guarda mia madre. Come se dovesse sentire prima cosa ne pensa lei.

-Bisogna ancora vedere se tu ci puoi andare.- aggiunge alla fine mamma.
-Oh mamma.. tanto matematica faccio tempo a..-
-No tesoro non è per quello..-
-Okai. Mi sto spaventando.- Fingo un sorriso e guardo Daniel per poi tornare a guardare mamma.
-Vedi. Avremmo voluto darvi questa notizia un altro giorno, in un altro contesto e insieme..-
-Cosa?!- esclamiamo.
-Nat. Daniel deve andare a lavorare a Seattle quindi. Ci trasferiamo!- sorride, alzando le mani non troppo distante dalla sua fronte.
-Sarà bellissimo.- aggiunge Daniel.
-Nat..Lou. avete capito?-
-Ma come? Io non potrò mai sostenere una relazione a distanza da Jack e poi.. le mie amicizie e..-
-La scuola?! Come faccio. Non mi danno il permesso di trasferirmi quando manca solo un mese! E poi qui ho Jack.. Stephanie e tutti i ricordi della mia infanzia da quando ho memoria. Io non voglio partire! Nella mia vita ci sono già stati troppi spostamenti. Tornare a Seattle sarebbe solo un complicarsi di cose e fatti. Vi prego..-
-Non è colpa nostra.. ragazze. Questa è la vita. Bisogna accettare e affrontare tutte le conseguenze a testa alta.-

Rimango in silenzio e ascolto le continue domande di Loura.

-Ma guardate che non è tanto distante e poi io ho vissuto parecchi anni li.-
-Scusate ma quando vorreste partire?-
-Bhe, questo sabato Natalie ha la famosa festa e io avrei pensato di partire lunedì..cioè.. avremmo pensato.- si corregge, per poi alzarsi e impilare tutti i piatti ormai vuoto che noi le passiamo.

-Siete dei fottuti egoisti. Io non partirò mai..- Mi alzo dal tavolo. Non mostro nessun tipo di espressione. Osservo il vuoto. E vado a piano di sopra.
Sento i passi leggeri di Loura seguirmi e la voce di mamma dire  -le passerà-.

Vado verso il bagno quando qualcosa mi blocca il polso.
-Natalie. Ti prego. Almeno tu..sii ragionevole.- chiede Loura cercando di calmarmi.
-Io da qui non me ne vado..-
Sbatto la porta del bagno davanti ai suoi occhi e mi siedo a terra subito dopo.
-Sai che c'è Natalie? Non sei l'unica che qui ci lascia i ricordi di tutta una vita. Non sei l'unica che soffre.. ricordatelo..- sbotta.

Le sue parole mi rimbombano nella testa. Sono legata a questo posto. Sono legata a tutto quello che riguarda me stessa e il mio passato.

E poi, fatemi capire. Dovrei lasciare mio fratello sepolto in questa città? Quando io sono a Seattle con la mia nuova famiglia...

Le cose non vanno mai come speri.

La pancia inizia a farmi male e i calci del bambino si fanno sentire.

-Ti prego amore. Non ora. La mamma non ce la fa a sopportare anche questo.. dopo giochiamo. Promesso..-  dico, accarezzando la pancia convinta che lui riuscisse a capire.
Il dolore, in qualche modo, si fa più 'morbido' e piano piano, anche le mie lacrime cessano.

È ora che tu cresca e che ti prenda le tue responsabilità. È ora che tu affronti la vita, in un modo o nell'altro. Dovrai fare delle scelte e non dovrai farti condizionare dalle persone. Perché le persone, parlano solo per accontentare se stesse.

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-Queste fottute scarpe non mi entrano più.- dico lanciando le scarpe da ginnastica fino a farle rotolare contro l'armadio.
-Tesoro. È normale. Ti si saranno gonfiati i piedi e alcune paia di scarpe che non mettevi da tempo non ti vanno..- dice Loura, allacciandosi i bottoni della camicia che ha qualche sfumatura inerente al rosa.
-Hai ragione..- dico cercando di arrivare a toccarmi i piedi senza successo. - metterò queste..- dico tirando fuori le scarpe da ginnastica di tutti i giorni, ormai rovinate.
-Fai come vuoi.- sorride per poi slegarsi i capelli.

Chiude la valigia che aveva aperto per prendere le scarpe con il tacco e subito dopo la richiude. 

Abbiamo già preparato le valigie anche se oggi è solo Sabato.
Il giorno della festa.

-Come ti sembro?-
-Incinta e con un seno enorme.- aggiunge sorridendo, mentre con eleganza si passa il pettine tra i suoi capelli leggermente mossi.
-Bhe, grazie.-

Avevo indossato una maglietta larga e dei jeans premaman che mi ha comprato mia madre, molto probabilmente al mercato.








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