59 "Amorous Difficulties"

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Facciamo tutto il tragitto parlando come se non ci vedessimo da tanto tempo.
Dopo circa venti minuti arriviamo davanti a casa di Austin.

-Bhe.. grazie Jack.. scusa il disturbo..- dico sorridendo.
-Ma va. Figurati..-
-Va bhe dai.. Entra..- dico indicando la porta d'ingresso con la mano.
-Ohm ehm.. okai..- dice sorridendo e sistemandosi il ciuffo.

Entriamo in casa.
La porta si apre con un leggero cigolio.
Arriviamo in sala e troviamo Austin e suo padre seduti sul divano.

-Hei..- dico alzando il braccio.
-Wei..- dice Austin alzandosi e andando a salutare Jack.

Ah.. ciao neh..

Si mettono a parlare e io mi faccio da parte, andando verso il padre di Austin, per sedermi sul divano.

-Ah Ehm.. Natalie come è andata?- chiede Austin girandosi.
-Ehm.. allora.. poi ti spiego.. c'è solo un piccolo problema..- dico facendo un sorriso falso.
-Che hai fatto alla mia macchina?- dice mettendosi le mani tra i capelli.
-Ehm.. io niente. Ho provato a farla partire ma niente. Anche Jack ci ha provato..- lo indico per giustificarmi.
-Oh mama.. pa'.. mi servono le tue chiavi.. - dice alzando lo sguardo.

Tutti e tre iniziamo a fissarlo, attendendo una risposta.
Sfoglia ancora quel maledetto libro, tenendo gli occhiali sulla punta del naso.

-Papà!?- urla Austin.

Il padre alza un dito come per dirci di aspettare.
Austin si mette a sbuffare e io e Jack ci guardiamo, mettendoci a ridere.

-Papà?!- urla Austin più e più volte.
-Ehh.- dice lui senza staccare gli occhi dal libro.
-Mi servono le tue chiavi!- dice quasi impazzendo.
-Sì sono li..- dice allungando il braccio e indicando il voto.

Austin lo fulmina con lo sguardo per poi prendere le chiavi.

-Dai Jack.. vieni..- dice correndo fuori di casa.
-Vengo anche io?!- inclino la testa, allungando un aria il dito.
-No. Tu stai qui. Che è meglio..- dice Austin ridendo.
-Ohh. Uffa.- dico sbuffando e mettendo la mano sotto il mio mento, appoggiando il gomito alla mia gamba.

Sento la porta sbattere.
Rimane un silenzio di tomba.

Dopo qualche secondo sento suonare il telefono.
Numero sconosciuto.

Cosa faccio. Rispondo o no?
Numero sconosciuto, bhe di solito non rispondo ma.. non saprei.

Rimango a fissare quella fila di numeri finché lo squillo non termina.

-Come mai non hai risposto?- chiede il padre di Austin, mordendo la bacchetta degli occhiali.
-Era un numero sconosciuto.. di solito non rispondo mai..- dico mettendo il telefono tra le due mani a modi panino.
-Mh.. e quindi? Non sei curiosa? Non ti piacerebbe scoprire chi c'è al di fuori di quello schermo?- dice gesticolando e cercando di fare il poetico.
-Bhe si..-
-Eh allora richiama.-

Ma manco fosse il presidente a chiamarmi o Zac Efron.. Cioè

Il telefono si accende di nuovo.
Lo schermo si illumina e escono di nuovo dei numeri, tutti in fila.
Mi giro e guardo il padre di Austin.
Lui continua a leggere.
Come se non fosse successo niente.

-Pronto?- dico rispondendo.

Inizio a "massaggiarmi", con le dita, le labbra.

-Natalie!- sento gridare.
È una voce familiare ma molto confusa.
-Chi parla?- dico confusa.
-Natalie, sono Madison!- urla.
-Ah ciao. Si ho capito. Non gridare.- dico per scherzare.

Si mette a ridere.

-Di cosa hai bisogno..?- chiedo alzandomi e iniziando a girare per il salotto.
-Volevo solo sapere cos'era successo con il dottor Luke..- dice cambiando tono.
-Niente.. cosa dovrebbe mai succedere..- dice cambiando tono a mia volta.
-Ah.. e allora perché sei scappata? Perché avevo quella faccia..non so. Sembrava avessi visto un fantasma..- dice facendo una piccola risata.
-Ahah.. no ehm..-
-Dai.. a me puoi dirlo. Aspetta non è che tu e Luke.-
-No!- la blocco prima che possa dire o farsi delle fantasie strane.
-Calma. Chiedevo solo..- dice ridendo.
-Vabbhe comunque non è successo niente.. cioè non ti preoccupare.  Davvero.- dico tornando seria.
-Ma a me puoi dirlo.. bhe ma stai tranquilla. Poi fidarti..-

Si fa un silenzio di tomba.
Inizio a giocare con i piedi e a guardare fuori dalla finestra.
Subito dopo mi giro verso il padre di Austin, è troppo concentrato sui libri per potermi ascoltare.

-Scusa ma.. ora devo andare..- Mi invento una scusa per colpa del disagio.
-Ah.. okai..-
-Ciao May..-
-Ciao Nat..- dice chiudendo subito la chiamata.

Guardo il telefono, prima di spegnerlo provo a chiamare Luke, grazie al numero scritto sul biglietto da visita.

-Dottor. Luke Hanson, Buongiorno. Con chi sto parlando?- dice come se fosse una frase imparata a memoria.

Bhe in effetti..

-Luke  sono..-
-Natalie. Dimmi tutto.- dice interrompendomi.
-Ascolta. Ti prego. Devi farmi un favore enorme.. anzi due..-
-.. Dimmi tutto.-
- Prima di tutto. Volevo dirti che mi dispiace.- dico allontanandomi di corsa dal salotto e andando al piano di sopra.
-Ma stai tranquilla..- dice per rassicurarmi.
-Comunque.. ti prego. Cerca di trovare una cura per tutto questo. Non ce la faccio più. E secondo. non ne parlare con nessuno.-
-Anche se volessi... cioè non potrei.  È un segreto professionale.- dice ridendo.
-Ah.. vabbhe. Comuqnue. Non farti scappare niente, con Madison.-
-Ma chi? Ah la Staggista.. ma si non ti preoccupare..-
-Che c'è? Non ti sta simpatica?-
-Ehm.. diciamo che si intromettersi troppo nella mia vita. Ogni volta che vede tua sorella diventa fastidiosa. Non so.. a me sta iniziando a satre antipatica. Poi è molto sbadata.. okai le ho dato il compito di fare la segretaria perché la vera segretaria è in ferie ma .. non so. Sa fare il suo lavoro ma non saprei. Ogni volta che le parlo sembra in un altro mondo..-

Okai.. fammi capire. A May Piace Luke ma Luke si sente con Ginger e A May Ginger sta antipatica, ma comportandosi così.. poi a Luke inizia a stargli antipatica May.
E mo' chi glielo dice a Madison.

-Ah.. quindi a te non interessa May..- chiedo cercando di capirci qualcosa.
-Bhe.. no.. ma che domande fai?- si mette a ridere.
-Ahh... bho così..-
-Vabbhe Natalie.. io devo andare.. ci sentiamo..-
-Ciao Luke..-dico chiudendo subito la chiamata.

Sento la porta aprirsi.

-Perché stavi parlando con Luke?- sento Austin.
-Ehm.. stavamo parlando della prossima visita..-
-Ah.. ehm.. okai..- dice facendo una faccia disgustata.
-Hai spostato la macchina?- chiedo cambiando discorso.

Esce dalla stanza e sbatte la porta.

-Lo prendo come un Sì..- dico strizzando gli occhi al tocco della serratura.

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