88 "Daughters"

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Ci sediamo a tavola e con una bistecca ai ferri e dell'insalata condita abbondantemente, ceniamo.

-Mi potresti passare il sale?- chiede mia mamma a Daniel.
-Certo tesoro.- dice passandole il salino.
Li osservo e subito dopo torno con la testa bassa a guardare la mia forchetta e giocare con il cibo, come una bambina di sei anni.

Queste sono state le uniche parole che si sono fatte sentire durante la cena.

-Bhe, è stato davvero bello oggi..- Mi comunica mia mamma, mentre lava i piatti e io li asciugo, con un panno bianco.

Annuisco e con forza, appoggio il piatto sul colapiatti, per poi chiudere l'anta, vedendola stoppare il rubinetto dell'acqua dato che le stoviglie erano ormai finite.

-Mamma.. ma tu, ne sapevi qualcosa di Loura?- chiedo d'un tratto.
-Oh si, ehm.. mi ha raccontato delle sue figlie..- dice quasi intimorita dalla domanda.
-E..-
-E cosa? Cosa dovrei dirti?! Saranno fatti suoi.-

Eccola che sclera.

-Ti ho fatto una domanda. Non ti scaldare.-
-Ecco. Allora fatti i fatti tuoi e bom.- dice fulminandomi con la vista.

-Hei, che succede qui, vi sento dalla sala..- dice indicando la sua destra.

Rimaniamo tutte e due zitte, alzando ogni tanto lo sguardo per guardarci.

-Caren..- si ferma per tossire, -ti va di parlare un po', abbiamo molte cose da chiarire..- aggiunge sorridendo.

Sembrava tranquillo, ma me ne andai comunque in camera mia, non appena fece quella richiesta a mia madre.

Mi sdraio sul letto e dopo aver staccato il telefono dal caricabatterie, si accende e vedo una chiamata di Stephanie.

Osservo per qualche secondo il suo contatto per poi chiamarla.

-Nat?-.
-Ciao.. hai bisogno?-
-Oh Ehm, si..- dice lasciando qualche secondo di silenzio.
-Dimmi..tutto.-
-Vorrei un consiglio da amica..vedi io e Andrew non siamo più uniti come prima..- dice con un tono di voce molto amaro.
-Oddio mi dispiace..-

A dir la verità non mi dispiace più di tanto.
Non lo so ma loro due non mi sono mai piaciuti.

-Cosa devo fare? Lasciarlo o parlargli per l'ennesima volta? Per poi litigare. Non so come fare. Aiutami ti prego.-

Mi guardo intorno e subito dopo cerco di trovare le parole giuste.

Tutti che mi chiedono consigli, come se fossi un esempio da seguire.
Tra la mia situazione e Austin non capisco proprio, in quale minuscola parte del cervello, le sia venuta in mente questa soluzione.

-Ascolta, credo che la cosa più giusta da fare sia, parlare e aspettare un sua risposta. Non fargli la bella faccia, devi fargli vedere cosa pensi veramente. Se poi lui fa il coglione mostrargli la porta d'uscita.- le risposi dopo qualche minuto di silenzio.
-Ma io ci provo a parlargli. Ma lui o fa le spallucce oppure alza la voce.-
-Ti ha mai messo le mani addosso?-
-No.. questo no. Andrew non lo farebbe mai.-
-Sinceramente adesso non lo so. Dovresti farti le palle e dirgli tutto e..-  la mia voce diventa sempre piu bassa fino a quando non mi blocco.
-Nat.. tutto bene?-
-Oh si.. scusa ma ora devo andare Steph. Dimmi poi come va a finire con Andrew. Tanto domani sera torno e lunedì ne parliamo..- dico tutto d'un fiato, per poi mettere giù la chiamata senza sentire la sua risposta.

-Che idiota che sono.- dico ad alta voce.

Digito il numero di Austin e dopo qualche secondo risponde.

-Pronto?- risponde con un aria disinvolta.
-Austin. Possiamo parlare. Ti prego..-
-Dimmi..- sbuffa lentamente.
-Ascolta. Tu e io dobbiamo chiarire perché io seriamente sto impazzendo. Non puoi essere così coglione da non parlarmi e lasciarmi in mezzo alla strada. Non puoi odiare mia mamma e la mia famiglia anche perché io adoro la tua. Non è possibile che tutto quello che abbiamo passato insieme, tu te lo sia dimenticato in pochi giorni. Cazzo!- sbotto.
-Austin?- aggiungo, in attesa di una sua risposta.

So che mi sta ascoltando e questo mi sta innervosendo, a tal punto da farmi mangiare la pellicina di ogni unghia, della mano sinistra.

Subito dopo, guardo lo schermo del telefono e vedo che la chiamata era finita da poco, solo qualche secondo.

-Ma vaffanculo.- sbotto lanciando il telefono nella parte bassa del letto.

--

Ci misi un ora, per scrivere quattro semplici parole. Ognuna, per quanto fosse semplice, unita alle altre, formavano qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Tremavo solo a scriverlo.

Lo riscrissi sei volte, e ogni volta non sapevo cosa dirgli.

-Un poema? No. Prima di tutto non so cosa dire, secondo, non avrei voglia neanche io di leggerlo e meglio non girarci troppo intorno.- dissi ad alta voce.

Finché, dopo essermi decisa. Schiacciai su invia e ormai, quel che è fatto è fatto.

-Tra noi è finita.-

Lanciai per l'ennesima volta il telefono e con la testa sotto il cuscino, Iniziai a piangere.

-Non può essere successo davvero..- dissi, dopo aver finito di singhiozzare.

Non mi mancava che aspettare.
--

-Tutto bene?- sento bussare alla porta.

Metto la testa fuori e osservo la figura maschile che aspetta una mia risposta, osservandomi, preoccupato, a sua volta.

-Sì. Non ho bisogno di nessuno.- dico tirando su con il naso più silenziosamente che potevo.
-Mh.. io credo che tu non mi stia dicendo la verità?-
-Cosa te lo fa pensare?- chiedo seccata, subito dopo essermi sistemata il mascara con il dito, appena sotto l'occhio.
-Bhe, potrebbe non sembrare ma anche io sono stato adolescente.- sorride dolcemente, avvicinandosi a me.
-E quindi?- chiedo, rimanendo scontrosa.
-Bhe, queste lacrime e questo viso non mi dicono niente di buono. Qualcosa non va con..Au..stin..?- chiede, esitando a dire il nome, per evitare di sbagliarsi.
-Le solite cazzate.- Fingo di tranquillizzarmi.
-Nat. Non ci credo.-

Oddio ma questo da dove salta fuori.

-Daniel io..-
-Ascolta. Lo so. Non sono tuo padre e quindi non devo mettermi in mezzo.. ma vorrei aiutarti.-
-Okai.. ehm.. allora..- sospiro.
-Ho detto a Austin che tra noi è finita.-
-Però?-
-Bhe non ci sono però. Io sto per avere un figlio e lui fa il coglione. Questo non lo accetto. Gli ho chiesto scusa per qualsiasi cosa e lui cosa fa? Mi sbatte giù il telefono. Ora non so, come posso continuare. La mia vita è tutta una messa in scena...ho voluto non abortire e voglio far nascere questo bambino e regalargli una vita decente e non come quella di sua madre..e vorrei che conoscesse suo padre. Il ragazzo che amo e che immagino, non mi voglia più parlare.- sbotto.
-Oh avanti. Stai calma tesoro..- aggiunge lui, vedendomi con le lacrime per poi abbracciarmi.

Dopo aver parlato e essermi tranquillizzata, Daniel decide di lasciarmi sola, per pensare e riposare.

-Io ci sarò sempre per te. Per me sei la mia..- si ferma a pensare, 
-Terza figlia.- aggiunge prima di uscire dalla camera.
-Grazie.- Sorrido.

-Perché non ci sei anche per tua figlia..- Avrei voluto rispondere ma decisi di stare zitta e farmi gli affari miei. Magari non è colpa sua se Loura è in quello stato e magari lui non ne è neanche a conoscienza di questa cosa.

Lo salutai con lo sguardo e dopo che la porta venne chiusa lentamente, il mio telefono inizia a vibrare.

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