Qualche volta, quando si cerca di fissare il sole, con estremo coraggio o estrema stupidità, ci si accorge che chiudendo le palpebre riusciamo ancora a scorgere qualche raggio accecante. Ecco, questo è esattamente quello che accadde nella mente tormentata di Arden durante una notte che non era stata la sola a passare insonne. Fissare le molle del letto sopra al suo sembrava alquanto alettante, e, stranamente, mentre le fissava quelle potevano diventare una tavolozza bianca, sopra la quale si dipingeva il volto giovane, fresco e sorridente di un certo ragazzo che l'aveva accompagnata a zonzo invece che farla studiare.
Non aveva preso nulla per dormire quella notte, aveva deciso che la realtà, per una volta, era molto meglio del sonno forzato.
Non era dolce, ne quel tipo di persona che tutti definiscono 'piacevole'.. ma per qualche ragione Harry l'aveva voluta accanto e l'interesse che aveva espresso per lei l'aveva resa sopportabile, carezzevole, desiderabile.
Si mise a sedere, stando attenta a non sbattere la testa nel letto di sopra, dove Felicia ancora dormiva, con addosso una strana energia, una strana voglia di andare in giro ancora ed ancora, il mondo all'improvviso aveva ancora tanto da dirle, ancora molto non era stato scoperto e lei era pronta ad affrontare tutto ciò. Anche con delle borse scure come quelle che aveva sotto gli occhi.
Lanciò un cuscino a Cora (siccome questa le aveva chiesto di essere svegliata). L'amica si mosse nel suo letto, diede un calcio a quello dove dormiva Ruthie e poi si voltò verso Arden, che era già in piedi di fronte all'armadio.
"Buongiorno..?" rise vedendola scattante come mai era di mattino presto.
"Buongiorno a te." rispose la ragazza che trafficava davanti all'armadio.
"Dimmi, Ibsen, il fatto che tu ieri sera sia rientrata quando tutte dormivamo non ha nulla a che vedere col fatto che tu sia stata sveglia tutta la notte e sia adesso in piedi prima di tutte noi.. vero?" alzò un sopracciglio mentre guardava la mora fare avanti ed indietro senza che avesse davvero qualcosa da svolgere.
"No, affatto." Adesso anche Ruthie e Felicia prestavano attenzione.
Arden prese dall'armadio un vestito leggero, di stoffa stampata a fiori, dai colori chiari. Non era solita indossarlo, questo segnava il suo buon umore.
"Smettetela di fissarmi così." sbuffò ridendo mentre si sedeva sul letto e si infilava i calzini. "Non posso essere di buon umore una volta ogni tanto?"
"Oh, speriamo tu lo sia quanto più spesso possibile, tesoro, ma.. qualcosa mi suggerisce che tutto questo- e Cora fece di nuovo un gesto verso di lei- non sia fine a se stesso." e guardò Felicia dall'altro lato della stanza.
"Siete noiose." sbuffò lei mentre si toglieva il pigiama, dava la schiena alle ragazze e si metteva il reggiseno.
"Ti rendi conto che sei sveglia da meno di due minuti e sei in pratica già vestita?"
"Si, scusami se devo andare a studiare prima della lezione." la sua voce invece che irritata era contratta in una risata. Trovava divertente il fatto di non aver studiato nulla. Che bel modo di cominciare gli studi per quell'anno.
"Eri con Harry, ieri?" chiese la voce assonnata di Ruthie.
"Palmer, tu e la perspicacia siete come parallele perfette, non vi incontrate mai." Cora rise di gusto, trascinando dentro la risata anche Felicia.
"Divertenti. Quindi suppongo sia un si." continuò Ruthie, abituata alle 'tirannie' delle due, mentre guardava Arden.
Lei annuì, si era messa il vestito e aveva sistemato la cerniera. Era morbido, la stoffa lo era, e la rendeva piacevole. Raccolse in fretta i capelli in una coda disordinata, dalla quale scappavano ciuffi che incorniciavano il viso. Sistemò gli occhiali e poi prese a fare la borsa.
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The Fear
FanfictionLa Paura non è solo una cosa astratta. La Paura non è il mostro nell'armadio, ne il fantasma sotto al letto e tanto meno quella sensazione spiacevole dell'essere osservati da qualcuno. La Paura è qualcosa di vivo e concreto. Qualcosa che si svela a...