11' Capitolo

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La brezza serale accarezzava i giovani volti della comitiva che si era riunita per quella sera a teatro. Erano tutti accaldati (il teatro era particolarmente pieno) ma felici perché quello che avevano visto li aveva soddisfatti; ovvero, aveva soddisfatto chi era cosciente di quello che andava a vedere.
Ruthie quindi era l'unica un po' irritata dalle ore passate seduti a fissare della gentaglia "recitare" monologhi che non capiva.
Gli altri sorridevano.

"Che gran roba!" Esclamò Miles mentre si passava un fazzoletto bianco immacolato sulla fronte per asciugarla dalla sudorazione (nel caso non si fosse compreso era un ragazzo che sudava particolarmente tanto). Era rimasto colpito, il cuore ancora rimbombava delle parole che gli attori si erano versati addosso.

"A chi lo dici amico.." Sussurrò Felicia mentre lo guardava accendere una sigaretta.

"Se solo il Club teatrale di Harvard recitasse così..-"

"-Nel nome del Buon Dio, Irbel, smetti di parlare di Harvard per un secondo, si?" Lo sbuffo di Arden fece ridere tutti gli altri mentre se ne stavano fermi sulla soglia a fissare altra gente uscire.

Irbel la guardò e sorrise mentre le porgeva la sua giacca da vero gentleman. "Dovreste mettervi insieme voi due." Parlò Cora mentre prendeva la sigaretta di Miles e le dava un tiro. Sorrideva sotto i baffi per quello che aveva proposto e per la sua assurdità. Per qualche strana ragione però, in quel istante, con Irbel che tentava di tenere Arden al caldo strofinandole le braccia, pareva un'idea non tanto stupida.

"Gli incesti non sono visti di buon occhio." E di nuovo tutti scoppiarono a ridere mentre Irbel lasciava cadere la sua battuta. "Non sono disponibile. Non posso togliermi a tutte le altre ragazze." Fece spallucce mentre Felicia lo colpiva forte sulla testa.

"Io dico, Hart, che tu non riesci ad ottenere nemmeno un numero da una delle signorine presenti- e Arden fece un segno vago verso la gente ferma ad aspettare fuori- altro che dongiovanni." Alzò un sopracciglio.

"Mi prendi in giro, vero Ibsen?! Indicami una ragazza qualsiasi e io ti porterò il suo numero!"  Lo sguardo di chi faceva sul serio fisso sul viso della sua migliore amica. Tutti gli altri lo guardavano con uno sguardo di sghembo. Ruthie si lasciò fuggire un 'che Iddio ci assista', ma nessuno le prestava attenzione. "Andiamo!" Continuò Irbel "Scommettete pure ragazzi, su, puntate tutto su di me, sapete che sono capace di farlo." Ma nessuno si muoveva, continuavano tutti a starsene zitti zitti, a sorridersi.

"Hai bisogno di un avversario, così possiamo avere più scommesse." Intervenne Miles.

"Giusto. Io propongo Harry." Intervenne repentina Cora mentre guardava il ragazzo riccio sorridendo. "Ma io scommetto su Irbel, non so come ne perché ma l'ho visto più di una volta rimorchiare." Annuì e porse una banconota da venti nelle mani di Arden.

"Uguale." Felicia mise altri venti dollari in mano alla ragazza.
Harry ridacchiava, avevano deciso la sua partecipazione senza che nemmeno fosse stato interpellato.

"Io vado sul sicuro- Miles mise altri venti dollari nella mano destra di Arden- Hart."

Arden alzò lo sguardo sbigottita e si trovò addosso gli occhi verdi di Harry, che la guardava ridacchiando. Quanto era strafottente.

"Anche io ne punto venti su Irbel." La voce di Ruthie riportò entrambi sul pianeta terra. Mise i soldi nella mano destra di Arden. Quando si accorse delle facce accigliate di tutti rise. "Che c'è? Infondo so meglio di tutti che ci sa fare." E si strinse nelle spalle.

"Forza Arden, scegli la ragazza." La spronò Felicia mentre strofinava le mani eccitata.

"Ibsen? Non punti?" Chiese Harry con le sopracciglia aggrottate. La guardava fisso con aria arrogante, quasi la stesse sfidando a puntare anche lei su Irbel.

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