47' Capitolo

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Le loro labbra si scontravano in una danza frenetica e caotica che non riuscivano a gestire. Erano così vicini che potevano sentire i più piccoli respiri l'uno dell'altra e questo li mandava in uno stato euforico, ed ipnotico allo stesso tempo, che risultava fatale per entrambi.

Arden appoggiò le mani sulla mandibola di Harry e si allontanò sorridendo.. "Devo respirare."

Lui le baciò il mento fino a scendere lentamente lungo il collo e poi a scostare leggermente il tessuto leggero della camicia per poterle baciare e mordere le scapole. "Ascolta piccola- lei sentì un fremito percorrerla al nomignolo- io non sono assolutamente un Santo, ma non sono nemmeno una testa di cazzo.." Parlava col fiato corto mentre la spostava in modo che potesse essere sdraiata sul materasso con la testa comodamente appoggiata sul cuscino. "C'è una parte di me che non hai ancora conosciuto, questo devi saperlo." fece ridacchiare entrambi, ma erano consapevoli che dietro la risata si nascondesse pura verità.

Harry si resse sui gomiti per non schiacciarla col suo peso mentre continuava a baciarle il collo. Presto le sue labbra ritornarono su quelle di Arden e le sue mani presero a toccare il corpo della ragazza in modi in cui mai aveva fatto prima. Era diverso, era sensuale come mai nessuno dei due aveva pensato potesse essere un semplice bacio. Salì fino ad arrivare al primo bottone della camicia e con una lentezza snervante (come a lasciarle il tempo di fermarlo) lo aprì.

Arden rimase sconvolta nel constatare a che velocità potesse sbottonare una camicia con l'utilizzo di una sola mano. Sorrise mentre lo baciava per il fatto che in pochi secondi l'avesse lasciata più esposta di quanto non lo fossero mai stati. Sentire le sue dita sul ventre, sullo stomaco, sul seno.. era una sensazione elettrizzante e non poteva trattenere gli ansimi troppo profondi i quali spesso andavano a trasformarsi in gemiti.

Aveva ragione: c'era una parte di lui che non aveva mai mostrato e, di conseguenza, una che lei non aveva mai visto.

Aveva le gambe ai lati del suo bacino e quel senso di pudore che ci ferma dal fare cose di cui poi ci pentiremmo la ammonì per il fatto che trovasse i jeans e qualsiasi altro indumento soffocante, di troppo. La temperatura all'interno della stanza era sicuramente aumentata di un paio di gradi.

Il fatto che ogni volta che le labbra del ragazzo si staccavano dalle sue per lasciarle riprendere fiato attaccavano con baci umidi e graffi il resto del collo e del petto, era una dolce tortura, una dolce, idilliaca, tortura.

"Harry.." Sussurrò al buio mentre inseriva le mani nei capelli del ragazzo. Nessuno dei due aveva idea di dove tutto quello li avrebbe portati. Ma era impossibile fermarsi, e questa era l'unica cosa che sapevano.

Insomma: se ci fosse stato un tasto per spegnere tutto quanto, da qualche parte, erano entrambi sicuri che l'avrebbe ignorato.

"Quindi non ti sono mancato?" Chiese lui facendo scivolare le mani sotto il corpo della ragazza e stringendole il sedere. Lei sorrise. "Nemmeno un po'." Era un'ovvia provocazione, e la cosa devastante era che arrivava da entrambe le parti.

Presto queste si rovesciarono e quello sdraiato sul letto fu Harry, con Arden completamente appoggiata al suo corpo. Afferrò i lembi della T-shirt di Harry e la sollevò fino a lasciarlo a torso nudo poi appoggiò le labbra sul suo sterno e lascio una scia di baci che portavano fino alle labbra del ragazzo, per poi scendere fino al collo e poi alla scapola. Lo fece gemere, un gemito vero, roco.. E questo la fece arrossire mentre appoggiava di nuovo le labbra su quelle di Harry cercando in tutti i modi di nascondere un sorrisetto per quello che stava succedendo a lui nei pantaloni. Da una parte lo trovava estremamente divertente provocarlo in tutti i modi possibili.

"Arden.." Harry serrò le mani attorno alle cosce della ragazza non appena questa prese a torturare il punto tra la spalla e il collo. Era una specie di lotta ed Arden era più che felice del fatto che nemmeno lui avesse conosciuto una parte di lei. Quella parte di lei.

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