82' Capitolo

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La luce del giorno prese ad illuminare tutto, grigia e senza vita, la pioggia non aveva smesso di cadere nemmeno per un secondo durante la notte. Harry si trovava nella stanza degli ospiti di Walsh, il quale gli aveva gentilmente offerto una dormita prima del suo prezioso aiuto. Adesso Harry si sentiva come se sopra di lui fosse passato un treno in corsa, gli faceva male il collo, un dolore allucinante alla nuca gli generava un mal di testa che lo stava distruggendo già di prima mattina. Aveva delle occhiaie troppo profonde attorno agli occhi a causa delle sole due ore di sonno, e tirava su col naso di continuo per via di un raffreddore che non gli avrebbe tolto nessuno a causa delle corse sotto la pioggia torrenziale.

Quando si era svegliato aveva trovato dei vestiti di Gabe sulla sedia in vecchio legno della sua stanza, e, benché ancora arrabbiato col fratello per come erano andate le cose negli ultimi anni e la notte prima, prese i suoi vestiti e se li mise trovandoli familiari e confortevoli come se fossero stati suoi. La cosa lo infastidì ancora di più, infatti uscì dalla stanza sbuffando e sbattendo la porta alle spalle. Quando scese in cucina trovò Canyon e Cora che chiacchieravano fitto fitto probabilmente dei problemi che affliggevano i loro rispettivi migliori amici. Harry, tuttavia, fu felice di non vedere traccia di Gabriel quella mattina, in casa.

"Oh, buongiorno Harry." disse Cora mentre abbassava gli occhi. Harry si stupì: di solito quando tra lui ed Arden le cose non andavano molto bene lei non ci metteva molto tempo a tempestarlo di insulti e minacce di ogni genere; il suo cambio d'umore e di atteggiamento doveva essere dovuto al fatto che sapeva Harry stesse soffrendo a sua volta e al fatto che comprendeva il perché aveva trattato Arden come aveva fatto. La cosa, però, non confortò molto il ragazzo alla porta, avrebbe preferito mille volte che Cora lo trattasse male così che a lui sembrasse tutto un litigio poco duraturo.

Fece un cenno della testa ad entrambi e poi si diresse verso il bancone per una camomilla e per prendere un fazzoletto e soffiarsi il naso. "Non avresti dovuto scappare così ieri sera." gli disse Canyon.

"Anche se fossi rimasto sotto la tua ala protettiva, questa non mi avrebbe fatto da ombrello. Dico bene?" sbuffò versando l'acqua bollente in una tazza e poi immergendoci una bustina. Attese.

"Sai che non mi riferisco solo al fatto che hai l'aspetto di uno zombie." continuò Canyon. "Non credevo di trovarti qui. Pensavo saresti stato da me." gli disse mentre si appoggiava al bancone accanto ad Harry. Cora stava di fronte a loro osservandoli con le braccia al petto.

"Senti, possiamo non parlare di come sono andate le cose ieri sera? Mi sento già uno schifo per conto mio, rivivere il vicino passato può solo deprimermi." e sospirò mentre prendeva un sorso della sua bevanda calda.

"Okay, come vuoi tu." disse semplicemente Canyon stringendosi nelle spalle.

"Lei come sta?" chiese poi a Cora. La ragazza abbassò gli occhi e poi risollevò la testa verso Harry.

"Non bene." ed emise un sospiro lungo e trattenuto. "Com'è ovvio che sia. Non mi parla molto, non parla molto a nessuno a dire il vero.. lo sai bene com'è fatta." e si passò una mano sugli occhi stanchi. Aveva tutta l'aria di una che sta facendo a pugni con i postumi di una sbronza assurda. Harry apprezzava quindi ancora di più il fatto che aveva fatto avanti ed indietro tra Harvard e la casa di Walsh per tenerli aggiornati su Arden.

"Si, lo so." sussurrò semplicemente prendendo un altro sorso di camomilla. "Ehm.. sapete se Walsh è in casa?" chiese ai due.

"E' martedì, Harry, c'è lezione oggi. Per tutti. Studenti e professori. Il fatto che tu non voglia frequentare i tuoi corsi non vuol dire che gli altri non lo vogliano fare." rispose Cora.

"Ma tu sei qui." le disse lui piccato per il modo in cui aveva risposto.

"Solo perché non riesco nemmeno a pensare come dovrei con questo mal di testa. Potrei fare poco seduta sui banchi di Harvard in questo momento." si strinse nelle spalle. "Che alla fine è anche il motivo per cui tu sei qui."

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