15' Capitolo

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Il campus di notte metteva sempre un po' di soggezione e tutti gli studenti lo sapevano, era un argomento che non si discuteva.

La macchina di Harry si fermò proprio fuori dai cancelli, trovò il solito parcheggio libero e poi spense il motore mentre si voltava a guardare la ragazza che gli stava accanto.

"Sei stanca?" le chiese mentre si toglieva la cintura e passava la mano nei capelli.

"Un po'- sorrise lei guardandolo a sua volta- ma non troppo." fece spallucce mentre apriva la portiera e scendeva prima di lui dirigendosi verso i cancelli. Ce n'era uno più piccolo che restava aperto adesso, di notte, con un guardiano. Arden lo guardò e gli fece un cenno di saluto col capo mentre quello guardava Harry come se fosse qualcuno di pericoloso. In realtà il riccio se ne accorse ma fece finta di niente e chiuse la sua macchina per poi avviarsi assieme ad Arden verso i dormitori femminili.

"Ho avuto modo di farmi conoscere, ma tu sei difficile." commentò mentre lei si stringeva nella sua giacca.

"Nessuno dei due tocca mai l'argomento 'genitori' l'hai mai notato?" sorrise di sbiaco mentre i loro passi erano gli unici a risuonare per le viottole. Arrivarono sotto l'arcata Sud, dove colonne color avorio regnavano alte su tutto il resto del panorama notturno. Sfilarono accanto alla statua di John Harvard ed Harry la guardò come se la vedesse davvero per la prima volta.

"Non è male come statua." notò mentre la indicava con un dito. "Dico.. oltre all'odore di pipì che i turisti tentano ostinatamente di ignorare, non è così male." si strinse nelle spalle.

"Attento a non fartela piacere troppo Styles. Quella è la statua delle tre bugie." ammiccò Arden.

"Ho sentito qualcosa, ma solo vagamente, al riguardo. Non so di che cosa tratti davvero." la raggiunse mettendosi le mani in tasca. "Vuoi illuminarmi?"

"Beh, ci sono tre bugie che aleggiano intorno a quella statua. La prima è che la persona raffigurata non è John Harvard ma uno studente che si prestò come modello; la seconda che il vero fondatore di Harvard non era John Harvard; e la terza bugia è nella data indicata come fondazione dell'università: è stata posticipata di due anni." e tirò un sospiro alla fine del discorso. Portò una ciocca di cappelli dietro l'orecchio.

"Il colmo- cominciò Harry mentre continuavano a camminare- per un'università che ha come motto 'Vertias' non trovi?" scoppiarono a ridere entrambi.

Il campus non era del tutto vuoto nonostante l'orario e le porte dei dormitori erano ancora aperte, come quelle delle varie case e quelle delle confraternite. Entrarono nel dormitorio di Arden e percorsero le diverse rampe di scale fino al terzo piano in silenzio un po' imbarazzati siccome c'erano già persone che dormivano.

Quando arrivarono davanti alla porta, Arden non esitò ad aprirla ed entrarono entrambi nel silenzio. Nonostante il parziale buio Arden notò che mancava Ruthie, ma c'erano Felicia e Cora che se ne stavano davanti alla finestra a fumare e si voltarono di scatto verso loro per poi fare finta di niente. Continuarono a parlottare.

"Harry!" esclamò Arden battendosi una mano sulla fronte mentre si voltava verso di lui: aveva le mani in tasca, la camicia lasciata fuori dai pantaloni e non aveva la giacca di pelle, i capelli scombinati, il viso bello e fresco.. la guardava. "Ho lasciato i miei libri nella tua macchina." sussurrò perché sapeva che, nonostante stessero facendo finta di nulla, Cora e Felicia ascoltavano tutto.

"Tranquilla, te li riporto domani." rispose lui sempre sussurrando.

"Beh.. grazie per la serata. Credo di essere un po' alticcia." rise coprendosi la bocca. Lui sorrise guardandola.

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