16' Capitolo

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"Caffeina. Te l'ho detto io che tutto quello di cui hai bisogno è la caffeina." Cora sorrideva mentre porgeva a Felicia una tazza piena ti caffè. "Bene, Arden, come possiamo esserti d'aiuto per quanto riguarda la tua candidatura come vice del Crimson? Indossare le loro orrende uniformi?"

"Ci pensate- continuò Ruthie in tono vivace- un nero come presidente e una donna come vice- rise allegramente- Harvard innovativa."

Le tre in biblioteca con lei la guardarono inorridite. "Ma fai sul serio?" Chiese Felicia con il labbro superiore contratto in una smorfia.

"Come c'è entrata ad Harvard? Pensavo ci volesse un minimo di talento.. E io che mi sono sentita speciale quando mi è arrivata la risposta di ammissione." Cora era rossa di rabbia.

"Ruthie, sta zitta." Le consigliò Arden.

"Ma che ho detto? Era così.." Sbuffò mentre si metteva a digitare qualcosa al computer.

"Hai parlato con Harry?" Chiese Felicia rivolta ad Arden. L'avevano incrociato quella mattina presto ma lui aveva tirato dritto come se nulla fosse. E adesso, a pomeriggio inoltrato, Arden ancora pensava a cosa c'era di sbagliato questa volta. Quello Styles era strano.

"Non lo so, voglio solo che mi ridia i miei libri. Sono stufa di tutti questi uomini convinti di essere il centro dell'universo." Legò in fretta i capelli. "E per quanto riguarda il Crimson, Miles mi ha in pratica già detto che il posto è mio. Alcuni dei ragazzi che ci lavorano sono contenti di avermi con loro, il che aiuta la mia autostima." Sorrise di sbieco.

"Fai bene a fargliela pagare." Sorrise Felicia riferendosi ad Irbel.

"Sapete che alcuni dei componenti del Porcellian, dopo che è stato ufficialmente vietato l'accesso alle donne, hanno mollato?" Chiese Ruthie sempre informa su tutto.

"Ecco- esplose Cora indicandola- è con uno così che dovrei stare e non perdere il mio tempo dietro una Junior." Incrociò le mani sul ripiano davanti a se.

"Non è aria per nessuno mi sa." Sospirò Arden. "Stanno ancora interrogando su Umbert?"

"Certo che sì, cara, e mi stupisco che non siano ancora passati a te legata com'eri a lui." Cantilenò Ruthie

"Non temere: appena sapranno che il testo sul Crimson in sua memoria lo hai scritto tu accorreranno come cani d'assalto." La 'rassicurò' Cora.

"Hey, Arden- la richiamò Felicia- guarda un po' là.." E con un cenno del capo le fece capire che Harry era seduto a parecchi tavoli di distanza chino sui suoi libri. "Magari glie li puoi chiedere adesso i tuoi volumi." Le consigliò.

"Già. Non aspettatemi, probabilmente ci vorrà un po'." Costrinse se stessa a cercare di non arrossire ma fu tutto vano.

Si alzò dal tavolo che condivideva con le sue compagne e si diresse verso quello di Styles, che aveva alcuni posti vuoti.

"Ciao." Lo saltò mentre si avvicinava. Lui alzò appena lo sguardo puoi lo abbassò di nuovo.

"I tuoi libri sono lì." E li indicò con la penna.

"Perché sei così lunatico? Puoi spiegarmelo?" E si sedette nella sedia più vicina a lui spostandola perché fossero ancora più vicini. Alcuni dei ragazzi attorno a loro lanciarono un'occhiata.

"Io non sono lunatico. Ho sempre delle buone ragioni quando il mio comportamento cambia."

"Allora dimmi che cosa è accaduto nelle poche dannatissime ore che separano ieri da oggi perché io proprio non capisco, Harry, che cos'è che ti infastidisce sempre a tal punto da non rivolgermi la parola dopo giornate piacevoli trascorse insieme." Stava sussurrando in modo veloce e si mangiava addirittura qualche parola ma lui la capiva. Sentiva il suo profumo e la vicinanza lo confondeva.
La stessa situazione della sera prima solo che al contrario.

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