83' Capitolo

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Quando Arden mise piede nella casa di Walsh si aspettò quasi di sentire il rumore che aveva invaso le mura la sera prima. Le chiacchiere e le battute alleggerite e stimolate dalla presenza di Katarina. Invece fu il silenzio ad accoglierla ed il gatto arancione di Walsh. Non appena l'animale si accertò di chi fosse ad entrare, parve rilassarsi. Arden lo compativa: c'erano troppi andirivieni in quel periodo. Eppure dentro di se Arden sapeva che a Walsh non dispiaceva una casa piena e vitale.. non si era mai lamentato di come fosse vuota prima di incontrare lei e gli altri, di conoscerli nel modo in cui li aveva conosciuti per lo meno, ma glie lo si leggeva in faccia che adesso era un po' più felice: per quanto felici si possa essere con una fine come quella che era capitata loro tra le mani.

Con questi pensieri non molto piacevoli Arden si diresse (col gatto affianco) verso il soggiorno, poi verso la cucina.. sembrava non esserci nessuno. Walsh probabilmente era nel suo studio ma non voleva disturbarlo in nessun modo: sapeva di poter fare come in casa sua e di conseguenza non aspettò un permesso per salire al piano di sopra. Sapeva che due delle quattro stanze da letto erano destinate a Canyon e Gabriel, una era del professore e una era libera per gli ospiti. Per sua fortuna era stata attenta al tour della casa e sapeva bene dove fossero collocate le diverse stanze. Decise di potersi appropriare per poco della stanza degli ospiti. Il gatto continuava a seguirla.. Arden lo guardò attentamente mentre sgattaiolava dentro la stanza prima di lei, poi si fermava per aspettarla mentre entrava. "Non so il tuo nome." disse Arden come se potesse davvero avere una conversazione con il micio. "Ti chiamerò Gatto e basta, ti piace?" rise stanca mentre si sedeva sul bordo del letto.

Non aveva prestato molta attenzione allo stato della stanza, entrandoci, siccome il gatto aveva tutta la sua attenzione mentre si acciambellava ai suoi piedi, ma adesso poteva notare lo stato di disordine in cui tutto galleggiava: il letto era sfatto, le coperte e il piumone bianco da una parte, il cuscino della parte sinistra del letto aveva ancora la forma della testa che aveva ospitato e pure il cuscino a destra era leggermente sgualcito. C'erano dei vestiti bagnati da una parte ed erano così raggomitolati su se stessi e così fradici solo a guardarli che non riuscì a distinguerli. L'unica altra cosa fuori posto era un libro, uno di quelli vecchi rilegati in pelle marrone il cui titolo è andato sbiadito col tempo.. come un nome che non si ricorda più.

Sospirò mentre stiracchiava le braccia e si massaggiava leggermente il collo. Guardò il gatto e poi si abbassò per prenderlo in braccio: tirò fuori gli artigli come riflesso, ma poi si appoggiò al petto della ragazza e si fece accarezzare facendo le fusa.

Arden non sapeva proprio bene perché era in quella casa: i ragazzi non c'erano e lei era andata lì con l'intento di schiaffeggiare Harry, ma non era così sicura di riuscire a farlo. Era stanca perché, nonostante le due pasticche di Roipnol non era riuscita a chiudere occhio tutta la notte. Perciò si tirò indietro sul letto con il gatto tra le braccia che di tanto in tanto apriva un occhio per controllare i suoi movimenti, per nulla fiducioso. Quando Arden appoggiò la testa sul cuscino con ancora la testa della persona che ci aveva dormito per ultima si sentì pervadere dalla nostalgia e dalla tristezza. Il gatto si mise comodo sul cuscino libero e chiuse gli occhi.

Certo che Harry aveva dormito lì, pensò, dove altro sarebbe andato? Da Canyon, certo, ma Gabriel lo aveva seguito e lei sapeva quanto trovasse insopportabile il fratello. I dormitori sembravano una prigione pure a lei ed Harry non avrebbe sopportato di rimanere rinchiuso lì dentro.. sarebbe impazzito. La casa di Walsh non solo era accogliente e grande abbastanza per nascondersi, ma apparteneva ad una persona che sia lei che il riccio stimavano: il professore.

Chiuse gli occhi lentamente, un po' pesanti per le lacrime e il non sonno, quasi bruciavano. Poi si addormentò, tra il calore di Harry ancora presente nelle lenzuola, il suo profumo nelle narici e qualcosa che la faceva sentire a casa in un luogo che ne aveva l'aspetto ma non lo era.

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